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Ciao a tutte, vi avevo detto che quello di Luca sarebbe stato un capitolo chiuso.
Sarà davvero così
Sono stata sincera o no?
Non vi resta che scoprilo.

Mario era disperato non sapeva più dove sbattere la testa.
Non sapeva dove andare per trovarlo.
Continuava a chiamarlo ma niente il telefono continuava a suona a vuoto.
Mario passò la notte in macchina a girare per la città e i dintorni, ma niente non lo aveva trovato da nessuna parte. Gli era anche venuto in mente di recarsi alla polizia per chiedere aiuto ma poi un sms, il messaggio della salvezza.
- SONO A CASA

E così Mario si rimise alla guida fino a casa, e corse fin dentro all'appartamento trovando Claudio sul divano, al buio, con lo sguardo perso nel vuoto.
《Amore. Mi hai fatto spaventare. Dove sei stato?》
Nessuna risposta
《Claudio? Guardami》
Lo guardò, sguardo perso, occhi lucidi e spenti.
《Amore. Ho parlato con la clinica so tutto》
Ancora nessuna parola.
《Claudio parlami ti prego》
Niente
Mario lo strinse in un abbraccio fortissimo ma Claudio non era lì, o meglio c'era fisicamente ma con la testa e il cuore non c'era.
《Amore ti prego così mi fai morire. Parlami》
《Vado a dormire》
Vado a dormire. Solo quelle parole fredde e distaccate.
Erano le 7 del mattino e l'unica cosa a cui Claudio aveva pensato era quella di andare a dormire, non voleva parlare, si sentiva in colpa, in colpa, sapeva di averlo fatto preoccupare, sapeva che avrebbe dovuto chiamare,  ma non ne aveva avuto la forza. Aveva passato la notte in macchina davanti alla sua casa d'infanzia a ripensare ai bellissimi anni passati li con la sua famiglia, senza avere la forza di parlare o di pensare, solo ricordando e rivivendo scene del passato e invidiando la famiglia che vi ci viveva ora, a pensare a quella famiglia che viveva attimi felici li dove anche lui li aveva vissuti.

*

Aveva passato un mese in quello stato.
Un mese in cui non aveva mai parlato, non aveva dormito ne mangiato. Era uscito di casa solo per andare al funerale e per andare a lavoro.
Mario era sempre più preoccupato, non sapeva come fare per aiutarlo, anche Alice ne risentiva, ormai era grande, si era accorta che le cose non andavano bene, proprio per niente.
Per tutto quel mese in quella casa ci fu il gelo, nessuno che parlava, nessuno che rideva o scherzava. Era sempre stata la casa dell'allegria e dell'amore e si era trasformata in una casa della tristezza.

Una domenica mattina di marzo erano in cucina come al solito a fare colazione, ma al contrario delle altre volte mancava l'allegria.
《Papà voglio andare a Parigi dalla mamma》
《Ali amore per Pasqua vai. C'è la sorellina che ti aspetta》
《No papà. Io voglio andare a vivere con la mamma per sempre》
A Mario si spezzò il cuore. Mai e poi mai avrebbe pensato di sentire quelle parole uscire dalla bocca della sua amata bambina.
《Perché amore?》
《Perché non voglio più vivere con te e papà Claudio》
E li fu il cuore di Claudio a spezzarsi. O forse a tornare in vita.
《Ali tesoro perché?》
《Perché mi manca il mio papone.》
Ed ecco. Ecco che una semplice frase poteva cambiarti la vita, poteva tirarti fuori dal baratro in cui eri caduto, poteva svegliarti dal coma psicologico in cui da settimane si trovava, poteva farti piangere per la prima volta dopo mesi.
Si, per la prima volta dal giorno della morte del padre Claudio pianse, non c'era riuscito neanche in clinica, ne al funerale, ma pianse per una semplice frasi di quella bambina che ormai era sua figlia.
《Cla amore..vieni qui》
《È colpa mia.. È solo colpa mia.. Alice ci odia per colpa mia》
《Papà io non vi odio. Io vi voglio bene》
《Mi dispiace. Vi ho fatto passare un inferno. Mi sono allontanato da voi che eravate le uniche persone in grado di aiutarmi.》
《Sei tornato però papone, sei tornato da noi》
《Si amore. Sono tornato. Sono tornato da voi e non andrò più via. Però tu perdonami ti prego》

Vi avviso che il prossimo sarà quasi sicuramente l'ultimo capitolo. A meno che non mi venga un'ispirazione sta notte per continuare, il prossimo sarà l'ultimo.

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