Capitolo 32

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Tutti quanti noi ragazzi attraversiamo subito la porta, uno ad uno, mentre l'oscurità ci avvolge come una coperta calda, obnubilando i nostri sensi. Percorriamo pochi metri attraverso il buio e finalmente sbuchiamo su una spiaggia di ghiaia bianca, con davanti un fiume nero come la pece. Dall'altra sponda intravedo un ingresso alquanto particolare: sembra che un tempio sia crollato e per puro caso la facciata principale sia stata connessa con l'ingresso della grotta.
"Come attraversiamo il fiume?" domanda Percy, mulinando per la millesima volta la sua dannata spada di bronzo celeste. Se non la smette giuro che gliela infilo in una parte privata del suo corpo.
"Ci sono delle barche lì, una corda le tiene agganciate. E sono sei, quindi una per ogni squadra. Qualcuno però starà da solo" osserva Colton, squadrandomi con la sua solita arroganza. Cominciamo ognuno a dirigerci verso le barche, mentre una rimane vuota. Tutti quanti cominciamo a remare verso quella specie di "tempio piombato dal cielo", mentre la tensione comincia a salire. La corrente è molto rapida e l'acqua è molto densa, il che richiede il triplo della forza che si chiede normalmente a qualcuno quando rema, ma per fortuna non ho problemi, dato che ho remato su fiumi peggiori. "Perché... è... così... difficile... remare?" domanda Jace, ansimando dalla fatica, mentre il sudore scende copioso dai suoi capelli dorati. "È il Flegetonte, il fiume del fuoco. Fidati che dopo aver remato in un fiume di mercurio liquido, questa ti sembrerà una passeggiata al confronto" gli rispondo, remando con un ritmo regolare. "Quando hai remato nel mercurio?" mi chiede Colton, lasciandomi senza fiato. "Quando abbiamo fatto la battaglia navale tutti contro tutti e tu mi hai buttato diretto nel metallo, cercando di ammazzarmi" rispondo acido, mentre Jace ghigna. "Avevo un buon motivo per farlo" mi risponde lui, mentre tutti quanti ridono di gusto, a parte Benjamin. Sorrido anche io, mentre continuo a remare, e mi viene in mente una chicca. "Ora mi ricordo perché lo hai fatto: era il giorno dopo in cui avevi perso gli attributi per un mio pugno, vero?". Ora tocca a Colton arrossire, mentre Alec esplode in una risata che riecheggia tutto intorno. Jace mi guarda sorpreso, commentando :"Wow. Tu che riesci a far ridere Alec? Nemmeno Magnus Bane era riuscito a farlo sorridere al suo primo appuntamento...". All'improvviso sentiamo un rumore che gela il sangue a tutti quanti, Percy compreso. Una risata femminile e fredda si diffonde intorno a noi, mentre ci giriamo da ogni parte per vedere chi sia stato. "A quanto pare la tua risata ha ricevuto una risposta" esclama Percy, mentre riprende a remare con più forza.

Arriviamo tutti quanti a riva, mentre lasciamo le canoe andare alla deriva. Sguainiamo tutti quanti almeno un'arma, mentre squadro l'ingresso da cima a fondo.
Sotto il timpano c'è una scritta in greco, nella sua elegante ma incomprensibile calligrafia:

Παρέχονται δύο δυνατότητες στην φωλιά η άθλια: απευθύνεται του οργή ή να πεθάνουν προσπαθώντας

Non capisco un accidente di quella scrittura, quindi devo chiamare l'unico esperto di greco che ho a portata di mano.
"Jackson! Porta qui le tue chiappe semidivine e fammi da traduttore!" gli urlo senza tanti complimenti, mentre lui mi scruta con furia omicida. Cammina verso di me e si posiziona davanti a me, mentre legge l'iscrizione incisa sotto il timpano, mentre arrivano tutti quanti.
"È facilissimo da tradurre: davvero non capisco come voi non riusciate a leggerlo..."."Jackson, spara quella traduzione o ti ficco una freccia tu sai dove" sbotto infastidito dal suo atteggiamento.
"Calma, dolcezza. In pratica dice: Solo due possibilità vengono offerte nel Covo della Disgraziata: affrontare la sua ira o morire provandoci". Un silenzio cupo cala nel gruppo, mentre comincio a pensare a chi potrebbe essere questa Disgraziata. "Allora ragazzi: eyes on me, grazie. Abbiamo diverse probabilità di incontrare mostri della mitologia greca, egizia, demoni di svariato potere e ibridi di Capitol City. Escluderei i demoni: di sicuro Jace li avrà uccisi tutti e mandiamo fuori gli ibridi, dato che non sarebbe un'Edizione della Memoria come si deve" esordisce Colton, mentre Percy sbuffa. "Quindi rimangono i mostri della mitologia greca ed egizia" concludo io, chiedendo conferma guardando Colton. "Esatto Sebastian... non sapevo avessi tale intelligenza... tornando a noi, pensate a qualche mostro e appena ve ne viene in mente uno ne discutiamo assieme". Detto questo ci sediamo in cerchio e cominciamo a proporre i mostri più svariati. "Lilith potrebbe essere qualcosa di probabile?" domanda Benjamin rigirandosi il coltello tra le mani, subito contraddetto da Alec :"A Lilith non interessano le questioni degli umani, siamo troppo poco importanti". "Echidna?"."Può darsi, ma ha un marito orribile quanto lei e dei figli brutti e adorabili come lei: non credo che corrisponda alla definizione di disgraziata" ribatte Percy, mentre si sistema i capelli. "E se fosse Aracne?" propone Walt, mentre si stiracchia sulla spiaggia. "L'ha uccisa Annabeth, quindi non credo sia passato abbastanza tempo per fare in modo che ritornasse" risponde Percy, facendo pesare la parola "Annabeth" verso la mia direzione. Vorrei tanto dargli un pugno su quella mascella, ma il braccio di Benjamin mi cinge la vita, tenendosi calmo. All'improvviso mi viene in mente un mostro, che nessuno aveva ancora nominato e che era forse più letale di tutti quelli che avevano proposto gli altri.
"E se fosse Medusa?" esordisco, mentre tutti mi guardano sbigottiti. "Insomma, pensateci: è stata punita dalla dea Atena ingiustamente, quindi è molto, molto incazzata. Poi, la disgraziata: una volta bellissima, ora un mostro; non vi pare che sia lei il nostro avversario misterioso?" concludo, mentre Percy mi guarda come se gli avessi gettato addosso una bomba nucleare. "Credo che sia arrivato il momento di scoprirlo: preparatevi, non sarà un avversaria facile" conclude quest'ultimo. Prendo il mio zaino e tutte le mie armi, frusta compresa. Sto per girarmi quando mi trovo qualcuno davanti e vado a sbattere contro il petto muscoloso di Benjamin. "Se non ne dovessi uscire vivo..."."Ti prego Benjamin, non dirlo nemmeno: da questa cosa ne usciamo assieme" lo interrompo, e lo abbraccio, mentre lui mi stringe come se fossi la persona più importante al mondo per lui.
Ci sciogliamo dall'abbraccio e avanziamo assieme nell'oscurità, mentre ci lasciamo alle spalle la spiaggia.

