Capitolo 37

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Mi risveglio abbracciato a Benjamin, i nostri corpi avvinghiati e uniti, come se fossero stati fatti apposta per completarsi a vicenda, come se fossero due metà, una alla ricerca dell'altra. Mi alzo e mi vesto comodo, ma non sono per niente pronto a tornare nel Distretto 2, per la Commemorazione dei Caduti e per questo non so minimamente cosa dire al discorso per ricordare Alex, Nate, Colton, Ryan e Coraline.
Mentre cerco il cellulare nel comodino per ascoltare un po' di musica, qualcosa cade dal cassetto, quasi non facendo rumore; la raccolgo e subito noto che è una foto di una Polaroid.
Subito le lacrime mi salgono agli occhi, mentre riguardo i volti sorridenti di tutti quanti: io sono al centro, Benjamin ed Emily di fianco a me, mentre tutti gli altri si succedono o sono sopra di noi tre. Subito vedo gli occhi di Alex e i capelli platino di Colton, che stranamente sorride, Ryan che ride e Coraline che lo bacia sulla guancia e per ultimo Nate, che fa la linguaccia verso l'obiettivo della fotocamera. Tutti quanti siamo vestiti in abiti eleganti o firmati, quindi questa deve essere la foto pre-intervista.
Mi siedo sul letto, mentre lacrime silenziose scendono sul mio volto e ripenso a tutti i momenti felici che abbiamo passato tutti quanti assieme quell'ultimo giorno; chi poteva sapere che ben cinque di noi sarebbero morti in quell'Arena?
"Loro non vorrebbero che tu li piangessi". Benjamin mi abbraccia da dietro, mentre io mi asciugo le lacrime dagli occhi, sospirando. "Mi mancano terribilmente. Quanto avrei voluto salvarli tutti, ma non ci sono riuscito" replico, mentre metto la foto dentro la cover trasparente del cellulare, sapendo che la terrò sempre con me. "Cosa dirò davanti alle loro famiglie? Come farò ad affrontare tutto questo?" chiedo a Benjamin, e lui, prendendo il mio viso tra le sue mani, mi risponde sussurrando :"Dirai loro quello che ti sentirai di dire, non possono giudicarlo. Altrimenti devono scontrarsi con me".
Gli do un buffetto sulla testa e, mentre si veste, non posso fare a meno di pensare come sarebbe stato senza di lui.

"Jace e Clary sono già ripartiti per l'Istituto, quindi abbiamo due persone in meno da aspettare. Entrate nel treno, su! Oggi sarà una giornata molto importante!" esclama Effie, mentre ci spinge nel vagone argentato e la porta si chiude dietro di noi. Io, Benjamin ed Emily andiamo subito a fare colazione, lontano dagli adulti, e cominciamo a parlare per la prima volta dopo giorni, mentre intingiamo le brioches nella cioccolata calda. "Voi cosa direte alla Cerimonia? Effie vi ha già assegnato chi dovrete ricordare?". Rimango fermo con la brioche a mezz'aria, mentre replico perplesso :"Ma pensavo che tutti e tre dovevamo ricordare ognuno dei Caduti, o mi sbaglio?". Benjamin ed Emily si guardano in modo strano e io sbotto :"Cosa dovete dirmi, ragazzi? Sputate il rospo". "Tu dovrai ricordare Colton" butta lì tutto d'un fiato Benjamin, mentre la brioche nello stomaco si muta all'improvviso in polvere di carbone.
"Ragazzi, ditemi che è uno scherzo. Perché io?" chiedo ansiosamente, mentre Emily mi risponde :"Tu eri l'unico che lo conosceva più di tutti quanti, e Benjamin, dopo quello che ha subito da parte sua, non se la sente di parlare di lui. Io non lo conoscevo nemmeno, quindi cosa dovrei dire?".
Rifletto per un attimo e, con calma, mi alzo dal tavolo, dicendo :"Va bene. È il momento, ragazzi". Ci prepariamo in silenzio e ci posizioniamo davanti alla porta, pronti ad affrontare qualcosa di molto più pericoloso degli Hunger Games.

