Musica per ogni umore

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Eccola, entrai nella stanza e la chiusi nuovamente a chiave, era qui dove mi sfogavo e trovavo la calma, era la mia stanza e nessuno poteva entrarci.

Era piena di strumenti musicali, c'era una chitarra classica per quando ero triste, una chitarra elettrica e una batteria per quando ero arrabbiata e frustrata, un karaoke dove mi diverto a cantare le mie canzoni preferite, uno stereo con un piccolo spazio per ballare quando volevo allontanare la tensione e poi c'era lui, il mio strumento preferito e amato, il pianoforte, lo suono sempre ed era quello che sapevo suonare meglio.

Era il mio luogo segreto, nemmeno i miei genitori erano mai entrati, era l'unico posto in cui stavo bene e mi sentivo me stessa, alcune volte venivo qui anche per scrivere le mie storie e leggere, mi sedevo sul piccolo divanetto affianco al pianoforte e mi ci perdevo ore e ore qui dentro.

Senza indugiare mi sedetti al pianoforte e iniziai a suonare una canzone, stavo cercando di imparare molti spartiti e credo di riuscirci abbastanza bene, anche se mi ci vuole un po' di tempo. Alzai la testa che erano le 12.47 erano più di 3 ore che stavo suonando ed erano passate velocissime, mi ricordai di Stefano così uscì dalla stanza e andai a vedere dove era siccome era ora di pranzo. Lo trovai in cucina alle prese con i fornelli, mi avvicinai e vidi che stava preparando della pasta.

-"Ehy?" dissi

Lui si girò di colpo sussultando

-"Giulia! Mi hai spaventato!" disse lui mettendosi una mano sul petto

Io ridacchiai

-"Scusa Stefano. Cosa stai preparando?" domandai poi io

-"Pasta?" rispose lui semplicemente

-"Sai cucinare?" chiesi io

-"Ovvio"

-"Chi l'avrebbe mai detto"

Dopo una decina di minuti ci sedemmo a tavola e iniziammo a mangiare.

-"Devo ammettere che questa pasta è davvero buona" gli dissi

-"Grazie, solo perché ho messo delle zampe di rana, se no non c'era questo buon sapore" mi rispose lui

Io quasi gli sputai tutto in faccia e credo che le mie guance diventarono verdi e viola perché lui mi rispose che stava scherzando

-"Non fare più scherzi di questo genere!" urlai "Guarda che ho un coltello e non ho paura ad usarlo" lo minacciai

Lui rise più forte

-"Okay, non lo farò più, ma dovevi vedere la tua faccia, ahahah"

Io mi imbronciai

-"Che c'è?" mi chiese

-"Sei uno stronzo lo sai?" gli dissi

-"Si, lo so, me lo dicono in tanti"

Finimmo di mangiare e mettemmo tutto in lavastoviglie. Feci per andare di nuovo nella mia stanza quando Stefano mi fermò

-"Ehy Giulia?" mi fermò Stefano

-"Si?"

-"Prima mentre giravo un po' per la casa ho sentito il suono di un pianoforte" continuò

-"E..?" lo incitai io, ma credo che la mia faccia abbia assunto un colorito bianco, non poteva scoprirlo!

-"E mi chiedevo da dove venisse.." finì di chiedermi

-"Radio!" dissi prontamente "si la radio, stavo ascoltando musica classica alla radio"

-"Oh, okay"

-"Allora se non ti spiace io torno dove ero prima"

Non gli lasciai finire la frase che mi precipitai nella mia stanza musicale e tornai a suonare.

Erano le 19.13 quando uscì dalla stanzetta, e di Stefano nessuna traccia, così andai a vedere se era in camera sua. Aprì la porta senza bussare e lo vidi che si stava asciugando i capelli con indosso solo i boxer, misi le mani davanti agli occhi e mi girai imbarazzatissima, dio che figura di merda!

-"Mettiti qualcosa addosso Stefano!"

Lo sentì ridere e infilarsi dei vestiti

-"Ecco fatto, ora puoi girarti"

-"Sicuro?" chiesi esitante

-"Si"

Mi girai e vidi che si era messo dei pantaloni della tuta e una t-shirt bianca

-"Ok, bene, meno male, ero salita per chiederti che pizza volevi che le ordinavo"

-"Salamino piccante"

Mi girai e scesi le scale, presi la cornetta del telefono e chiamai la pizzeria. Finita la chiamata
mi girai per chiamare Stefano ma me lo ritrovai dietro di me

-"Tu mi vuoi morta vero?"

-"No, stavo solo ascoltando la conversazione"

-"Si, a sapere cosa c'era d'interessante da ascoltare"

Andai in salotto e accesi la tv, guardammo un programma televisivo finché non arrivarono le pizze.

-"Ecco a lei signorina" mi disse il fattorino

-"Grazie" gli risposi

Pagai e ci mettemmo a mangiare, mi divorai tutta la pizza, era davvero buona buona

-"Ora tutto a lavare, io vado su che devo ancora studiare per domani, buona notte Stefano" dissi al ragazzo

-"Buona notte"

Dopo 2 ore e 30 circa di studio mi feci una doccia calda e mi lasciai cullare dal mio dolce e caldo letto e mi addormentai abbracciata ai miei peluche.

~SpazioAutrice~

Scusate l'enorme ritardooo

Spero che il capitolo vi sia piaciuto❤

Commentate e votate in tante vorrei sapere cosa ne pensate❤

Un bacione

Giulia

Questa sono io: dolore e autolesionismoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora