capitolo 7

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"dai, svegliati è tardi"
"Cinque minuti"
"Eddai facciamo tardi, e poi voglio abbracciarti daii"
Abbracciarmi?
Apro gli occhi di scatto
"Sogno?"
"Ma quale sogni cretina alzati e dammi un braccio" dice lei sorridendo e urando di gioia
"Amica miaaaa" dico saltando le addosso
"Quanto mi sei mancata, quanto"
"Dai su vestiti è tardi"
"Aspetta un attimo" dice mentre mi dirigo verso l'armadio
"Sei dimagrita? Stai mangiando Lucy?"
"Ho passato un periodo bruttissimo li, non parlavo con nessuno, solo con te la sera, non mangiavo niente"
"Perché non mi hai detto nulla"
"Non volevo farti preoccupare, non sono diamgrita poi così tanto, ora inizio a mangiare e mi rimetto in forze dai"
"Me lo devi promettere"
"Stai tranquilla"
"Quell'idiota ti ha fatto davvero male"
"Vado a vestirmi" dico sviando il discorso
Indosso un pantalone di jeans con una felpa nera sopra, le super star bianche  e i miei soliti occhiali da sole sui capelli.
"Pronta"
Scendiamo le scale velocemente ed Alex ci accompagna con la sua auto a scuola, intanto sotto l'occhio vigile di Hanna mangio un bel panino con la Nutella.
Arrivate a scuola usciamo dalla macchina.
Per un momento ho pensato di tornare a Londra.
Esco dalla macchina con Alex e Hanna sono abbracciati io cammino affianco a loro
"Guarda chi è tornata, come era Londra" dice Asia, la famosissima Asia.
"Piovosa" dico scavalcandola ed entrando a scuola
"Che modi, quella ragazza che pialla"
Non faccio caso alle sue assurde critiche ed entro in classe, mi sento un po' fuori posto
"Uuu ecco Lucy è tornata"
"Ciao Lucy" dice Marta venendomi ad abbracciare"
"Ciao" lei non è mai stata una mia grande amica ma sono felice che qualcuno si è ricordato di me.
Mi siedo al mio solito posto vicino alla  finestra ma infondo.
A prima ora la prof di inglese è da molto esaltata del mio rientro mi ha riempito di domande del tipo «londra era bella?, il tempo lì come era? Hai imparato qualcosa d'inglese?»
Passò veloce la prima ora e pure la seconda, a tesa motoria la prof ci porto in palestra e giocammo tutti a pallavolo.
A ricreazione Hanna mi porto tutta la macchinetta da mangiare.
In cortile tutti ci guardavano male le schifezze sulla nostra panchina sbordavano.
Noi ridevamo insieme ad Alex che faceva battutine sui prof, questa è la vita che mi piace.
Rientriamo in classe
"Han che abbiamo dopo?"
"Emm matematica, però dai è l'ultima ora"
"Si.."
"Vado in bagno e arrivo"
"Ti accompagno..."
"Tranquilla vado sola"
Mi dirigo in bagno, passo davanti la sala professori, tutti i ricordi di quel giorno riaffiorano.
Un professore esce da lì quindi me ne vado da li davanti e entro nel bagno, mi lavo la faccia e mi guardo allo specchio faccio una cipolla ai miei capelli scuri, e mi dirigo in classe.
Il prof non è ancora entrato.
Vado veloce al mio posto
Pove's Carter
Entro in classe, la sua classe.
"Buongiorno a tutti"
"Gli esercizi come sono andati le disequazioni le avete capite??"
"Chi viene alla lavagna?"
"Nessun volontario?"
"Scelgo io"
Do un occhiata all'elenco e i ragazzi sono aumentati sono ventidue
"Ragazzi ma c'è un nuovo studente"
"No prof è tornata Lucy da Londra" dicono dalle retrovie della classe
Mi cade il mondo addosso in questo momento, dovrei chiederle qualcosa?
"Ben tornata"
"Vengo io" sento una voce all'ultimo banco
"Dettate l'esercizio"
Pove's Lucy
Mi alzo dal banco
"Sei sicura Lucy?" mi dice Hanna a bassissima voce
Faccio un cenno con la testa
Arrivo vicino la cattedra non l'ho mai guardato negli occhi.
Mi sta offrendo un gessetto ma prendo quello sulla cattedra
Dettano l'esercizio ed io lo eseguo con facilità, non so neanche da dove mi è uscito
"Okey, qui c'è un piccolo errore ma va bene"
"Vado a posto"
"Vai"
"Continuiamo con questi esercizi oggi chi viene?"
"Vengo io prof" dice Asia alzando la mano" mi ha guardata un secondo con aria di sfida, ma chi si crede di essere
"Va bene dettate"
Asia anche non scherza e l'esercizio lo esegue velocemente, ma c'è un errore!
"Perfetto Asia vai a posto"
"Ma c'é un errore grosso come una casa" dico scocciata
"Ah sì Harper?"
"Esattamente" mi alzo e correggo il suo errore è vado a posto senza dire una parola.
Suona la campanella e tutti escono dalla classe, come mio solito esco per ultima, Hanna è già uscita da un po', non voleva lasciarmi sola ma ho insistito.
Prendo le mie cose sotto il banco, metti gli occhiali da sole ed esco dalla stanza.
"Aspetta"
Mi giro e metto giù i miei occhiali
Quanto è bello.
"Perché?" Dice lui supplichevole
"Devo andare"  dico andando via veloce, per i corridori vedo Jon che sta baciando Asia, SCHIFO!
Non mi fa nessun tipo di effetto, anzi sono contenta che un puttaniere ed una puttana stiano insieme si sono trovati!
