-Allora racconta-
Shelley era molto curiosa e sembrava molto più felice di me, non che lo fossi per carità, eravamo sedute su un tavolo del parco, i ragazzi giocavano a basket sul campo al nostro fianco, mentre Crystal era assorta nei suoi pensieri, fissava i ragazzi e fumava una sigaretta quasi ignorandoci.
-È la dodicesima volta che te lo dico, niente, non è successo niente.-
Shelley rideva e continuava a farmi domande su Dylan ma ormai la mia testa era sul campo, ero quasi incantata dalla figura del ragazzo.
-Dico solo che Stareste bene insieme-
La guardai con aria esausta e apri la bocca per darle un ultima risposta ma Crystal mi precedette.
-Stronzate-
-Come scusa-
-Ammettilo vuoi solo qualcuno che ti sopporti, qualcuno che parli d'amore e di tutte quelle cazzate, qualcuno che ti "capisca", com'è che si chiamano?!-
-Si chiamano amiche, amiche Crystal-
Disse Shelley con tono duro e serrando i pugni.
-No, si chiamano oppressi, Ty ormai è uno di loro, non so come ti faccia a sopportare-
Pronunciate quest'ultime parole Crystal se né andò, Shelley la ignorò e andò verso i ragazzi per congratularsi mentre nella mia testa il caos si fece spazio, come mai Crystal aveva detto quelle cose e cosa più importante, perché Shelley era così serena durante l'ultima frase. Volevo fare chiarezza ma alla vista di Dylan che si avvicinava, provai paura, raccolsi la mia roba e andai via senza salutare e dire niente, ero confusa e nulla mi avrebbe aiutato più di una bella corsa fino a casa. Infondo era Domenica mattina, il sole splendeva, le prime foglie cadevano e il vento si aggrovigliava con lo spazio circostante.
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-Come mai te la sei presa tanto con Shelley prima?-
Ero curiosa e questa era un'ottima occasione per chiarire i miei dubbi. Crystal mi aveva invitato a casa sua e fortunatamente non vi era ombra di Dylan.
-La barbie, si certo, senti non ho nulla contro di lei e solo che... bhe lascia stare okay-.
-Okay-
Risposi confusa e con ancora mille domande nella testa.
-Allora che facciamo-
Chiese Crystal cambiando discorso.
Iniziai a guardarmi attorno e appena notai un poster di Ashley il mio viso si illuminò.
-Hai qualche disco-
Dissi indicando il poster e senza farselo ripetere due volte inserì il disco nel suo sterio e entrambe iniziammo a ballare sulle note di Colors.
Crystal mi offrì una sigaretta che accettai molto volentieri e andammo avanti così tra musica,fumo e quando fu sera ci preparammo al nostro pigiama party. Mi piaceva Crystal eravamo molto simili, amavamo le stesse cose, stesso pensiero e con una sola giornata avevo capito che le volevo bene quasi come una sorella e che avevo capito più lei in quelle poche ore che Dylan in questi giorni.
Crystal aveva preparato un piccolo spazio per me e scaricato un film per passare le serate,mancava solo una cosa, alcool.
-Hai della vodka vero?-
Crystal rise e annuì.
-Nell'ufficio di mio padre, la terza porta a destra, nello scaffale, potrai trovare quello che vuoi-
-Ma non posso...-
-Tranquilla i miei sono partiti non torneranno prima di martedi-
Sorrisi alle sue ultime parole e senza aspettare mi diressi verso l'ufficio.
