Capitolo 1

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Adoravo leggere "Cime Tempestose" sul porticato di quello che era la mia casa di campagna, in Norvegia. Aria pulita, vista mozzafiato con il vento piacevole che muoveva la sedia a dondolo. Passavo gran parte dei miei pomeriggi in questo modo, divoravo libri di tutti i generi e di svariati autori anche se la mia preferita rimaneva sempre la Brontè. Iniziai a leggere le sue opere alle medie, quando la professoressa assegnava a me e ai miei compagni dei libri in vista delle gare di lettura che si svolgevano nel nostro istituto. Devo ringraziare la mia professoressa e gli organizzatori di quelle gare per aver fatto nascere in me questa passione per i libri.

Vinsi più volte le gare assieme ad un ragazzo di un anno più grande di me che si chiamava William. Non ci conoscevamo abbastanza ma tra di noi c'era sempre qualcosa che ci attraeva l'un l'altro per cui passavamo sempre del tempo insieme. Dopo essere entrati alle superiori, piano piano iniziammo a conoscerci meglio e ci avvicinammo sempre di più. Nonostante fosse ancora un ragazzino era più alto della media dei ragazzi della mia scuola, aveva gli occhi color nocciola e i capelli ramati, giocava a basket e leggeva parecchio. Era il classico ragazzo intelligente, sportivo ma soprattutto popolare della scuola. Seppur prima fosse riluttante per tutta quella notorietà poi cambiò idea iniziando a frequentare feste e ragazze solo per fare esperienza.

Iniziai ad essere trascurata da parte sua dato che ormai aveva una compagnia differente. Usciva con una ragazza diversa ogni settimana, non importava se fosse bella o brutta, a lui interessava solo portarsi tutte le ragazze a letto per poi scaricarle subito dopo aver finito con loro. Non riconoscevo più quel ragazzo e, senza che ce ne accorgessimo, ci allontanammo entrambi ognuno pronto a continuare verso la propria strada. Ogni tanto giravano voci che lui stesse diventando padre dato che aveva messo incinta una ragazza la quale non voleva abortire, oppure giravano voci che lui provasse qualcosa per me. Io non volevo fare assolutamente la fine di tutte quelle ragazze che dopo aver stropicciato le lenzuola del suo letto diventavano totalmente sconosciute per lui.

Dopo un paio di mesi, iniziai a frequentare un ragazzo più grande di me. Lui si chiamava Lukas, era alto con i capelli neri e gli occhi verdi. Era buono con me e il suo interesse nei miei confronti sembrava sincero. Nel frattempo William continuava ad avere sempre le sue storielle settimanali anche se avevo notato che cercava di avvicinarsi a me sempre di più, certe volte mi seguiva anche.
Non mi importava più di lui ormai perché ero felice con Lukas e non avevo bisogno più di nient'altro tanto meno di William.
La storia con Lukas si stava facendo seria e William non poteva vedere che io fossi felice con un altro ragazzo.

Successivamente Lukas si dovette trasferire in quanto il capo del padre lo aveva trasferito in America e, nonostante fossero tutti scontenti di quel trasferimento, non si poteva fare nulla di concreto. Fu il periodo più brutto della mia vita perché un pezzo del mio cuore si stava staccando per seguire Lukas oltreoceano. Eravamo felici e innamorati più che mai, forse il momento più felice della nostra relazione, per poi essere distrutti da quella notizia. Ci eravamo ripromessi che nemmeno la distanza ci avrebbe separati perché noi eravamo più forti, il nostro sentimento lo era. Eravamo soggetti di tanta ingenuità e fragilità, l'importante era stare insieme e non importava altro.

Il giorno del nostro "arrivederci" fu il più doloroso e non riuscii a trattenere le lacrime. Mi avvinghiai alla sua vita come un panda senza scrollarmi di dosso, mentre lui sbuffava e mi prendeva in giro rassicurandomi che non sarebbe stato un "addio" bensì un "arrivederci". Io lo amavo, lo amavo troppo e avevo troppa paura di perderlo o che qualcuna me lo avrebbe portato via. Lui era ingenuo e non riusciva a capire quando una ragazza ci provava con lui.

"Promettimi che terrai tutte alla larga e che sei solo mio" dissi guardandolo dritta negli occhi ancora avvinghiata attorno alla sua vita.
"Lo prometto Noora, che poi devi stare tranquilla che tanto piaccio solo a te" disse ridendo.
"Piaci solo a me perché sono stata capace di neutralizzare con un solo sguardo tutte quelle che volevano provarci con te, sono stata brava eh?"
"Okay, adesso mi fai paura...comunque amore, devi stare tranquilla. Tra due anni massimo ritornerò a prenderti"
"È una promessa?"
"Lo è" disse per poi baciare la punta del mio naso.
"Guarda che con i poteri da stalker a me conferitomi io ti cercherò e ti troverò ovunque tu sia, per cui mantieni la tua promessa" dissi scherzando, o forse no.
"Ahah okay okay signorina, adesso devo andare altrimenti l'aereo partirà senza di me e forse è ciò che vuoi ma ehy...ti ho scoperta"
"Peccato, pensavo di averla fatta franca" risi anche io, poi lo baciai dolcemente.
Mi mancherà tantissimo ma dopotutto come ha detto lui questo è un "arrivederci".
"Ti amo, sempre tuo" mi disse poi prendendomi le mani e guardandomi dritta negli occhi.
"Ti amo, sempre tua" dissi ricambiando lo sguardo.
"Andiamo Lukas, perderemo l'aereo" mi ricordai solo allora che c'erano anche i suoi genitori li, che imbarazzo.
L'ultimo bacio e poi lo vidi allontanarsi tra la folla con la sua valigia tra le mani e quel sorriso che mi mandava interamente in tilt.
Guardai l'orologio, le 18:30. L'ultimo bus sarebbe partito tra cinque minuti, merda. Iniziai a correre schivando le persone e i loro bagagli fino ad arrivare al parcheggio degli autobus e dei taxi per poi vedere l'autobus in lontananza.

Merda, merda, merda. E ora che diavolo faccio? Non ho dei soldi con me e non posso tornare con un taxi!

"Serve aiuto forse?" Disse qualcuno con una voce maschile alle mie spalle. Mi girai di scatto riconoscendo quella voce.
Era William.

Every day with youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora