12. The moon, the stars and the sound of silence

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Quando Shyla, Michelle e Tyler lasciarono la Sala della festa, ebbero l'impressione di essersi scaricati di dosso un enorme peso, di essersi liberati.

In effetti, non era difficile intuire perché: la confusione della Sala, così stordente e fastidiosa, non era altro che un suono sommesso e unanime aldilà della porta di mogano chiusa, e l'aria calda e asfissiante del party era stata rimpiazzata da una brezza di freddo pungente che inizialmente fece rabbrividire i tre, ma che poi si rivelò splendidamente limpida.

I ragazzi avevano escluso a priori l'idea che Ethan potesse trovarsi ancora in Sala: in primo luogo, perché sarebbe stato improbabile, dal momento che, in quel caso, avrebbe aspettato loro per uscire; in secondo luogo, perché, dopo una veloce ma attenta occhiata di Shyla all'ambiente circostante, la Corvonero aveva concluso che il corvino non si trovava più lì.

Ma allora, dov'era andato? E, soprattutto, perché aveva deciso di allontanarsi senza avvisare?

Perfino Shyla, che non si stupiva mai di nulla – poiché sosteneva che ogni azione avesse una conseguenza e che questa, se analizzata con attenzione, era sempre chiara, il che rendeva tutto sempre prevedibile – restò alquanto interdetta.

«Le cose si fanno finalmente interessanti: è tempo di investigare!» decretò, «In un contesto letterario, definirei questo momento come l'acme tanto atteso dalla sottoscritta.»

«Dobbiamo trovarlo. Ho una brutta sensazione» fece Michelle, «Dove può essere andato?»

«La Sala Comune dei Serpeverde?» suggerì Tyler.

«Ne dubito» lo smentì Shyla, «Evita sempre quel posto e, supponendo che si sia allontanato in cerca di uno svago, non credo proprio che sia andato proprio lì. Anzi, vi dirò di più: direi di escludere tutte le Sale Comuni.»

«Tutti gli studenti sono alla festa» fece Michelle, frustata, «Ci sono miriadi di posti dove può essere andato per stare da solo.»

«Ma noi abbiamo un elemento a nostro favore: il tempo» commentò la Corvonero, sollevando il polso sinistro in modo che l'orologio dal cinturino di cuoio che indossava fosse davanti ai suoi occhi, «Ci siamo resi conto dell'assenza di Ethan alle dieci meno un quarto. Consideriamo che lui abbia avuto dieci minuti di vantaggio rispetto a noi, quindi che sia uscito dalla Sala alle dieci e trentacinque. Non ci si può Smaterializzare entro i confini di Hogwarts, quindi ha dovuto fare tutta la strada a piedi. Okay, supponiamo che abbia corso. Ora sono le dieci in punto, ciò significa che Ethan non può trovarsi in un luogo che disti più di venticinque minuti da qui. Riuscite a pensare a dove sia?»

«L'aula di Antiche Rune corrisponde a quella distanza, più o meno» fece Michelle, «Ma io non sceglierei un'aula per rifugiarmi e, conoscendolo, lui sarebbe d'accordo con me.»

«Ottima osservazione» commentò la bionda.

«C'è il bagno di Mirtilla Malcontenta» disse Tyler, «Ma, nonostante credo che Mirtilla sia semplicemente incompresa, ad essere sincero sceglierei un altro posto dove andare ed eviterei il suo bagno» poi, per giustificare quel commento poco gentile, aggiunse: «Sapete, Mirtilla mette sempre un po' di tristezza, anche se non lo fa di proposito.»

Shyla annuì, «Cosa rimane, dunque?»

«Abbiamo escluso le Sale Comuni, dico bene?» Michelle arricciò le labbra, riflettendo, «C'è la Torre di Astronomia.»

«Già!» Tyler si illuminò, «È andato lì: me lo sento.»

«Visto? Se ragionate attentamente, ci arrivate» concluse Shyla.

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