Capitolo 10

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"Per farla breve, é la sorella di Lukas" disse lui guardandomi dritta negli occhi.
"Il mio Lukas?"
"Esattamente"
Non riuscivo a capire che ruolo potesse rivestire Lisa in quella storia dato che William la definí "lo snodo fondante". La conoscevo benissimo da poter dire che fosse una brava ragazza, sempre buona e gentile nei miei confronti ma soprattutto fu la prima ragazza che iniziò ad amare me e Lukas come coppia. Era di due anni più piccola rispetto Lukas e non si somigliavano neppure poi tanto dato che lei aveva i capelli biondi e gli occhi grigi.

"Cosa c'entra lei, William?"
"Come dire...abbiamo avuto un trascorso io e lei" disse prendendo un altro mucchio di sabbia nella sua mano facendola passare tra le sue dita.
"Un trascorso negativo?" Chiesi io.
"Esattamente. Mi spiace deluderti Noora, ma non é tutto oro quel che luccica" disse girandosi sorridendomi.
"Cosa vorresti dire con ciò scusa?"
"Che Lisa non é assolutamente la ragazza carina e indifesa che pensi tu e gran parte delle persone che credono di conoscerla. A dirti la verità anche io pensavo fosse quel tipo di ragazza, mi sbagliavo." Disse con un tono di voce colmo di rabbia e delusione.
"William potresti evitare di girare intorno alle cose? Va dritto al punto per piacere" dissi io.
"D'accordo, hai ragione. Allora..." fece per iniziare ma la suoneria del mio cellulare squilló all'improvviso rompendo quel silenzio che ci avvolgeva.

"Pronto?" dissi io.
"Pronto Noora, sono Eva"
"Ciao Eva, é successo qualcosa?" dissi io notando un lieve allarmismo nella sua voce.
"Nulla oltre al fatto che tua madre mi ha chiamato per dirmi che ti viene a prendere tra 30 minuti...Noora, devi dirmi forse qualcosa?"

Cavolo, mi ero dimenticata di avvisarla. Stupida che sono!

"Oh, Eva ascolta...ho avuto un imprevisto e non sapevo che dire a mia madre per cui ho inventato che avremmo studiato matematica da te...scusami tanto per non averti avvisato, ma l'ho dimenticato" nel frattempo William si era alzato da terra scrollandosi la sabbia che aveva addosso, aveva sicuramente carpito la situazione.
"Stai tranquilla, la prossima volta però avvisami prima almeno evito di fare la figura da ebete con tua madre al telefono" disse seria anche se sapevo che sotto sotto rideva anche lei.
"Giuro che non succederà un'altra volta, comunque tra 30 minuti da te?"
"tua madre mi ha detto 30 minuti, ti conviene non tardare perché considerando la tua corporatura non credo ti convenga entrare dalla finestra scalando l'albero in giardino"
"Va bene capo, più veloce di un fulmine. A dopo e grazie sempre!" e chiusi la chiamata. Cercai con lo sguardo William per spiegargli la situazione ma lui aveva già capito tutto. Prese il casco e andammo verso la moto.

"Quando potremo parlare ancora?" Chiesi prima di salire sulla moto.
"Non lo so questo, sicuramente quando nessuno delle tue amichette sarà nei paraggi. Non voglio nemmeno contatti con te a scuola, intesi?" Disse abbassando la visiera del casco.
"Perché no? Hai paura di loro forse?" Dissi io alzandogliela di nuovo.
"Figurati, dovrei aver paura di quelle li?" Rise per poi aggiungere "andiamo dai, non vorrai mica tardare"
Mi aggrappai alla sua maglia per salire sul motore.
"Andiamo".

Il viaggio del ritorno non ebbe la stessa magia dell'andata. Sfrecciava sull'asfalto per non farmi tardare e io mi ritrovavo sempre più avvinghiata a lui in quanto avevo paura di cadere da un momento all'altro. Accostó nei paraggi della casa di Eva proprio per non farsi vedere e non farmi cadere la copertura.

"Arrivati a destinazione" disse.
"Grazie per aver fatto veloce, William" dissi io scendendo.
"Ripeteremo la solita procedura prima di parlare" mi disse togliendo il casco.
"Mi raccomando, fai passare altre settimane prima del nostro prossimo incontro e giuro che-"
"Giuri cosa, Noora? Sai benissimo che non sei nella posizione per minacciare la gente" disse sorridendo. Aveva perfettamente ragione, quanto lo odiavo.
"Grazie per avermi parlato di te in spiaggia, come dire...ne avevo bisogno in un certo senso e ad essere sincera  mi sono ricreduta su di te" dissi io.
"Sarebbe arrivato il momento prima o poi e, dopo averlo programmato per così tanto tempo, finalmente eccoci qua" disse per poi aggiungere "dai, ho delle cose da sbrigare, ci vediamo ragazzina" disse dandomi una pacca sulla spalla. Poi accese la moto, fece retromarcia e andò via. Io iniziai a fare strada verso il vialetto di Eva, mia madre a quanto pare era in ritardo di dieci minuti, grazie al cielo.

"Fammi sapere come va a finire Eva, non vedo l'ora di portare a termine quel che abbiamo iniziato" disse una ragazza che si trovava nel giardino di Eva. Ero troppo lontana per distinguerla dal viso, riuscivo solo a sentire quello che stavano dicendo.
"Puoi contarci, riceverà una lezione che si ricorderà per sempre" disse Eva ridendo per poi chiudere la porta. La ragazza che poco prima era di spalle e parlava con Eva si girò e fu allora che la riconobbi.
Era Lisa.

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