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Verona 26 Agosto

Fa caldo a Verona, un caldo afoso, la città è piena di turisti, di coppie innamorate, di famiglie con bambini, di anziani sposati da anni con nipotini al seguito.
Claudio ama Verona, è la sua città, ci è nato e cresciuto, non la cambierebbe con nessun'altra città al mondo.
È felice, ha un bellissimo lavoro che ama, un bellissimo appartamento in centro, una famiglia perfetta alle spalle, degli amici che ama e che lo amano, e un fidanzato perfetto.
La sua vita è perfetta, non potrebbe desiderare di meglio, non gli manca niente.
Era un bel ragazzo, alto, muscoloso,moro con gli occhi verdi, e con le braccia e il petto ricoperto di tatuaggi. Agli occhi degli sconosciuti erano tatuaggi stupidi e senza senso, ma chi lo conosceva sapeva che ogni singolo tatuaggio aveva per lui un significato ben preciso.
Aveva 30 anni, aveva conosciuto Luca 6 anni prima ad una festa tra amici. Luca era più grande, 10 anni in più, il fascino dell'uomo maturo, alto, biondo e con gli occhi azzurri, l'eleganza dell'avvocato in carriera, un uomo che era stato in grado di conquistarlo piano piano, a suon di regali e cene costose. A Claudio queste cose non erano mai interessate più di tanto, era cresciuto in una famiglia umile, aveva iniziato a lavorare fin da giovane e aveva studiato laureandosi in lettere come migliore del suo corso. Aveva iniziato ad insegnare alle scuole medie come precario, poi qualche supplenza alle superiori e poi da pochi mesi a quella parte era riuscito ad ottenere una cattedra di ruolo in un liceo classico della città.
Luca no invece, Luca era un avvocato cresciuto in una famiglia di avvocati,  il suo destino era segnato fin dalla nascita, sarebbe dovuto diventare il dottor Luca Cava e così era stato, aveva viaggiato, si era divertito, si era laureato fuori corso e aveva iniziato subito a lavorare nello studio del padre.
In 6 anni di relazione avevano fatto vacanze lussuose in alberghi di lusso di località alla moda, erano andati nelle spiagge più belle, nelle località sciistiche più lussuose, Luca gli aveva comprato una macchina, aveva comprato un appartamento, Claudio non era abituato a tutto ciò, si sentiva in imbarazzo, ma lo amava, lo amava davvero non per i soldi, ma per la sicurezza che gli infondeva con il suo modo di parlare e di approcciarsi con le terze persone, e sperava con tutto il suo cuore che prima o poi sarebbero andati a vivere insieme e che le vacanze a Ibiza sarebbero diventate vacanze a Gardaland o Mirabilandia.
Si, perché Luca aveva comprato un appartamento, ma lo aveva preso per Claudio, un bell'appartamento in centro, moderno e ristrutturato di tutto punto, ma lui no, lui era rimasto a vivere nella sua villa fuori città.

*
Sempre a Verona viveva Mario,  un giovane trentenne dalla vita completamente diversa da quella di Claudio, ma soprattutto da quella di Luca.
Mario era nato e cresciuto a Roma, Si era trasferito a Verona con la sua fidanzata. Lui e Viola si erano conosciuti tra i banchi di scuola, si erano piaciuti e innamorati.
Mario dopo il liceo si era laureato in architettura, mente Viola aveva fatto il conservatorio, si erano trasferiti a Verona per lavoro di Viola che era stata assunta in un importante teatro della città come clarinettista, e avevano iniziato li la loro vita.
Non erano soli però,  si perché 5 anni prima avevano avuto una bellissima bambina di nome Alice, con lunghi capelli neri e grandi occhi dello stesso colore, bellissima come il papà ma furbetta come la mamma.
In quei 5 anni le cose non erano andate come avevano sperato, Viola e Mario si erano allontanati sempre di più,  non si baciavano più, non facevano più l'amore,  erano diventati due amici, un amore tramutato in amicizia dai troppi anni passati insieme e da quella strana sensazione che aveva Mario ogni volta che incontrava un bel ragazzo.
Mario l'aveva capito, aveva capito di essere gay un pomeriggio quando un suo amico romano in visita a Verona lo aveva baciato, lo aveva toccato,  e il corpo di Mario aveva reagito come non pensava avrebbe mai potuto reagire.
Da quell'episodio non ce ne erano mai stati altri, erano passati due anni, lui e Viola si erano lasciati, non le aveva mai confessato l'accaduto, ed erano rimasti in ottimi rapporti di amicizia, soprattutto per la bimba.
Viola per lavoro si era dovuta trasferire a Parigi, era diventata prima clarinettista dell'Opera di Parigi e in più studiava per diventare direttore d'orchestra. La piccola era rimasta a Mario,  Viola aveva preferito così,  voleva crescesse in Italia, Mario era un papà perfetto e aveva più tempo libero rispetto a lei.

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《Claudio ascolta,  oggi vieni nel mio ufficio? Viene l'architetto a cui ho affidato i lavori per la ristrutturazione》
《Si ok.. nel pomeriggio faccio un salto》

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《Claudio ti presento Mario l'architetto》
《Mario ti presento Claudio il mio ragazzo》

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