Scendiamo tutti quanti dal treno, mentre un bagno di folla ci accoglie gridando e battendo le mani, come dei bambini che assistono alla nuova puntata della loro serie tv preferita. C'è veramente tantissima gente, non riusciamo quasi più a vedere Effie, sembra che tutta Panem sia venuta a vederci, acclamando i nostri nomi. Cerchiamo di andare verso la macchina che ci scorta verso la Piazza, ma veniamo bloccati da un muro di persone, che gridano contro Benjamin :"Bastardo, tornatene da dove sei venuto!" e altre persone alzano dei cartelloni con sopra una foto segnaletica di un uomo di colore, identico a lui, eccetto per gli occhi.
Guardo Benjamin e vedo che sta per crollare a terra, le lacrime minacciano di scendergli dai suoi magnetici occhi, quindi gli prendo la mano e grido :"EHI! QUELLO CHE STATE INSULTANDO È IL MIO RAGAZZO! SMETTETELA SUBITO, ALTRIMENTI VI FICCO UNA LAMA VOI SAPETE DOVE". Subito la folla la smette, mentre Emily guarda tutti con occhio torvo e finalmente riusciamo a salire nel pick-up, che ci porta dritti verso il centro del Distretto.

Tutti e tre saliamo sul palco, mentre il sindaco ci accoglie calorosamente e la folla grida in stato di estasi. Mi posiziono davanti al mio microfono e scopro che sarò l'ultimo, colui che concluderà la Cerimonia ricordando il ragazzo che mi ha inflitto più sofferenze di Capitol City.
Benjamin comincia, ricordando Alex e Nate, raccontando come sono riusciti a diventare due dei pochissimi amici veri che ha avuto nella sua vita e tutti i momenti felici passati assieme. Appena, le famiglie di Alex e Nate lo applaudono, piangendo e lui se ne va senza dire una parola, visibilmente scosso.
È il turno di Emily, con Coraline e Ryan, raccontando come siano riusciti a combattere fino alla morte superando tutto quello che veniva messo loro davanti, raccontando la simpatia di Ryan e la determinazione di Coraline. L'emozione è talmente tanta che scoppia a piangere davanti a tutti, senza nemmeno finire il suo discorso, ma le due famiglie la stanno applaudendo caldamente ed Emily viene accompagnata dentro al Palazzo di Giustizia.

Ora è il mio turno. Mi faccio avanti, guardando la foto di Colton e sotto la sua famiglia: il padre identico a lui, la madre austera e suo fratello di sedici anni che è già alto come Colton e ha le sue stesse spalle larghe.
Prendo fiato pesantemente, poi comincio a parlare, con la voce che mi trema un po' per l'emozione.

"Io e Colton non siamo mai andati d'accordo, mettiamolo in chiaro fin da subito. Ci stavamo antipatici a vicenda, per non dire che ci odiavamo. Mi ha inflitto tanto dolore dentro quell'Accademia di cui anche voi ne avrete sentito parlare. Ma non sono qui per infangarlo con i suoi fatti gravi che ha compiuto.
Solo verso la fine si è dimostrato gentile con me e ha cercato di recuperare il rapporto che avremmo potuto avere potenzialmente. Ma è stato proprio il giorno prima degli Hunger Games, quando mi ha chiesto di allenarci assieme per quell'ultimo battaglia. Poi all'intervista, dopo il mio momento di crisi, è stato anche lui a consolarmi e a darmi la forza per tornare a casa mia, anche se non sapevo ancora che mia madre era morta.
Colton ha resistito fino alla fine, combattendo valorosamente contro qualsiasi cosa messa davanti, ovviamente eccetto me e i suoi compagni di squadra. Io lo ricorderò sempre come una persona molto coraggiosa e responsabile, soprattutto per il processo, nel quale si è preso le sue responsabilità con una maturità che da lui non credevo possibile.

Concludendo, voglio soltanto dire alla famiglia di Colton una cosa: me l'ha detta lui la sera delle Interviste, in privato, quindi sono abbastanza attendibile.

"Se non dovessi tornare" ha detto "dì alla mia famiglia che ho voluto bene a tutti quanti"

Alla fine di tutto questo, ora e qui, in casa sua, sono felice di aver conosciuto Colton e di essere stato, anche se per poco, un suo amico".

Spazio autore

Non sono morto, tranquilli.
Mi è servito tempo per aggiornare dato che sono pieno di verifiche aiuto.

L' ultimo capitolo non so quando uscirà, ma penso entro la fine del mese, e mi sento già triste per aver quasi concluso questo viaggio.

Al prossimo capitolo!

diegosartori_02

P.S. voti e commenti ben accetti :)

100th Hunger Games - the Final GamesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora