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Devo correre, questa stanza è buia e non ci sono finestre. Sento dei passi e devo scappare, mi sale il panico! Stavolta mi prende me lo sento. Sento delle mani che mi acchiappano,provo a liberarmi. Mi sveglio e mi ritrovo con mia madre sul mio letto che mi accarezza il volto,sento le lacrime sul viso. Sarà stato un altro incubo, mia mamma mi assomiglia molto la fisionomia è simile, con la differenza che le ha i capelli rossi e corti. Mi guarda preoccupata e cerca parole di conforto:- tesoro, calma tutto si risolve, domani prendo appuntamento dalla dottoressa. Sono in preda alla rabbia, non voglio andare da una che mi prende soldi così per sputare sentenze a tradimento come se da due frasi messe a casaccio potesse comprendermi. Rivolgo il mio sguardo di fuoco:- no, io non devo andare da nessuna parte. Non è successo niente. Che cosa vuoi da me!? Spiegamelo. Lei mi guarda ferita, ma come me ha un carattere testardo:- io volevo solo essere d'aiuto ma ricordati il tuo ruolo da figlia ed il mio che sono tua madre. Quindi più rispetto. Mi alzo dal letto non ho voglia di parlare e corro in bagno! Mi sciacquo il viso e cerco di ricompormi, entra pure lei per il secondo round:- ricordati che con il tuo carattere non andrai da nessuna parte! Faccio finta che non abbia detto nulla e torno in camera, sono le 6 del mattino riprovo a dormire ma è difficile rimpiombare in un sonno pacifico. Attendo che vadano a lavoro entrambi, perché se casualmente mi vede mio padre cercherebbe di farmi la psicanalisi e non voglio. Prendo il telefono e scrivo un messaggio a Ludovico, un amico che conosco da anni: "vengo da te a pranzo"! Mi alzo e vado a prepararmi una tazza di caffè così da avere l'energia per affrontare la giornata.

Due anni prima
Il bar era affollato, avevo dei pantaloni neri e una canottiera rossa. Il trucco era sbavato forse ero un po brilla avevo iniziato a bere una birra per poi passare alla vodka liscia. Avevo bisogno di bere, più buttavo giù la vodka e più non ricordavo nemmeno come mi chiamassi. Ridevo fra me e me, era esilarante. Che nome era Jenny, ero una Jenny ma che faccia aveva una Jenny. Accanto a me un uomo di trenta o forse quaranta anni, mi guardava e con occhi maliziosi:- lo sai che sei proprio bona. Io scoppiai a ridere, ero bona... ma perché ero qualcosa da mangiare!? lui capì che non ero tanto in me, mi prese la mano e mi trascinò verso i bagni, io riluttante gli chiesi:- cosa cazzo vuoi da me. Lui con più forza e più foga mi disse:- quante storie per una scopata. Io iniziai ad agitarmi, una mano afferrò quel uomo e poi tutto buio. Mi risvegliai nel letto di Ludovico. Appoggiati sul comodino trovai acqua e aspirina, lui era sul divano che mi guardava, poi con mezzo sorriso mi disse:- buongiorno Jenny. Io ero confusa, guardandomi attorno gli chiesi perplessa:- cosa ci faccio qui!? Lui sintetico come sempre mi disse:- eri ubriaca, ti ho salvata dalle mani di un porco, sei svenuta e ti ho portata qui, perché non so più dove abiti! Lo guardai sbalordita, non era da me:- guarda non so cosa mi sia successo! Eppure non era un gesto da Ludo, lui era bello e distaccato, occhi color ghiaccio,capelli castani fisico asciutto e palestrato, tutto mi intimidiva in quel ragazzo. Ludo aveva capito, il problema oppure sapeva ma non capivo come:- Io so il tuo segreto. Io posso aiutarti. Nessuno lo sapeva, io non l ho mai rivelato a nessuno, infatti ero sotto shock:-  Tu non sai niente. stai mentendo! Lui molto pragmatico, e sarcastico:- allora come farei a sapere che ti sei trasferita, vicino Pistoia. Non so dove di preciso ma so che sei nelle vicinanze. Ricordati che mio padre e il tuo si conoscono dal tempo del liceo. Vuoi una mano oppure no!? Ero arrabbiata, come si permetteva uno stronzo  del genere a giudicare, io non ho bisogno di una mano. Mi alzo dal letto e cerco frettolosamente le scarpe con occhi bassi:- non voglio una mano da nessuno grazie. Lui mi prende per un braccio e mi gira per farsi guardare negli occhi:- fidati, io so come aiutarti,secondo te non so quanto tu sia arrabbiata,ma ti sbagli. Posso insegnarti come anestetizzare il cuore! Forse lui davvero può insegnarmi a diventare menefreghista, mi sta dando forse la soluzione, lo dovrei ascoltare solo un secondo, tanto che ho da perdere:- ti ascolto, dimmi pure come potrei fare. Sembrava che quello fosse il suo obiettivo, vittorioso, mi spiega la sua idea:- allora regola numero uno: non dare più il tuo cuore ma solo il corpo, numero due diventa cinica e numero tre: la kickbox ti farà calmare i nervi. Non dare il cuore e come si fa!? Lui vide la mia faccia perplessa. Mi prese per mano mi buttò sul letto e dando altre regole:- sfogati con me, scopami brutalmente. Ma non mi baciare e solo una cosa puramente fisica! Mi spogliai frettolosamente e strusciandoci e molto vogliosa gli levai i pantaloni del pigiama e maglia, lui mi ribaltò sotto di lui e in un colpo solo era dentro di me, mi cavalcò sino a quando non scoppiò qualcosa dentro di me, si staccò e mi lasciò vogliosa, si sedette sul letto e con la faccia indemoniata:- devi comandarmi,sfogati. Diventa maiala. Mi misi a cavalcioni sopra di lui! Lo cavalcai finché la rabbia che avevo in corpo non si trasformò piano piano in calma e dopo la calma capì che era solo un corpo quello. Mi stavo trasformando in ghiaccio, era finalmente calato l'inverno sopra il mio cuore. Quando sfogai il tutto mi sdraiai nel letto, soddisfatta di me gli dissi:- ora capisco di più come funziona il sesso. Lui scherzosamente mi tirò una sculacciata:- ragazzina ancora sei alle prime armi! Comunque i tuoi sono stati avvisati che sei qui. Non scappare più di casa. Lunedì  si inizia ad allenarci seriamente! Da allora ho seguito quelle regole come una questione di vita o di morte.

Tornando con la mente nel presente, guardai l'ora ed ero già in ritardo quindi mi andai a preparare per una giornata all'insegna del buon sesso e della kick

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