Esco dalla scuola e papà mi sta aspettando in macchina.
"Ciao pa, ma Alex?"
"Sta con Hanna"
"Va bene"
"Che vuoi per pranzo?"
"Indifferente, ciò che vuoi"
Arriviamo a casa e mi butto sul divano.
"Amore io devo andare via, un cliente importante mi aspetta, ci vediamo questa sera con la mamma, scusami non pensavo"
"Fa nulla ciaoo"
Sola! Bene...
Che fare?
Inizio con il sistemarlo elettronica mie cose nell'armadio.
Quando ho finito prendo il mio PC e vado un po' su Facebook.
Era da una vita che non lo usavo.
Cerco, bhe lui...
Scrivo il suo nome è appare il suo profilo.
Scorro le foto, è con una ragazza, alta bella giovane, magra
Mi ha dimenticato così facilmente, quella maledetta sera a casa sua mi ha mentito, mi ha detto che gli piacevo, si è visto.
Chiudo il computer e mi stendo sul letto, la luce del sole batte sul mio viso
umido di lacrime.
Piangere ancora per lui non se ne parla minimamente.
Mi rialzo dal letto e scendo giù.
Gli faccio vedere io a lui.
Un momento di rabbia mi invade.
Prendo la giacchetta ed esco di casa come un fulmine attraverso il mio quartiere e mi ritrovo in città, a due passi dall'appartamento di Carter.
"Ma che sto facendo qui?" Dico ad alta voce a me stessa, giro l'angolo e vado per il corso, decido di fermarmi ad un bar a  prendere un caffè.
"Che cosa le porto?"
Non ho il tempo di rispondere
"Due caffé, il mio con un goccio di latte"
"Perfetto arriva subito"
Guardo sbigottita la persona dinanzi a me.
Cosa? Cioè? Mi prende in giro? Io lo uccido!
"Dimmi cosa vuoi.... Svelto"
"Parlare, civilmente"
"E se qualcuno ci vedesse, che cosa penserebbe, eh un alunna ad un bar con il suo prof, potresti rovinarti la carriera"
"Lucy, si matura invece di scappare dai problemi, come di tuo solito"
"Sarò anche scappata ma tu venticinquenne non sei da meno, non fare tanto l'uomo vissuto perché qui di vissuto c'è solo la chiesa"
"Non sarò tanto più grande ma sono  un minimo più responsabile di una diciassettenne, che si è presentata sbronza nel mio appartamento, non hai pensato alle conseguenze quelle fottutissima sera eh?"
Non rispondo.
"Appunto ho diciassette anni non quaranta, le esperienze vanno fatte adesso"
"Ah e poi la chicca, il tuo adorato Jon che mi sembra ti abbia lascito dopo quanto cinque giorni, mi viene ancora il ribrezzo al pensiero di quello che stavate per fare quel giorno a pranzo"
"Questi non sono affari che la riguardano perché con il mio ex ho fatto quello che mi sentivo, e non mi pento" non è vero ho detto una bugia enorme mi sono pentita di tutto, ma non posso ammetterlo
"Quindi voi due siete andati infondo?"
"Cosa intende per infondo"
"Infondo infondo"
"Non sono affari tuoi"
"I due caffé, sono €2,10"
"Ecco a lei" dice Carter pagando anche il mio caffè
"Non serviva potevo pagare io il mio caffè" dici scocciata
"Accetta la mia gentilezza"
"Non accetto proprio niente da te" dico secca
Bevo il mio caffè con una bustina di zucchero.
"Abbiamo finito?" Dico guardando l'ora
"Perché sei andata via"
"Non mi va di parlarne, benché meno con te"
"Lucy....ho bisogno di saperlo"
"Che cosa cambia? Nulla non cambia assolutamente niente, hai una ragazza ora, bene sono felice per te, ricordiamoci impossibile" dico fredda ma con un tono amareggiato 
"Devo saperlo, vini con me" mi prende il braccio e mi trascina in un parco appartato vicino.
"Dimmi che tu non hai sofferto a Londra, dimmi che sei stata bene e ti sei goduta tutta la bellissima città, dimmi che in quel mese hai avuto voglia di vivere, dimmi che non sei stata giornate intere a piangere,
dimmi che sei dimagrita, per un assurda dieta fatta con un amica, e non perché non hai mangiato più, dimmi che il motivo della tua partenza è stata la voglia di vivere, ho bisogno di saperlo, perché in questo mese non ho vissuto, sapendoti lontana"
"Carter...." Inizio a piangere come una fontana.
Mi accascio a terra.
"Non piangere, non te lo permetto, guardami, guardami negli occhi"
Alzo lo sguardo
"Scusa, sono al causa di tutto, è colpa mia"
"Non posso dirti che non è colpa tua è colpa di entrambi, ho sbagliato ad andare via, devo cercare di dimenticarti, lo so, ci sto riuscendo, ma tu non cercarmi più, perché sennò non combiniamo niente"
"Tu ci riesci?"
"Eh?"
"Non provi più niente per me?"
"Tu hai mai provato qualcosa per una ragazzina di diciassette anni?"
"Tu hai mai provato qualcosa per un cretino di venticinque?"
"Dai..." Dico facendo un mezzo sorriso
"Cretino sicuramente" aggiungo
"Eh piccolina, tutta questa libertà?"
"Comunque, stando a Londra ho capito tante cose, la nostra relazione deve essere bloccata sul nascere, con questo non sta dicendo che io voglio, ma i Miei genitori, Alex, le persone che penserebbero"
"Hai ragione"

"Sa prof credo di amarla"...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora