III

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Si sveglia con il sole in faccia e le coperte tutte aggrovigliate ad un piede, cerca di alzarsi dal letto ma un dolore alla schiena la fa ricadere pesantemente sul materasso.
Oggi non è giornata, affatto e se ne accorge dal suo bellissimo umore mattutino. Finalmente riesce a scendere dal letto e si incammina verso la cucina rischiando di cadere inciampando in una busta.
< Ma che..?? > sarà una giornata molto difficile e noiosa e anche il tempo la pensa così.
Apre la busta e cerca di capire di cosa si tratta.

Cara Crystal Gomez,
per caso ho saputo che sei "scappata
di casa" e anche per caso
ho scoperto che abiti a Las Vegas
e io essendo una che viaggia molto dall'ultima volta, vorrei venire a trovarti
per un po.
Che ne dici di una rimpatriata??
Io e tu, sai... l'ultima volta non ci siamo salutate per bene così...ti va??


Un saluto
La tua Hanna..

Hannah , la sua migliore amica stava venendo a trovarla. Proprio lei, quella ragazza che se ne andò l'ultima settimana di scuola per coronare il suo sogno : diventare una fotografa.
Crystal scruta la lettera che ha in mano e non riesce a credere che dopo tanto tempo, rivedrà la sua Hanna.
Sbadiglia e si lega i capelli in una crocchia molto disordinata.
< Non posso ancora credere di essere qui > non ci crede. E chi non lo farebbe?? Dopo che passi per l'inferno, e arrivi in paradiso non puoi farne a meno.
Mangia i cereali con il latte e osserva la credenza color noce.
Finisce e si prepara per esplorare il nuovo posto.
< Cosa posso fare?? > la macchina non c'è l'ha, non ha una bicicletta, non ha niente, solo le sue gambe.
Gira tra i vari negozi cercando di non perdersi tra le immense strade.
È enorme come posto, pieno di macchine che sfrecciano da una parte all'altra, di persone che vanno al lavoro senza preoccuparsi di doversi scontrare con qualcuno.
< Buongiorno > entra da H&M e guarda un po da qualche parte, e subito la attira un vestito rosso stretto che termina a metà coscia. Su ha una spalla scoperta e l'altra manica lunga.
< Ma a cosa potrebbe mai servire?? > è davvero necessario??
< Magari per conquistare > la commessa le passa vicino e le fa l'occhiolino.
Lei, conquistare?? La sua autostima non è molto alta ma, nonostante questo va in camerino e se lo prova.
< Mhh.. > rimane a guardarsi per ore.
< Niente male > la commessa sbircia dalla tenda.
< Prova questi > gli porta dei tacchi bianchi e una pochette bianca molto carina.
< Wow, ma sono veramente io?? >
< Eh si > decide così di comprare il suo primo vestito, con tanto di borsa e tacchi.
I tacchi sono semplici, aperti con i lacci che si chiudono alla caviglia.
Veramente belli.
< Okay > esce dal negozio e fa un respiro.
Dopo cinque minuti che cammina l'unica cosa che riesce a dire < Ma che cavolo ho fatto > non può credere di aver speso 20 $ per una cosa così. E l'unico modo per usarli è di usarli. Ma come??
La soluzione appare davanti a lei come se tutto fosse stato programmato. Il Bruges Crisfk Cafè.
Un locale più notturno che altro. Un' ambiente del quale Crystal non fa parte.
Ritorna al suo decimo piano e la giornata la passa su internet. Tra annunci e annunci sembra che qualcosa abbia attirato la sua attenzione. Un' officina lì vicino nascosta in una strada di campagna, le fa premere il dito sulle indicazioni stradali.
Dista a circa 3 kilometri ma non avendo un'auto il problema aumenta.
Crystal scruta lo schermo luminoso e cerca di trovare una soluzione, e lo sguardo si accende all'improvviso quando naturalmente si ricorda che in questa città esistono più di mille tram e pullman pronti a portarla ovunque lei voglia. Ovunque sente di dover andare per iniziare qualcosa di fantastico o per far crollare il suo sogno.
Si butta nel letto lasciando cadere anche i pensieri, sia quelli belli che quelli brutti.
Si addormenta nelle mani di Morfeo, essendo solo le due del pomeriggio. Non si è neanche accorta di non aver pranzato ma d'altronde, chi con tutti quei pensieri se ne ricorderebbe?? Non tutti, specialmente lei saprebbero gestire la situazione ma è stata lei a scegliere di cambiare vita. Ormai quasi tutti sanno il motivo e la paura che i suoi genitori la riportino a casa con la forza.
Il cellulare suona sul comodino e la fa cadere dalla nuvola dei sogni riportandola alla realtà.
< O tu mi dici dove sei o io ti vengo a prendere con la forza. > la madre è arrabbiata?? Direi di si. E lei sa bene che quando si arrabbia non la ferma più nessuno.
< Lasciami spiegare >
< No. Torna a casa ora. >
< Vedi?? Non mi lasci neanche parlare. Nessuna spiegazione ed è per questo che non tornerò indietro...Ah mi trovo a Philadelphia. > il senso non lo sapeva neanche lei ma le sembrava la cosa più giusta da fare. Imbrogliarla e lasciarla sbollire un po. Ora come ora lei non l'avrebbe mai fatto in passato. Ma il fatto di avere diciotto anni e di essere cresciuta...beh l'ha resa diversa.
Crystal Gomez è cambiata prima di tutto, prima del casino e prima della sua passione delle macchine.
È cambiata quando ha capito che quello che voleva non l'avrebbe mai trovato lì, con i suoi genitori.
È la scelta giusta. E lo sarà fin quando lei se ne pentirá ma prima di allora...il tempo non passerà così in fretta. Prima deve fare la sua vita, le sue esperienze, poi, ci ripenserá.

Ore : 22.00
Gradi : 24° C
Luogo : Las Vegas
Si mette quel vestito rosso, i tacchi e la borsa ed esce verso quel locale visto di mattina. Il Brugest Crisfk Cafè.
Apparentemente sembra un locale tranquillo ma non è così.
Appena entra un'odore di fumo e di alcool le invade le narici facendola un po indietreggiare. Certo non è il suo ambiente, ma si sa che potrebbe avere fortuna. Magari qualche incozzo o qualche cosa che la faccia arrivare il un'officina di lusso.
Le mettono un timbro sulla mano e le fanno pagare un bel po. Non si oppone. D'altronde è la sua prima volta, si guarda in torno e si dirige al bancone.
< Una cola perfavore >
< Una cola?? Cosa ci fa una ragazza bella come te da sola?? > un ragazzo sulla ventina si avvicina a lei e l'impressione di uno stronzo e cattivo ragazzo si fa strada nella mente di Crystal.
< Mh..>
< Prima volta eh?? Credo che questi ambienti non siano adatti a te. Ma potrebbero diventare > si avvicina pericolosamente a lei facendola indietreggiare un po verso la folla.
< Cosa vuoi > cerca di rimanere più calma possibile anche se il casino che proviene dall'ala est è piuttosto forte.
< Mi chiamo Jack >
< Okay Jack, se vuoi scusarmi > non sa perché è entrata lì. Lo sa benissimo che non è il suo ambiente. È la seconda volta che entra in uno di questi locali. Uno all'età di 16 anni con la sua amica Hanna. Era la festa di compleanno di un loro amico.
< Tu non vai da nessuna parte > il ragazzo, evidentemente brillo le prese il braccio con forza e la strattonò.
In questo momento sembra che la bocca di Crystal sia cucita.
Non emette un fiato.
< Vieni con me bambina > il suo tentativo di portarla via viene fermato da un altro ragazzo molto simile a lui.
< Lasciala stare e vai a prendere un po di aria fratello. > lui la molla con difficoltà e lei, si dilegua più in fretta che può dal locale e ritorna a casa come se fosse ubriaca e piena di droga.
Si butta nel letto e si toglie i tacchi.
< Facciamo che questo non sia mai successo. >

Difficile a dirsi se poi l'indomani mattina ci si ritrova un piccolo livido sul polso per colpa di quel ragazzo, il cui nome sfugge alla mente.
Tutta indolenzita scende dal letto e mangia qualcosa mentre accende il computer per cercare altre informazioni.
Si mette dei vestiti comodi e si incammina verso la fermata del bus.
Chiede informazioni al primo che passa e fortunatamente, è proprio quello che si ferma vicino alla sua meta.
Scende tre chilometri dopo e si ferma davanti alla strada in sterrato.
< Okay, avanti > inizia a camminare. In due minuti arriva davanti ad una grande struttura. Un capannone grande quanto tre case.
Macchine parcheggiate fuori, olio, ragazzi sporchi di grasso. L'ambiente perfetto per lei.
Avanza piano piano e si blocca davanti al cancello.
Una grande insegna dorata risplende sotto il sole. Un piccolo sorriso spunta sull'angolo della sua bocca.

Officina Hart &Co.

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