La donna e Fereni erano distrutti dal cammino, non tanto per la lunghezza del percorso, quanto per il sole cocente che picchiava sulle loro teste. Perlomeno si erano stancati per qualcosa di utile all'infuori di una lite: avevano portato il carburante. Martoni fece inserire il contenuto della prima tanica nel serbatoio, poi, con la schiena sull'asfalto, si mise sotto l'auto e si mise ad armeggiare. I tre compagni si guardavano tra loro non sapendo cosa fare, e proprio allora la zingara ricevette conferma di quel sorriso iniziale del commissario nei suoi confronti: incrociando il suo sguardo, lui le disse:
-Signora, so che ci sono stati dei leggeri screzi tra noi...
-Vada a chiamarli leggeri...
-Si, magari un po' pesanti a volte, ma il fulcro non è questo. Volevo semplicemente chiederle scusa per essermi atteggiato nei suoi confronti come uno scettico, e con toni tutt'altro che delicati...
-Sta dicendo davvero?- non credeva ad un così repentino mutamento
-Si, sono serio. Durante la vostra assenza il signor Martoni mi ha fatto riflettere, e mi ha spinto a fidarmi di lei. Lo faccio per una giusta causa: per l'anima di quel poveretto.
-Beh, scuse accettate, se le cose stanno così. D'altronde neanch'io sono stata calma nelle discussioni, quindi la colpa è anche un po' mia. Le devo anch'io delle scuse...
-Macché, se non l'avessi fatta alterare non avrebbe alzato la voce: si consideri perdonata, se lo vuole, ma non è necessario...
I loro convenevoli furono interrotti da un piccolo grido di gioia di Martoni, che uscendo da sotto la macchina esclamò:
-Siamo fuori da ogni pericolo: per fortuna lo spurgo non era vuoto, ma, essendoci poco diesel, aveva pescato del carburante sporco. Non è stato necessario effettuare troppe operazioni.
-Ottimo, - esclamò Fereni – allora possiamo andare!
I quattro salirono sull'auto, presero gli stessi posti di prima. Cinque minuti dopo la partenza, però, de Robertis chiese:
-Signora, indicativamente quanto manca?
-Più o meno un'ora e un quarto...
-Sa cosa pensavo? Potremo fermarci una mezz'oretta per pranzare prima di proseguire? Per le due del pomeriggio dovremo raggiungere il luogo, così...
-Se siamo celeri si può fare: ho una certa fame- confermò il custode
-Fermiamoci, allora: c'è qualche stazione di servizio nei paraggi?- chiese la donna
-Se non sbaglio stiamo per imboccare una strada provinciale dove dovrebbe esserci un fast food...- disse il commissario
-Vuole davvero mangiare qualcosa che può rovinare la sua salute? Spero stia scherzando...
-No, sono serio: preferisco rinunciare ad un pasto gustoso, ma che mi farebbe perdere troppo tempo, per salvare un amico!
Stava prendendo a cuore la situazione: in fondo ogni stranezza stava diventando credibile per lui, e la serie di lezioni e ramanzine ricevute lo stavano trasformando interiormente.
-Se raggiungiamo in fretta questo posto- interruppe Fereni- dovrei espletare i miei bisogni...
-Giuro, non ho mai sentito nessuno che usi un tale giro di parole per dire che deve andare in bagno- sorrise Martoni
-In presenza di donne, meglio non essere volgari.- ribatté stando allo scherzo- Immagino che se lei non ha bisogno di mangiare, non deve neanche espellere nulla...
-Esatto, - intervenne la zingara- non credo che lo sapesse ancora lei, vero?
-Ora che mi ci fa pensare, no. In effetti non ne sentivo l'esigenza, ma mi è sembrato normale...
-Possiamo cambiare argomento?- disse irritato de Robertis
-Ed io, che ero delicato per la signora- scoppiò a ridere Fereni
L'auto esplose in un mare di risate; anche il commissario aveva accennato un sorriso, ma tornò serio pochi istanti dopo. L'ironia non era mai stato il suo forte, anche prima di diventare poliziotto: quando era ragazzo, era noto per la sua serietà che talvolta rischiava di cadere nella freddezza.
Arrivarono presto al fast food: era un enorme capannone dai colori vivaci, sull'insegna spiccava chiaramente l'immagine di un enorme hamburger. Trovarono facilmente parcheggio, non essendo ancora l'una, ora in cui molte famiglie sogliono pranzare; neanche all'interno la fila era esorbitante.
Ma prima ancora di ordinare le cibarie, i due uomini si diressero verso la toilette.
-Scusi se glielo chiedo, signora: lei non ha bisogno... insomma, mi capisce?- chiese Martoni
-Oh, si, è vero – fece lei come se si fosse risvegliata in quel preciso istante, ed andò di corsa verso i bagni.
Ora era solo, anche se circondato da almeno una ventina di persone sedute ai tavoli a mangiare. Eppure non sentiva il calore che da la compagnia. Anche quando era deceduta Eleonora aveva tanta gente intorno a sé che lo abbracciava e che lo consolava, eppure quel senso di solitudine non lo lasciava... quando era morto lui, attorniato dalle anime defunte, aveva coscienza del suo corpo compianto ed allo stesso tempo disprezzato da gente ipocrita quanto lacrimante. Allora mormorò fra sé:
-Qui nessuno è vivo: i non-luoghi brulicano di gente morta, marcia. Forse solo i morti nella carne sono gli unici vivi...
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PRIMO ED ULTIMO GIORNO DI VITA DI UN MORTO
FantasíaLa casella postale del sig. Piero Martoni si riempie sempre più di multe non pagate per tre anni: sembra che con la sua auto abbia infranto molte delle regole del codice stradale. C'è un solo problema: il sig. Martoni è morto e la sua macchina impol...