La casa era veramente grande e le stanze erano molto distanti tra di loro, le pareti erano piene di quadri alcuni con dipinti famosi e altri con foto di famiglia. Crystal mi aveva detto che lei era stata adottata ecco perché Dylan non la ritiene una sorella ma infondo, sapevo che le voleva bene, l'avevo visto la sera della festa. Avevano sguardi complici e lei infondo, anche se non lo ammetteva, gli voleva bene. Ancora pochi passi e arrivai alla seconda stanza, la riconoscevo era quella di Dylan, velocizzai il passo, sentì suonare qualcosa, una chitarra e anche molto bene, non sapevo che suonasse ma infondo non sapevo nulla di nulla. Arrivai nell'ufficio e presi subito la bottiglia quasi per paura di essere scoperta, amavo il rischio ma non in quei casi, non quelli che c'entravano con alcool e fumo. Sfiorai la scrivania e una foto cadde, fortunatamente senza rompersi, poggiai la bottiglia e la raccolsi e prima di posarla la ammirai per qualche minuto. C'erano due bambini, Dylan e Crystal che giocavano nel loro giardino, rimani incantata, avevo visto molte foto ma questa era diversa, meno severa quasi fatta per caso ma al momento giusto.
-Bella vero?-
Il mio cuore si fermò per alcuni istanti, la voce di Dylan mi sorprese, ero stata colta sul fatto ma mi ripresi subito, posai la foto sulla scrivania e ripresi la bottiglia voltandomi per andar via e scapppare dall'imbarazzante situazione.
-Molto bella... bhe ero venuta solo per questa- indicai la bottiglia fra le mie mani
-Mia padre prima o poi si accorgerà che Crystal gli ruba le bottiglie, quella ragazza non cambia mai-
Sorrideva con il capo abbassato, indossava solo i pantaloncini dell'adidas e una canotta grigia.
Le sue parole, i suoi gesti e il suo sorriso furono solo altri tratti che confermarono le mie idee. Si volevano bene, erano fratelli anche se non per la genetica, avevo trovato la prima differenza tra me e la mia amica.
-Avevo intuito che non era la prima volta-
Sorrisi anch'io e tra noi si formò un muro di imbarazzo che subito fu interrotto da una voce femminile sulla porta.
-Hey, ti sbrighi oppure ti arrendi-
Non avevo mai visto quella ragazze, riuscivo a vedere il suo corpo slanciato e coperto solo da una t-shirt che copriva ben poco, aveva i capelli tinti di blu e un sorriso che inquietava. Dylan si voltò verso la ragazza e dopo verso di me.
-Arrivo subito- lo guardai senza alcun senrimento nello sguardo , in modo indifferente anche se non lo ero,mi avvicinai alla porta, scanzai la ragazza e con educazione salutai, stesso sguardo freddo e indifferente, proprio come lo volevo. -Ciao e addio- disse la ragazza con tono squillante e vittorioso, anche se non capivo su cosa aveva vinto, ma non poteva restare zitta, infondo ero sempre Holland Roden, non potevo lasciare che qualcuno mi calpestasse , non di nuovo almeno.
-Buona fortuna e si vi annoiate potremmo prestarvi un gioco da tavola.-
Sentì Dylan ridere e la ragazza non fiatò, ero soddisfatta, mai e poi mai, nessuno dopo l'ultima, poteva vincere su di me anche se non era una vera guerra.
Rientrai nella stanza, raccontai tutto a Crystal che si congratulò con me e criticò le scelte di Dylan anche se , da quello che avevo capito, non era la prima volta.
-Tieni metti questo-
Crystal mi porse un suo pogiama che assomigliava più che latro a una lunga t-shirt.
-Non ho altro mi dispiace, dovrei fare shopping, potresti acconpagnarmi-
Sorrisi annui e indossai il "pigiama". Guardammo il film, parlammo ancora e ancora, fino a quando non fummo troppo stanche da addormentarci. Ero felice, avevo ritrovato un legame che ormai non provavo da molto. La luce lunare illuminava la stanza con ombre, accompagnate dal senso di pace e dal rumore del silenzio.
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"You deserve to be happy"💘/Stydia
Fiksi Penggemar-Dylan, Dylan O'Brien, Capitano dei Tigers- Ecco finalmente conosceva il capitano. -Non hai risposto al perché?!- -Mi piace questa canzone.- -Davvero?! Questa è la tua risposta-