"Ma che cos'è questa cosa" esclama Walt appena entriamo nel "covo. Mi guardo attorno stupito, mentre cerco di realizzare quello che sto guardando. Sembra che i grattacieli di Capitol City fossero caduti al suolo ammucchiandosi in un pavimento pericolante, in cui un pezzo può cadere da un momento all'altro.
Tutti quanti facciamo attenzione a dove mettiamo i piedi, mentre faccio roteare l'arco per riscaldarmi le braccia. Tutto quanto è immerso nel silenzio, mentre ci addentriamo sempre di più nel covo. All'improvviso sento un sibilo, e successivamente la corda di un arco che si tende, un respiro trattenuto. Guardo tutti e grido :"Correte!".

Tutti quanti scappiamo mentre dardi letale sfrecciano verso di noi come delle saette.
Corriamo e saltiamo, evitando i calcinacci e le macerie di questo posto, mentre il cecchino è ancora in attività. Salto un basamento, il corpo nell'aria senza peso, e atterro rotolando, rialzandomi subito mettendomi a correre. Gli altri sono tutti dietro di me o davanti, ma ad un certo punto sento un grido di dolore molto familiare. Colton è stato colpito al polpaccio, il sangue gli cola giù per la caviglia e lui zoppica, cercando di mantenere il passo. Nonostante tutto quello che ho subito da parte sua, non riesco a lasciarlo indietro. Lo raggiungo e gli dico :"Metti il braccio attorno alle mie spalle, muoviti". Lui mi guarda e nei suoi occhi neri, per la prima volta, vedo un qualcosa di umano: paura. "Lasciami qui, perché sei tornato indietro a prendermi, non riesco camminare, salvati...". "IO MI RIFIUTO DI LASCIARTI QUI A MORIRE PIETRIFICATO! SCEGLI: O TI AGGRAPPI A ME O TI RIMPICCIOLISCO E TI METTO IN ZAINO". Lui mi squadra per un secondo, poi mette il braccio attorno alle mie spalle e comincio a correre più veloce che posso, mentre una freccia passa a pochi centimetri dalla mia testa. Vedo gli altri che si sono rifugiati in un antro, invisibile alla vista del cecchino da quella distanza, e mi dirigo lì. All'improvviso mi rendo conto che devo distrarre in qualche modo quell'assassino, quindi dico a Colton :"Quando dico vai, corri e salta verso quell'antro: non preoccuparti per me, io cerco di distrarre il nostro cecchino". "Non se ne parla proprio... e se fosse Medusa?" mi domanda lui, stanco. "Allora avrò salvato la vostra vita e sarò morto con gloria" gli rispondo, mentre comincio a estrarre un coltello. Corro un'altro po' con Colton sulle spalle, poi grido :"VAI!". Lui zoppica e arriva nell'altro, quindi io cerco il rumore della corda dell'arco che si tende, mentre i miei compagni cercano di nascondersi. All'improvviso sento un sibilo dietro di me e, girandomi a occhi chiusi, faccio partire il coltello dalla mia mano: la lama volteggia sibilando e sento un grido di dolore. Approfittando della distrazione del cecchino, raggiungo gli altri, sporco, ammaccato, ma vivo.
Mi nascondo e intravedo il nostro assassino. Corpo serpentesco, un arco in mano e vipere come capelli.

La Disgraziata e il cecchino sono un'unica persona.

Medusa.

Spazio autore
Ecco il trentatreesimo capitolo! Finalmente i nostri eroi hanno scoperto chi dovranno affrontare nel loro ultimo combattimento! Spero che la sorpresa vi sia piaciuta!

Al prossimo capitolo!

diegosartori_02

P.S. voti e commenti ben accetti

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