Capitolo 3

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" Noora, finalmente ti ho trovata!" disse Eva sbucando dal corridoio principale della nostra scuola, la Hartvig Nissens Skole.

Era un edificio maestoso all'esterno con le pareti gialle che contrastavano con il cielo cupo della Norvegia. Una delle migliori scuole di Oslo, offriva degli ottimi corsi e la gente che frequentava non era poi così male come nelle mie scuole precedenti. Io non ero originaria della Norvegia, ma per cause lavorative dei miei genitori fummo costretti a trasferirci qui. Avendo 14 anni, fu un'esperienza abbastanza traumatica dato che dovetti lasciare tutte le mie migliori amiche e gran parte della mia famiglia, specialmente mio zio con la quale ero molto legata. Inizialmente ero la "nuova arrivata" della città ed ero vista in maniera diversa, spesso e volentieri venivo evitata da tutti gli altri ragazzi della mia età. Nonostante ciò, non mi davo per vinta,  sapevo stare benissimo da sola e la cosa non mi spaventava nemmeno un po'. Certo qualche amico avrebbe fatto comodo sotto vari punti di vista, ma essendo una tipa indipendente già da piccolina mi rimboccai le maniche e continuai ad andare avanti in qualsiasi situazione.

Questa mia grande indipendenza alla mia età spaventava non poco i miei genitori che cercavano sempre di farmi fare amicizia con i bambini dei loro amici o dei vicini. Il mio primo amico qui in Norvegia fu proprio William in occasione delle gare di lettura. Non era un tipo che parlava tanto di sè, anzi non era un tipo che parlava in generale. Ogni volta condividevamo il banco, facevamo strada assieme e, tolto il muro della timidezza che ci separava in un primo momento, iniziammo a conoscerci meglio. Alle volte lo invitavo a casa mia per passare dei pomeriggi insieme e lui, ovviamente, ricambiava.

Avevamo costruito un'amicizia simile a quella tra due migliori amici e ci trovavamo molto bene assieme, prima del suo cambiamento radicale almeno.
Credevo che gli fosse successo qualcosa di brutto ma lui non ne volle mai parlare, poi iniziò ad allontanarsi e ad usare tutto e tutti a convenienza. Cercai disperatamente di avere delle spiegazioni senza nessun risultato. Poi magicamente arrivò Lukas nella mia vita, così di punto in bianco.

Lui, di un anno più grande di me, aiutava sempre un mio professore durante le sue lezioni soprattutto per delle cose tecnologiche,era molto bravo e ci sapeva fare.
Entrambi ci lanciavamo degli sguardi, dapprima di curiosità, poi di un lieve interesse. Dopo due o tre lezioni mi invitò a prendere il caffè economico della mensa per trasformare quei nostri sguardi in parole. Era molto simpatico e mi faceva ridere sempre con le sue battute alle volte tristi. A quel primo "appuntamento" ne seguì un secondo, poi un terzo, un quarto e via dicendo fino a quando la mensa non divenne ricca per tutti i caffè che compravamo. In primavera mi chiese di frequentarci, ci definiva entrambi "compatibili" per cui sarebbe stato uno spreco lasciar correre senza provare. Io accettai e poi da cosa nacque cosa.

Nel frattempo feci amicizia con delle ragazze della scuola nonché amiche di Lukas. Erano simpatiche come lui e molto alla mano, mi invitavano sempre ad uscire o ai loro pigiama party. Insomma, mi resero parte integrante del loro gruppo e io ne ero veramente felice. Eva era una di loro, con i suoi occhioni verdi e i suoi capelli rossi, era quella con cui avevo legato di più. Trovava sempre una soluzione a tutto, era la "mente del gruppo". Poi c'erano Vilde, Chris e Sana. Vilde era sempre pronta ad aiutare tutti, la ragazza che dava totalmente il cuore e quando si innamorava era la fine. Chris, invece, era quella che organizzava ogni tipo di feste purché ci fosse alcol. Sana era la ragazza più seria, indipendente, razionale e ironica del gruppo, parlava poco ma quando lo faceva diceva le cose come stavano senza troppi peli sulla lingua e noi tutte l'adoravamo per quella sua caratteristica.

"Terra chiama Noora, ci sei?" disse Eva sventolando la sua mano destra.
"Scusa Eva, ero assorta nei miei pensieri. Dicevamo?"
"Tranquilla, allora domani sera stiamo organizzando una festa a casa di Chris, vuoi venire?"
"Chi sarebbe Chris?"
"Il fidanzato di Marta, la ragazza della 2B"
"Chi sarebbe questa Marta?"
"Oh andiamo Noora, sei seria? Vabbè io ti conto, farai amicizia con loro domani sera!" Disse girandosi per tornare in classe.
"Oh aspetta Eva, io veramente domani avre-"
"Non si accetta nessun impegno, domani tu sei alla festa, a dopo!" poi scomparì tra la folla.

"Ci sarò anche io alla festa" mi girai di scatto a quella voce.
"Fammi capire, ti piace sbucare sempre alle spalle delle persone?" William era dietro di me, con il braccio sinistro poggiato all'armadietto e quel suo sorriso malizioso sempre stampato in viso. "Comunque volevo chiederti una cosa importante..."
"Di cosa si tratta?"
"Potresti farmi il piacere di non raccontare a nessuno quello che è successo ieri al parcheggio? Sai, vorrei evitare pettegolezzi soprattutto ora che Lukas-"
"Ora che Lukas è lontano migliaia di chilometri da te e quindi si preoccuperebbe, dico bene?" disse puntando i suoi occhi sulle mie labbra.
"Si, esatto, hai centrato perfettamente il punto. Quindi? Puoi farmi questo favore?"
"Certo, ultimamente sto diventando una persona di gran cuore e aiutare il prossimo è tra le mie priorità" era ironico, Dio quanto lo odiavo.
"William sono piuttosto seria" dissi chiudendo il mio armadietto per rivolgermi completamente nella sua direzione.
"Okay ragazzina, sarà il nostro piccolo segreto tranquilla". Menomale, aveva capito adesso. Non mi sembrava più così stupido ad essere sincera, anzi lo stavo rivalutando.
"Ci vediamo domani Noora" disse poi dando un leggero colpetto all'armadietto sulla quale era poggiato.
"Domani? Ah, non verrò alla festa...ho da fare" la verità è che mi seccava tantissimo, le serate a tema di sesso, droga e alcol non erano tra le mie preferite.
"Come no? Ti sembra che io abbia accettato di tenere ciò che è successo segreto a gratis?"
"Come scusa?" non capivo.
"Io tengo il segreto solo se tu vieni alla festa, ovviamente"poi sorrise come quando riusciva a trovare il modo per ottenere quello che voleva.
"Non ci siamo capiti tesoro, domani non posso venire perché...perché ho da fare!"
"Se non sbaglio tra i miei contatti ho anche quello di Lukas, è da tanto tempo che non parlo con lui...il suo trasferimento in America potrebbe essere un'occasione perfetta per riprendere i rapporti, non credi?"
"William!"
"Domani a casa di Chris alle 21:30, non tardare!" poi se ne andò lasciandomi senza parole come sempre.

Quello stupido egoista e manipolatore mi stava iniziando a dare fastidio. Ma a cosa pensavo quando lo stavo iniziando a rivalutare?

Vuoi giocare con il fuoco William? Giochiamo allora.



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