La prima volta

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Non riesco a controllare i miei movimenti...sono seduta sul gabinetto del bagno maschile e nemmeno so il perché...ho un coltello in mano...mi sto tagliando ripetutamente gli avambracci

"(DIO CHE DOLORE)"

penso, ma non riesco a fermarmi, a controllarmi...disegno spirali con la punta della lama, ondeggiando e penetrando nella mia carne, il sangue rosso e caldo fa contrasto con la mia pallida pelle e fredda...sento il dolore.
Passa mezz'ora e le mie braccia ormai sono colme di sanguinosi tatuaggi raffiguranti scarabocchi e numeri senza senso, circondati da due serpenti intrecciati.
Sento la porta del bagno aprirsi, entra qualcuno, sento il suo odore familiare nell'aria.
Mi alzo senza volerlo, il mio corpo non reagisce più ai miei stimoli da quando mi sono risvegliata in quel dannatissimo bagno; mi avvicino verso di lui in maniera sinistra, contro la mia volontà...con il coltello sporgente...so cosa sta per succedere ma non posso reagire...non riesco a reagire.
I miei passi sono paragonabili allo strisciare di un morto vivente.
Sono dietro di lui, mi sente e girandosi di scatto verso di me impallidisce, è...il mio ragazzo.
Deja-vu.

"(Aiutami...ti prego fermami!)"

"Carla! Cosa ci fai qua? Aspetta...quello è sangue?! Carla...posa il coltello"

Sento solo odore di sangue, gli salto addosso e sono immediatamente a carponi su di lui, sollevo le braccia facendogli colare tutto il mio sangue in bocca, la sua espressione è terrorizzata ma non fa in tempo a reagire

"(Mi dispiace)"

"CARLA TI PREGO NO! AIUTO!!!"

Gli taglio la carne: lo pugnalo allo stomaco per renderlo inoffensivo, gli strappo la camicia scolastica e automaticamente gli passo la lama sul torace disegnando svariati simboli esoterici

"(CRISTO...NO...LO STO UCCIDENDO)"

Le corde vocali non permettono di emettere un qualsiasi suono, sono fredda e impassibile mentre finisco il mio ragazzo nel bagno della scuola.

Non appena finisco di lavorare come un macellaio sulla sua carne, mi allontano e vomito.
Posso parlare, posso urlare ma non lo faccio, mi limito a piangerlo in silenzio mentre con una mano mi pulisco la bocca; appena riprendo a pensare mi bendo gli avambracci con gli ultimi assorbenti che avevo in tasca

"(per fortuna il sangue non ha macchiato i miei vestiti)"

Sposto il cadavere dentro alla cabina-bagno, lo guardo un'ultima volta.

"Mi dispiace tantissimo, addio"

Esco dal bagno, tengo la testa bassa in corridoio senza guardare nessuno, la mia calma è insolita penso, ma continuo a camminare verso l'uscita.
È autogestione, non ho niente con me, senza farmi vedere torno a casa mia.
Mio padre mi sente rientrare

"Carla sei già tornata?"

"Sí..."

"Carla, le tue braccia...lo hai fatto di nuovo, vero? Ora dobbiamo di nuovo cambiare città per colpa tua "

Dice mio padre con aria seccata mentre si avvicina verso di me con il coltello da punizione in mano.
Questa è la 5ª volta che cambiamo città, la 5ª volta che cambio ragazzo, la 5ª volta che papà mi taglio, la prima volta che uccido mio padre.

-BlackHrt98

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 01, 2018 ⏰

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