Uragano.

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Scusate se è corto, ma ho scelto di terminare il capitolo così.
Mi odiate, ne sono consapevole, ma ognuno di noi ha i propri problemi e io ho certi blocchi dello scrittore che non avete idea. Mi dispiace, veramente. Scusate se non sono perfetta, spero continuiate a seguire la storia. Vi amo.
-Federica.xx
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Zayn's part.

Scesi le scale per vedere se in casa ci fosse qualcuno e, quando mi resi conto di essere solo con lei, tirai un sospiro per poi tornare in camera e darle il via libera. Quando scese al piano di sotto tirai un pugno sulla scrivania presente nella mia camera. Che cosa ho fatto? Non posso credere di averle preso la purezza. Se dovesse scoprirlo il padre non so cosa succederebbe e non ci tengo a scoprirlo. Feci per entrare in bagno quando sentii il mio telefono vibrare, mi avvicinai ad esso e il mio cuore tremò leggendo il messaggio e il destinatario. "Amore, pomeriggio atterro a Londra, verrà a prendermi mio fratello non ti preoccupare. Lascio le mie cose nel nostro appartamento e poi vengo a salutarti in ufficio. Ti amo, Lala." Di bene in meglio.

Lalla, o meglio Lauren, è la mia fidanzata. Le feci la proposta mesi prima ma non dissi nulla alla mia famiglia, anzi erano tutti convinti che fosse la mia ex, invece. Mi ero completamente dimenticato di lei, so che è brutto da dire. Solo che quando sto con Des dimentico ogni cosa. È come un urgano incessante nella mia vita. Ciò non mi giustifica, nemmeno io lo accetterei.

Controllai l'ora sul telefono e mi preparai velocemente, non volevo proprio fare tardi in ufficio o rischiare che qualcuno della mia famiglia entri in casa all'improvviso. Scesi di sotto e le dissi di andare a prepararsi. Con la coda dell'occhio vidi in suo volto cupo, ero stato freddo, ma piccola se sapessi cosa mi sta succedendo saresti in lacrime. "Non vedo l'ora, ti amo. Zx" L'amavo davvero? Non ne sono più sicuro. Scese velocemente le scale e facemmo colazione in silenzio, troppo silenzio. Finita la colazione la portai sotto casa, le chiesi di mettersi una tuta, dovevo trovare una soluzione con Lauren e vederla vestita con quelle gonne non mi avrebbe aiutato. L'aspettai in macchina e quando uscì di casa, pronta, mi sbattei una mano in fronte come potevo pensare che con una tuta non avrebbe avuto comunque il suo fascino? Salì in macchina mantenendo il silenzio di prima, guardò fuori dal finestrino per tutto il tragitto, non parla da quando si è svegliata non va bene, ha spiccicato poche parole e per Destiny stare zitta cinque minuti è un trauma. Scusami piccola, spero tu possa perdonarmi.

Arrivammo allo studio e trovammo Brooke indaffarata con mille telefonate. Lanciò una sua battuta sarcastica che, però, non sentii. Salutai la rossa con un cenno e senza degnare la mora di uno sguardo entrai nel mio ufficio. Posai il cappotto all'appendi abiti e la giacca sulla mia sedia girevole, sedendomi subito dopo. Guardai la porta dell'ufficio e non potendola vedere accesi il computer aprendo la finestra delle telecamere, la guardai tutta la mattinata. Non mi resi conto nemmeno quanto tempo passò da quando iniziai a fissarla. Lei fece gli stessi movimenti di continuo: prendeva il primo foglio che stampava il fax, leggeva il genere della bozza e prendeva la cartellina del colore indicato e lo metteva nel carrello. Solitamente dopo pranzo le sistemava negli scaffali presenti nel mio ufficio o mi aiutava a leggerli con Brooke. Finalmente dopo tanto la vidi parlare con la rossa, guardare l'orologio e successivamente la porta del mio ufficio. Copiai i suoi movimenti e notai l'orario '1:45pm' , mi misi le mani nei capelli quando capii che non avevo fatto nulla durante quella mattinata. Decisi di controllare almeno le email quando venti minuti dopo sentii bussare alla mia porta. Sapevo chi fosse, forse era per questo che non trovai il coraggio di aprirle.

-Ti prego.- la sentii a malapena -Mangia almeno, non ti chiedo di parlarmi, ma di mangiare. Non hai nemmeno preso il tuo caffè giornaliero e non lo salti mai. Evidentemente ti sei pentito talmente tanto della notte scorsa da non riuscire nemmeno a prendere una cosa che per te ha "vitale importanza".- alzò leggermente la voce, citando la frase che le dissi nemmeno una settimana fa quando ne lei ne Brooke mi portarono il mio caffè in una giornata abbastanza nervosa.

Davvero pensava che mi fossi pentito? Avrei dovuto, ma non l'ho fatto. Mi alzai, senza nemmeno dare segnali al mio corpo, aprii la porta e me la ritrovai di fronte con i capelli scompigliati in una coda, gli occhi tristi e supplichevoli e le labbra arrossate e gonfie per come le stava mordicchiando. Era una visione paradisiaca, piccola cosa mi fai provare...

Mi sorpassò senza farmi parlare, non lo fece nemmeno lei. Posò il pranzo sulla mia scrivania e iniziò ad aprirlo posando la tovaglietta di carta dalla mia parte, poggiandoci sopra il piatto di plastica rigida con l'insalata di pollo affiancato dalle posate anch'esse di plastica e dalla bottiglietta di acqua naturale. Si sedette in punta su una sedia difronte alla mia scrivania, posò le mani congiunte sulle ginocchia stuzzicandosi le pellicine con le unghie e abbassò la testa, mi aspettava e io non mi muovevo di un centimetro dalla porta aperta. Chiusi quest'ultima e lentamente mi andai a sedere. Non avevo fame. Non volevo niente, se non stringerla tra le mie braccia. Il pensiero di Lalla mi bloccava. Cosa succederebbe a noi? Ci lasceremo tutto alle spalle? Ho tanti dubbi in testa. Sono certo solo di una cosa, la farei soffrire. Lo farei anche io, ma non mi interessa di me, lei è più importante. Fossi stato intelligente e meno egoista, avrei dovuto lasciarla andare già da tempo. Non avrei dovuto proprio creare questo rapporto.
È colpa mia, non sua.

(Vi consiglio di ascoltarla con Amnesia 5SOS.)

<<Non-non hai fame?>> balbettò. Negai con la testa. <<Ho-ho sbagliato qualcosa?>> balbettò nuovamente.
<<No!>> dissi con troppa enfasi <<Voglio dire, no. Tu non hai sbagliato nulla, semmai sono io quello che ha sbagliato qualcosa.>> continuai.
Mi guardò attentamente, nel tentativo di capire cosa mi stesse passando per la testa.
"Non capire, ti prego."
<<C'è un'altra?>> non risposi abbassando la testa.
Si sporse sopra la scrivania in mogano e mi alzò la testa. I suoi occhi si fecero lucidi e si morse il labbro appena accennò un piccolo tremolio.  <<Oh... sono io l'altra.>> tornò seduta e abbassò il capo. La vidi alzare una mano e asciugarsi una lacrima traditrice.
"No, piccola.."
<<Lei...>> mi venne il magone e dovetti schiarirmi la voce per riprendere <<...io-io mi sono dimenticato di lei.>> mi morsi l'interno guancia sentendomi una merda dentro.
Alzò il viso e mi guardò con uno sguardo tagliente. <<Ne esistono merde, ma questa proprio..>>
Annuii sospirando, dandole ragione.
<<Posso sapere chi è?>> tentò, ma vidi nei suoi occhi che si pentì di questa domanda.
<<Lal-voglio dire, Lauren. Zia Lauren.>>
Io e Lauren stavamo insieme da quando Des aveva tredici anni, aveva imparato a chiamarla zia e avevano un buon rapporto.
<<Lalla..>> sussurrò sbarrando gli occhi. <<Voi-voi non stavate più insieme! Voi vi eravate lasciati!>> straparlò.
<<Stiamo insieme da sei mesi ormai. Abbiamo chiarito un paio di mesi dopo la rottura. Solo che lo stare lontano, te, il lavoro, mi hanno portato a dimenticarmene completamente.>>
<<Adesso sarebbe colpa mia?>> si difese.
<<Ma non te ne rendi conto?>> non capì <<Non ti rendi conto che quando ci sei tu non capisco mai niente? Che mi sento come un adolescente alle prime armi? Quando ci sei tu mi dimentico di tante cose, importanti o meno che siano, mi dimentico di tutto. Sei un uragano nella mia vita. Lo sei sempre stata. Da quando sei nata ad ora che sei adolescente. Una cosa che io non sono, ma con te, è tutto diverso.>> rimase senza parole. Lo capii dai suoi occhi, più grandi del normale, e dalle sue labbra, rosse per la tortura ricevuta, aperte dallo stupore che le procurarono le mie parole. Quelle labbra.
Passerei le giornate a baciarle, forse è questo il problema.

Uncle ||Zayn Malik||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora