Dylan

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Mia madre mi chiamò più volte e quando gli ospiti arrivarono feci la mia grande entrata.
Indossavo un tubino nero tanto stretto che potevo soffocare da un momento all'altro.
Tutti rimasero sorpresi e io compresa.
Loro per il mio abito e io per il ragazzo che mi trovavo di fronte. Dylan .
-Buonasera, piacere Holland-
Mi presentai a tutti, mia madre era ancora a bocca aperta mentre Dylan non faceva che ridere.
-Mamma dovremmo pranzare ricordi?!-
-ah si certo, accomodiamoci-
Mi guardava con aria severa e lo fece per tutta sera. Arrivati alla fine propose un caffe agli adulti e a noi di uscire in giardino per conoscerci meglio.
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-Bel vestito- aveva un sorriso a trentadue denti e io non facevo altro che pensare a come rovinarglielo.
-Tu lo sapevi-
Gli chiesi con aria dura.
-No, ma non è male-
-Senti tu potrai essere anche molto carino ma io ho già un ragazzo.-
Almeno credo, da quando sono partita non abbiamo più parlato.
-Molto carino eh! Tranquilla okay, faremo solo finita come fanno tutti del resto,  davanti ai nostri genitori saremo la coppietta felice mentre io in realtà continuerò a uscire con le altre e tu a fare la solitaria fidanzata, ci stai?!-
-Okay-.
Fu l'unica cosa che riuscì a dire.
Rientrammo in casa e finalmente gli O'Brien andarono via.
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-Mi raccomando fammi fare bella figura-
-Mamma- dico con tono angosciato
-È il vostro primo vero appuntamento quindi...-
-Mamma tu sai che non sono d'accordo con tutto ciò-
-Ne abbiamo già parlato okay?! Ora vai che Gaston ti aspetta in auto.-
Bussai alla porta e la signora O'Brien  mi accolse con un gran sorriso e mi indirizzò verso il piano disopra,la stanza di Dylan credo.
Bussai ma nessuna risposta, al terzo tentativo decisi di entrare, aperta la porta mi trovai una visione raccapricciante davanti a me, bhe non proprio disgustosa, chiusi immediatamente  e restai in mobile.
-Che ce principessina non hai mai visto un ragazzo nudo-
Il sangue mi si gelava ma non risposi.
-Puoi entrare adesso tranquilla verginella-
-Smettila di affidarmi soprannomi ridicoli-
-Allora ho colpito nel segno-
Mi sfiorò con la sua mano il braccio e mi si avvicinò all'orecchio
-Strano che un ragazza come te sia ancora vergine, che ce aspetti il matrimonio?!-
Avrei voluto non rispondere ma non ci riuscì.
-Per tua informazione, la mia verginità è rimasta sulle isole delle Hawaii-
mi sentì imbarazzata, era vero quello che dissi ma nessuno lo sapeva, Alex era stato il primo e l'unico, non che non ne avessi avuti altri di ragazzi o di opportunità , ma Alex era stato l'unica a farmi sentire davvero speciale con quel suo modo dolce e premuroso. Ero assolta nei miei pensieri fino a quando Dylan non ricominciò a parlare.
-Bene, permalosa la ragazzina, Hawaii eh?! Quindi viaggi per far baldoria. Mi piace-
-Te l'ha mai detto nessuno che sei un cretino-
-Molte ma detto da te è cosi sensule-
Cercò di infastidirmi ma io lo zittì subito, ero stanca e non mi andava di litigare ancora.
-Senti smettila, dammi una sigaretta e finiamola.-
-Fumi?! Quindi fai anche la ribelle-
-Me la dai si o no?!- dissi con aria esausta e sperai di non dovermi subire un'altra delle sue stupide battutine.
-Tieni- me la passò, l'accese e mi invitò a sedermi sul suo letto, con mio grande stupore non emise alcuna parola, e gliene fui grata ma dopo poco ruppe il silenzio.
-Quindi sei la figlia di Lili-
-Perspicase il ragazzo- dissi sarcasricamente.
-Ti immaginavo diversa, sai bionda,  occhi pieni di mascara e il viso pieno di trucco-
-Barbie?! Bhe mi dispiace averti deluso-
-No, più che altro mi hai...sorpreso.... ecco!-
-Bene, almeno non sono poi così scontata- Dylan rise e io feci lo stesso, era diverso, sembrava quasi che avesse tolto la maschera da ragazzo ricco e presuntuoso, forse era così il vero Dylan.
Erano ormai le otto, avevamo parlato per circa un'ora dei miei e suoi gusti musicali che erano molto diversi, a lui piaceva il rock mentre io non avevo uno stile ben definito, ascoltavo e capivo, cercavo di mettermi nei panni di chi scriveva e permettevo alla musica di entrare nella mia testa, mi rimisi le mie converse nere e feci per uscire ma mi bloccai quasi fossi stata in dovere di rispondere alle sue perplessità, lui mi guardò con aria interrogativa.
-Vuoi sapere il perché? Non perché non sono come mia madre ma perché sono diversa dal resto delle ragazze che frequenti.-  Rimase sorpreso e io uscì.
Salutai i signori O'Brien e andai a casa, mi gettati a capofitto sul mio letto, strinsi tra le mie braccia il mio Teddy e mi addormentai, per la seconda volta pensando a Dylan.

"You deserve to be happy"💘/StydiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora