17. Qualcosa simile ad un invito

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Ad Ethan, i fiocchi di neve erano sempre piaciuti.
Riteneva che ci fosse qualcosa di rassicurante nel sapere che fossero tutti diversi.

Guardandoli volteggiare, guidati dal prepotente vento di dicembre, si aveva l'impressione che fossero identici tra loro. Pezzi di ghiaccio somiglianti in tutto e per tutto a tanti altri.

Eppure, ognuno di loro aveva qualcosa che lo distingueva dagli altri e lo rendeva – almeno per i minuti nei quali fluttuava nell'aria gelida – assolutamente unico.

La neve si stava posando sul davanzale della finestra dalla quale Ethan, completamente perso, contemplava quella tempesta invernale.
L'indomani mattina, ne era sicuro, tutto il suolo circostante al castello sarebbe stato interamente bianco, e il ragazzo stava giust'appunto valutando l'idea di darsi malato per poi, grazie a una qualche strategia – l'avrebbe trovata in seguito – passare l'intera giornata a godersi la neve, quando la voce debole e roca di Shyla pronunciò il suo nome. Più volte. Accompagnando il tutto da colpi piuttosto decisi sul braccio del corvino per mezzo di un volume di Aritmanzia rilegato in pelle di drago.

«Non stai facendo i compiti, Ethan» disse, per poi tossire, quando il ragazzo le scoccò un'occhiata irritata.

«I miei compiti hanno a che vedere col guardare la neve, non lo sapevi?» ribatté lui, brusco.

«Shyla, seriamente» fece Tyler, guardandola apprensivo, «Dovresti fare qualcosa per il mal di gola... sta solo peggiorando.»

«Sciocchezze» ribatté lei e, nel dirlo, la sua voce perse, se possibile, ancor più volume.

Michelle alzò gli occhi al cielo, «Si può sapere che problema c'è nel prendere le medicine? Okay, sì: quella per la gola fa abbastanza schifo ma... »

«... Ma fa ancor più schifo avere questa voce» concluse Ethan.

Shyla scosse il capo, «Non prendo alcuna medicina senza sapere quali siano i...» si interruppe per tossire, «... i componenti esatti che contiene e...» un secondo colpo di tosse interruppe il suo discorso, «... e quando ho chiesto a Madama Pomfrey se mi potesse dire cosa mette nella Pozione, mi ha cacciata. Credo si sia sentita offesa o qualcosa del genere.»

«Devi fidarti di lei, Shyla» commentò Tyler, «Mi ha sempre aiutato; ha sempre aiutato tutti.»

Lei scosse la testa, imperterrita, «Be', non me. E ora continuiamo, Tyler. Quali sono i maggiori ingerenti della Pozione Restringente?»

Dopo averci riflettuto un paio di minuti, il Tassorosso aprì la bocca per rispondere, ma la tosse violenta di Shyla glielo impedì.

La ragazza sembrava davvero in pessime condizioni, per quanto continuasse a negarlo, e fu solo dopo aver bevuto vari sorsi dal bicchiere d'acqua che Michelle le offrì che sembrò riprendersi.

«Stai... stai bene?» chiese Tyler, preoccupato.

La bionda aprì la bocca per rispondere ma, con suo stupore e sgomento, non ne uscì un singolo suono.

Aveva perso la voce.

Michelle sgranò gli occhi, «Shyla? Non riesci proprio a parlare?»

L'amica tentò di risponderle, ma invano.

«Shyla, non per fare l'antipatico ma... » fece Tyler, «Se avevi preso la medicina, questo non succedeva...»

Shyla si preparò immediatamente a correggerlo, ma, purtroppo per lei e non per Tyler, non ne fu in grado.

Un ghigno si fece largo sul volto di Ethan, «Mi rimangio quello che ho detto prima: questa situazione mi piace! Sentite che pace, che paradiso, senza il suo tono saccente a rompere il– »

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