Mentre uscivo dalla toilette,mi stavo dirigendo nello studio ma udii qualcuno che piangeva no che la cosa emotivamente poteva interessarmi ma la cosa mi incuriosiva, andai dietro la porta delle cucina e sentii Karen confidarsi con mia madre, aveva una voce rammaricata:- Daniela non so più cosa fare con Ludovico. Mia madre è sempre stata una donna, che sapeva ascoltare ma se volevi il suo parere dovevi sentire pure la sua sincera opinione:- Karen, purtroppo non sappiamo cosa passa nella testa dei nostri figli. Una parte di me era allarmata, il mio cervello gridava ci hanno scoperto, ma dovevo stare ad ascoltare prima di saltare alle conclusioni. Karen sospirò:- ma lui era un ragazzo apposto sapevamo che voleva fare l'avvocato ed era questo il nostro piano. Non parla con noi, non sappiamo perché un giorno ha cambiato idea così improvvisamente! Quando capii che la conversazione si stava per fare troppo seria fra me e lui c'era un accordo ed io decisi di non ficcare il naso nei suoi affari, decisi di non ascoltare altro e sono andata direttamente nello studio; quando aprii la porta lui era la seduto mentre controllava qualcosa al computer, io per fargli notare la mia presenza, simulai un colpo di tosse! Alzò gli occhi e li posò su di me, a volte quello sguardo mi ipnotizzava e altre volte riuscivo a liberarmi dalla sua morsa, con una voce teatrale e annoiata mi disse:- Jennifer siediti oppure ti mando un invito scritto se preferisci. Spostai la sedia davanti a lui e mi sedetti, imitai la sua voce annoiata anche se ridevo sotto i baffi:- mi volevi vedere Ludovico oppure ora ti dovrò chiamare capo!? Lui assunse una voce seria e un tono formale:- non sei qui solo per firmare. Sei qui per ascoltare pure alcune regole. Altre regole!? Ma stiamo scherzando? Il mio sguardo diventò di fuoco, perché va bene che il nostro " rapporto" era iniziato così ma ora si stava esagerando, dovevo farglielo notare:- io penso che di regole ne ho già abbastanza non credi!? Lui non cambiò ne sguardo e ne tanto meno tono anzi era come se quelle parole accesero il fuoco dentro i suoi occhi:- se vuoi firmare il contratto e vuoi lavorare le devi ascoltare sennò salta questa opportunità scegli! Poi si da il caso che le avresti visto che sarei il tuo capo. Mi stava mettendo davanti ad un bivio, e mi servivano pure i soldi per comprarmi la macchina, quindi non avevo tanta scelta quindi per la prima volta con voce rassegnata lo esortai a parlare:- ok ti ascolto pure capo. Forse ci avevo messo troppo sarcasmo. Infatti mi rimproverò, non lo avevo mai sentito così:- quando lavorerai per me niente sarcasmo nel luogo di lavoro e niente confidenze e non si farà sesso lì. Puntuale e poi per il resto hai le caratteristiche, dovrai essere solo la mia segretaria! Ti può andare bene? Voleva una dipendente seria e sconosciuta ed io potevo accontentarlo lo guardai per quello che era un corpo che parlava, annuì e con voce meccanica gli risposi:- si può andare bene. Prese la penna e i fogli e li firmai! Quando finì il suo sguardo cambiò, scrutò ogni cm della mia scollatura, diventò bollente. Era cambiato di nuovo, era tornato il mio maestro di vita. La mia maglia nera con scollo non troppo profondo diventò fuoco sulla mia pelle. Lui si alzò e mi si posizionò davanti, mi accarezzò il viso, non staccavo un attimo gli occhi dai suoi e piano piano la mano scendeva ad accarezzare il decolleté, una parte di me non voleva che ci beccassero l'altra voleva spegnere questo incendio. Aveva la voce roca ed eccita:- Jenny qui possiamo fare ciò che vogliamo, stasera ho bisogno di sfogarmi. Stasera ho bisogno di te! Da quando ti ho visto stasera volevo metterti a cosce aperte. Io lo zittì con lo sguardo , mi alzai dalla sedia e misi il sedere sulla sua erezione,mi strusciai,mi iniziò a sganciare i jeans e sbottonarmi i pantaloni e posò la mano dentro le mutandine. Mise prima due dita poi tre e iniziò a muoversi dentro di me, ma la magia del momento fu interrotta dal suono del telefono no del suo ma del mio, cercai di ignorare ma, Ludovico si era staccato da me e con voce irritata mi disse:- rispondi è insopportabile questo suono. Aveva rialzato il muro, quando presi il telefono non potevo credere ai miei occhi era Alex, con movimento agile risposi nervosamente:- ciao tesoro posso chiamarti dopo sono ad una cena in famiglia. Sembrava triste, ma cosa potevo farci e cosa me ne importava erano affari suoi:- ok bellissima ci sentiamo dopo scusa il disturbo! Riattaccai. Ludovico mi guardò disgustato e a tratti arrabbiato:- ragazzina non ti ho insegnato nulla in questi anni. Dare solo il corpo. Ricordi la prima regola. Mi viene da ridere detto da lui sembra quasi geloso, purtroppo ho imparato troppo bene a fare la cinica:- che ti prende, so che non è gelosia. Ma per caso è perché hai paura che qualcuno ti rubi il giocattolino. Io lo sto solo prendendo in giro! Mi sta fulminando e stavolta non ha incassato il colpo si vede la furia nei suoi movimenti, e sento un brivido mi prende per il bavero e mi alza il volto, poi scoppia a sua volta a ridere ma questa volta non sento ironia nella sua voce:- il mio giocattolino? Pensi di essere solo questo per me, non mi conosci affatto! Io ti ho risollevato nei momenti più difficili, ti ho insegnato tutto ciò che sapevo. Di un giocattolo prima o poi ci si annoia, forse hai ragione. Sei un giocattolo per me,mi hai stancato! Ora esci di qui. Domani si inizia alle nove, tu li mi chiamerai signor Ludovico. Stavolta mi aveva ferito volevo piangere ma non l'ho fatto per dignità mentre stavo per uscire, lui era li ma non sebrava più lui ma un'altra persona, forse era seriamente cattivo. Poi si schiarì la voce e mi disse le ultime parole famose:- e se un giorno il tuo grande piano di prenderlo in giro non funziona e ti ferirà non ci sarò più io qui per te! La rabbia prevalse nelle mie azioni, mi girai di scatto e volevo cercare di essere velenosa quanto lui:- io credevo che fossimo amici. Ma con un amico come te, chi ha bisogno di nemici! Mi voltai e cercai di non sbattere la porta
STAI LEGGENDO
STRONGER
ChickLitNON MI ERO MAI ACCORTA COSA VOLESSE DIRE SGOBBARE PER ARRIVARE IN ALTO, CREDEVO CHE IL MONDO FOSSE AI MIEI PIEDI INVECE DOVEVO LOTTARE PER RIMANEREA GALLA! questa è la storia di Jennifer, una ragazza che è cambiata mille volte e che ogni volta ha m...