Lettera#13

23 0 0
                                    

 Caro Giulio,                                                                                                   72 a.C.

ti voglio raccontare tutto ciò che è successo da quando non ci vediamo. Il giorno in cui è arrivato un certo Battiato ad arruolare dei gladiatori la mia vita è cambiata. Dopo esser stato reclutato anch'io, sono stato portato ad una scuola per gladiatori nella città di Capua e lì, durante l'addestramento ho conosciuto uno schiavo di nome Spartaco. Lui mi aveva detto di essere di origine greca, precisamente della Tracia. La vita nella scuola era molto dura, infatti eravamo costretti ad allenarci dalla mattina alla sera, per poi combattere tra di noi e sperare di rimanere vivi, solo per far divertire i patrizi. Durante un combattimento, però, è scoppiata una rivolta nella scuola, ed il primo ad essersi ribellato era proprio Spartaco, che era lì a battersi. Egli uscito dall'arena, si arrampica sulle mura ed entra nell'edificio uccidendo le guardie romane con l'aiuto di altri ribelli. Dopo la rivolta a Capua, io e tutti gli altri ci siamo rifugiati sul Vesuvio ed abbiamo iniziato la nostra marcia per la libertà. Ti voglio spiegare, inoltre, perché ho deciso di unirmi contro Roma: la vita da schiavo non era sopportabile e stare agli ordini di una persona che ti sfrutta per i suoi interessi e ti tratta come un animale, non è accettabile per un essere umano visto che secondo me ognuno deve essere libero di vivere in pace e in libertà. Intanto la nostra marcia prosegue e non ci fermeremo finché non otterremo ciò per cui stiamo combattendo. Spero di ritornare sano e salvo per rivederti. Questo è tutto ciò che volevo dirti. A presto.                                          Attilio

MILENA FORIGLIO  ed  ENRICO MORANO

MAI PIÙ SCHIAVI - Gli anni della rivolta di SpartacoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora