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Era mezza notte quando la mia sete di sangue aumentava, la tentazione era all'apice, e, quella donna in quell'angolo che piangeva, mi faceva riflettere, pensavo ad ogni morte causata dal sottoscritto, ogni articolo di giornale sul mio conto, ogni poliziotto alla mia ricerca, tutto questo mi faceva sentire realizzato, tutti gli insuccessi della mia vita ripagati.

Sì, devo ammetterlo, quella notte... quella notte ero cullato dalla candida luna, la luce che entrava nella stanza a tratti, le lacrime della donna che cadevano a terra, le grida soffocate da quel bavaglio che le stringeva la bocca, rendeva la mia fame insaziabile, scelsi con molta difficoltà l'arma con cui l'avrei uccisa, però, alla fine scelsi la mia adorata mannaia, con la quale feci il mio primissimo omicidio, una volta impugnata l'arnese mi diressi verso di lei, Mary, era il suo nome, una donna bellissima, con lunghi e lisci capelli dorati, occhi azzurri, una bocca delicata e sottile, purtroppo coperta da quello sporco straccio, ma senza il quale ella avrebbe gridato a più non posso.
Con delicatezza le accarezzai il viso dicendole:

"Lo sai,sei molto bella, anzi bellissima, forse quasi paragonabile ad un angelo"

Non stavo esagerando, quello che le ho detto lo pensavo veramente, ma la fame non fa eccezioni per nessuno, uomini, donne, anziani, e neanche ai bambini, però seguitai a dirle:

"Vorresti scappare? Hai un marito? Dei figli?"

Annuì con la testolina terrorizzata, allora mi limitai a dirle:

"Bene! Spero che li hai salutati con un degno addio... perché non li rivedrai mai più"

Un colpo deciso alla gola...tutto finito... Il sangue espulso dal suo corpo veniva accompagnato da una mia forte risata... Ero finalmente felice, non provavo una sensazione del genere dalla morte di mia madre, "Il mio primissimo omicidio", ridevo, ridevo e continuavo a ridere senza un fine, ma da lì a poco capii che non ero ancora sazio, avevo ancora fame, allora iniziai ripetutamente a fracassarle il cranio, vedere il suo cervello spappolato lì per terra...

OH Sì QUELLO MI RENDEVA MOLTO FELICE, ANZI FELICISSIMO... ALLORA CONTINUAI A INFIERIRE SUL TUTTO IL RESTO DEL CORPO, COME LA PANCIA E IL PETTO, VEDERE I SUOI ORGANI INTERNI FUORIUSCIRE MI RENDEVA LIBERO.
Le ore passavano e io continuavo a ridurre in piccoli pezzi il suo esile corpo... poi preso talmente tanto dalla faccenda iniziai a mangiare la sua carne...

Una volta che il suo corpo fu totalmente maciullato mi alzai da terra e uscii dalla stanza, ero finalmente sazio.

-Evil M

I Canti della FolliaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora