VI

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Crystal ritorna a casa stanca e distrutta, con le mani che le bruciano per il troppo strofinare.
< Quelle stupide chiavi >  chiavi che però ha dovuto pulire lo stesso.
Ripensandoci ancora le viene in mente il problema del curriculum, insomma un'officina così organizzata dovrebbe almeno conoscere un po di più i suoi dipendenti no??
I suoi problemi vengono interroti dal telefono che squilla sul suo comodino.
< Pronto Crys.. Ho bisogno di te >
< Arrivo subito >

Arriva davanti al bar e si siede in un tavolo aspettando la madre e Hanna.
Quando arrivano tutte e due sembrano in mezzo ad un tornato e lei non fa neanche in tempo a fare delle domande.
< Allora la farò breve, tuo padre ha scoperto dove sono ora >
< E io cosa centro in questo? > risponde con un tono un po menefreghista.
< Ha minacciato di venire a riprendersela e ha scoperto dove sta, si è presa una camera al Palace e lui l'ha scoperto dal suo conto bancario. > ammette Hanna
< Quindi? > chiede ancora una volta Crys.
< Quindi non può stare da me > termina Hanna buttando acqua sul fuoco
< Okay > Crystal si alza e incita anche loro a fare lo stesso.
< Facciamo in fretta però che io devo andare al lavoro in teoria > un messaggio da Jasper l'aveva avvisata del suo ritardo e sarebbe dovuta andare al lavoro alle 10:00am
Mancava mezz'ora.

Entrano nella camera 78C e preparano le valigie tutte insieme, vestiti su vestiti infilati male nella valigia, trucchi lanciati nella borsa, scarpe e sciarpe addosso e nelle varie buste.
< Ma scusa come hai fatto a portare tutto questo da casa? > chiede allibita da quanta robba potesse stare nelle sue valigie.
< La maggior parte erano vestiti che mi comprava o regalava lui, lunga storia ripeto> e tutto questo?? Tutto questo quando succedeva?
< Okay forza, ci aspetta il taxi > entrano nella hall, lasciano la camera ed entrano invece nel taxi con la destinazione sulla punta della lingua.

< Strada 4 edificio 7B > l'autista parte e lei rimane in silenzio per tutta la strada. Aveva appena confermato il posto, nel quale voleva una nuova vita, a sua madre quando aveva promesso a se stessa di sparire dalla faccia della terra, per modo di dire.
< Grazie mille > pagano il taxista ed entrano nell'ascensore.
< Chiariamo una cosa, non credere che solo perché vieni a stare da me tutto è cambiato. Per me non esisti lo stesso > le parole fanno male dette ad una persona che è pur sempre una madre.
Ma il bisogno c'era, quello di creare e delimitare con una linea lo spazio che se era creata.
Entrano nell'appartamento caldo e accogliente e subito il problema del letto esce fuori.
< Non preoccupatevi ho un materasso gonfiabile > Hanna sempre pronta. Toglie la scatola dalla borsa e la pompa piccola. Ma tutte queste cose come fanno a stare nella sua borsa? Sul divano di certo lei non vuole che dorma. Questo è certo.
< Hanna lascio te qui con lei, sistema i suoi vestiti nella cabina armadio nella parte in basso a destra. Le scarpe dove ti pare. Io devo andare al lavoro > prende le chiavi e l'ultima cosa che sente prima di uscire è la voce di Shannon.

                    Officina Hart&Co

Entra dal cancello e mette subito le sue cose nell'armadietto.
< Sei un minuto in ritardo > guarda l'orologio che segnano esattamente le 10:01am
< Mi dispiace, ho avuto un problema inaspettato > si scusa e si mette a lucidare le chiavi senza che nessuno glielo dica.
< No basta chiavi, pulisci questo > uno straccio e una spazzola per il bagno.
< Okay > dice un po delusa.

Dopo 30 min....
< Okay, ho pulito tutti i bagni, i lavandini e le docce e puzzo incredibilmente di merda mischiata a deodorante > Edward e Jasper scoppiano a ridere insieme come una presa per il culo.
Smorza anche lei una piccola risata, ma giusto il tanto..
< Vai a lavarti le mani, dobbiamo parlare seriamente > se per seriamente intende pulire il suo ufficio..

Si da una pulita e si sistema i capelli di nuovo in un mogno scompigliato.
< Allora, Crystal, quanti anni hai > ecco l'interrogatorio.
< 18 > risponde timorosa
< Da dove vieni? >
< Non credo che sia importante questo >
< Come vuoi, quindi suppongo che tu non hai mai lavorato prima d'ora >
< Esatto >
< Ma hai detto che hai messo le mani già in alcune macchine >
< Si amici di amici >
< E come mai?? >
< Perché mi sono sempre piaciute le macchine e poi gli servivano una mano, anche perché a soli 16 anni è un po difficile chiedere ad un meccanico di guardarti la macchina >
< E che cosa ti faceva pensare che tu lo eri? >
< Non ho mai detto di esserlo > si guardano per un periodo di tempo molto lungo poi Edward esclama sempre con il suo fare.
< Secondo me non va bene >
< Si hai ragione, potrebbe diventare più brava di te > risponde il capo mettendola in prima fila. Bella questa cosa.
< Senti, se vuoi il lavoro noi te lo diamo anche perché cerchiamo altre persone da almeno tre anni senza risultati. Ma ti dico solo due cose, sta fuori dai guai e dai nostri affari > abbastanza chiaro.
< Capito > il capo le porge una rivista con tute da meccanico.
< Scegli quella che ti piace, e ti prego evita il fucsia perché sono sensibile ai colori così vivaci > ma quando mai lei avrebbe scelto il fucsia.

Una tuta nera con i bordi rossi la incuriosisce e subito dopo aver scelto corre nel suo ufficio ad affermare la cosa.
< Questa >
< Lo sapevo dai, faccio l'ordine e quando arriva te la do, così eviti di sporcare altre cose > gli da una guardata e lei subito arrossisce.

Torna a pulire le chiavi e a farsi gli affari suoi.
Trovare questo  lavoro l'ha resa, un po più forte e decisa sul suo futuro.
Un'officina a Las Vegas, niente di meglio.
Certo, non sarà la più importante del mondo, ma per farla felice basta e avanza.

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