Capitolo 26

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Le settimane seguenti le passai sui social cercando qualsiasi traccia che potesse ricondurmi a quella "ragazza fantasma". Emil faceva lo stesso ma fino a quel momento ne io ne lui scoprimmo qualcosa di concreto. Era come se quella ragazza non esistesse, eppure sentivo in me quel solito campanellino d'allarme che mi aveva salvato parecchie volte da situazioni particolarmente pericolose.

"Ti dico che non ho trovato nemmeno una sua foto" dissi io col cellulare in mano mentre destreggiavo con cura il mouse collegato al computer portatile. Fuori pioveva a dirotto ed io ero seduta sul letto sotto strati di coperte di lana con una tazza di latte sul comodino. Finite le lezioni mattutine, ritornai subito a casa dato che non avevo il turno pomeridiano al discount e ne approfittai per fare ulteriori ricerche.

"Lo so, ti credo. Ad essere sincero non ho trovato nulla nemmeno io. Ma esiste veramente? Ci credi che sto iniziando ad avere seri dubbi sulla sua esistenza? E se "Cecilie" fosse un nome in codice? Potrebbe essere?" dall'altro lato della cornetta c'era un Emil disperato che urgeva risposte alle sue infinite domande. Quel caso ci aveva preso sul serio e la mera curiosità iniziale si stava trasformando pian piano in una vera ossessione.

"Non ti nego che anche io ho pensato questo ma so...sento che questa ragazza è vera ed è la chiave di tutto" appoggiai il computer sulla coperta e mi stiracchiai per bene per poi bere un sorso del caffè latte bollente.

"Mi sa che dobbiamo abbandonare il "piano A" e adottare il "piano B"."

"Piano B?"

"Si. Abbiamo capito che in due settimane tutto quello che siamo riusciti ad ottenere sono state solamente altre domande e delle occhiaie da far paura, per cui per il bene della causa dobbiamo cambiare tattica."

"Effettivamente questo ragionamento non fa una piega, ho passato delle notti insonni che non ti dico."

"Lo so, lo so, anche io purtroppo. L'esistenza di questa ragazza ormai mi tormenta anche in sogno ormai. Adesso ti spiego cosa faremo, ci sei?"

"Sono tutta orecchie" risposi io poggiando la tazza sul comodino e sedendomi sul centro del letto.

"Perfetto. Per prima cosa non devi rispondere alle chiamate del povero William e non devi dare assolutamente una risposta a Lukas per quanto riguarda la vostra relazione."

"No aspetta...cosa c'entra adesso?" non capivo il collegamento tra il piano B, William e Lukas.

"Non ci arrivi? E' tutto collegatto a te" rispose lui ridendo.

"A me? E perchè scusami?"

"Ti spiego meglio. A William piaci giusto?"

Inizialmente esitai a rispondere a quella domanda ma dopo mi venne in mente quella notte nella mia stanza, quando per poco non ci baciammo, e alle sue parole "adesso sai cosa provo per te" "ti aspetterò quando ti renderai conto dei tuoi sentimenti".

"Si, credo di si"

"Bene, oltre al fatto che so perfettamente che sotto sotto a te piace, ma comunque-"

"Emil!" lo ammonii io e lui si mise a ridere.

"Comunque sappiamo entrambi che William e Lukas non sono mai andati d'accordo, ma sappiamo anche che Lukas prova una sorta di amore possessivo nei tuoi confronti. Altra cosa strana e che lascia perplesso è l'harem, si fa per dire, che si è venuto a creare attorno a Lukas. Se non l'avessi capito sto parlando di Sana, Chris, Vilde e Eva. Queste quattro ragazze ti hanno fatto dubitare dal primo momento dopo il trasferimento di Lukas. Hanno cercato di metterti contro William. Il perchè? Questo ancora risulta essere un mistero in questa gabbia di pazzi. Sono forse gelose che un ragazzo si avvicini alla fidanzata del loro migliore amico? Ci credo ben poco"

"Io inizialmente ho pensato una cosa del genere ad essere sincera."

"Non può essere per questo, Noora. Da che mondo e mondo le amiche di un ragazzo agiscono come "body guard" nei confronti della sua ragazza? Semmai dovrebbero lasciarti fare in modo da vedere se sei fedele o meno al tuo fidanzato nonchè loro amico. No?"

"Hai ragione, non ci avevo pensato..."

"Ero sicuro che non ci avevi pensato perchè sei troppo buona e guardi innocentemente le persone che ti circondano. Devi capire che il tuo più grande nemico spesso e volentieri riveste i panni di colui che ti è più vicino" dopo aver fatto una breve pausa, riprese il suo discorso.

"Per farla breve dobbiamo osservare il comportamento di William e Lukas nei tuoi confronti. Di sicuro uno dei due cederà col passare del tempo o comunque inizierà a comportarsi in modo strano. Questo ci farà capire delle cose."

"Intendi dire che dal loro comportamento potremmo capire il cosiddetto "colpevole della situazione"?"

"Una cosa del genere. Di sicuro, uno dei due ci porterà a Cecilie volendo o non volendo."

"Ho capito. Sembra un buon piano, complimenti."

"Ti ringrazio, sono consapevole che l'astuzia non fa per tutti" e si mise a ridere. Improvvisamente udì un boato dall'altro lato della cornetta.

"Che è successo?" chiesi io.

"Oh nulla, un cliente ha rovesciato alcuni prodotti per terra a quanto pare. Ti chiamo dopo in caso"

"Va bene, tranquillo e grazie ancora" poi chiusi la chiamata.

Mi alzai dal letto e, dopo aver preso la tazza di caffè latte, andai davanti la finestra.

Il solo pensiero di ignorare William mi faceva sentire una strana fitta al cuore. In quelle due settimane eravamo ritornati a salutarci normalmente e a dialogare del più e del meno. Era sempre lui a cercarmi e non potevo negare che la cosa mi faceva tanto piacere nonostante i discorsi passati e il suo non voler parlare di quello che stava accadendo. Avevo deciso che me ne sarei occupata personalmente senza fare troppe domande alla gente che mi circondava e questo mi aveva regalato una certa tranquillità. Per quanto riguarda Lukas continuavo a non ricambiare i suoi sentimenti ma vederlo soffrire faceva male anche a me. Mi rivolgeva sempre uno sguardo triste e malinconico. Alle volte notavo che mi fissava nei corridoi, o che mi seguiva per brevi tratti di strada. Ci fu addirittura una volta che lo vidi piangere nel cortile della scuola e sia Eva che Vilde cercarono di consolarlo più che potevano. Quella condizione mi stava stretta, ma non potevo farci nulla fondamentalmente. Nonostante i miei sentimenti assenti nei suoi confronti cercavo di essere presente per lui, lui che da me voleva solamente una risposta.

Un altro piano, eh? Che piano B sia allora.

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