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Con mia grande sopresa arrivò il weekend, questo voleva dire che era il venerdì dedicato a sole donne nel mio gruppo, io come d'abitudine andavo da Mary a cambiarmi e poi andavamo sulla sala da Lisa e Diana. Mi piaceva andare da Mary e fare chiacchierate fra adulte. Presi la busta contenente un vestito aderente marrone e i miei tacchi neri, mentre mi incammino verso la porta sento mio padre chiamarmi! Vado in cucina era seduto intento a fare il suo cruciverba. Lui era diverso da me, era un uomo dagli occhi verdi, pelle bruciata dal sole e capelli neri pece, alto e snello. Con occhi interrogatori, che solo un papà può fare:- vai via senza salutare. Ti ricordo che hai una famiglia, non sei in un albergo. Sospiro per la frustrazione, a volte credo che sia una guardia carceraria piuttosto che un padre. E cerco di replicare:- papo scusami, non pensavo che eri a casa. Ciao! Lui mi guarda torvo mentre, tento di raggiungere la porta, ma invano e come al solito con tono di accusa:- potresti dirmi ad esempio dove stai andando oppure potresti dirmi semplicemente dove stai andando! Non fai più conversazione con noi. Ti dilegui e basta. Hanno ragione ma ogni volta che li guardo vedo la delusione nei loro occhi, e quindi meno ci sto e meno sensi di colpa ho. Cercando di formulare una scusa, almeno provando a scusarmi:- papi, hai ragione prometto che cercherò di stare di più in famiglia! Comunque stasera sono da Mary, dovremmo fare una cena fra ragazze. Il mio papà lo guardo veramente ha gli occhi stanchi, mi ritorna in mente la notte di due anni fa e sbattendo i pugni contro il muro e con le lacrime a gli occhi ripeteva che mi aveva perso e forse era seriamente così. Ma intendevamo in due maniere diverse. Tornai con la mente al presente, cercai di non soffermarmi troppo su cose che sono capitate solo nella mia testa. Poi mi diede una delle sue grandiose notizie, ironicamente parlando:- domenica sera cerca di esserci, si va a cena da Matteo ci dovrebbe essere pure Ludovico. Farai parte dei nostri!? Volevo rifiutare, queste cene erano imbarazzanti, perché non possiamo essere noi stessi, dobbiamo far finta di essere due estranei, però purtroppo a volte una persona non si può sottrarre a certi doveri, sbuffando confermo:- se proprio insisti ci sarò. In segno di vittoria sorrise e mi congenda:- bene dopo questa grande vittoria posso tornare a fare il cruciverba, si alzò dalla sedia, la spostò e mi abbracciò. Mi lasciai cullare per un istante. Poi mi incamminai, verso la grande serata!

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