Gli addominali di Sasuke (sì, è trash)

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Le ricerche del Bijou continuarono fino al giorno dopo, ma l'essere sembrava svanito nel nulla: Sasuke, schiumante di collera, si era inizialmente accanito su Juugo e Suigetsu, in quanto avevano avuto un vantaggio di una decina di minuti su lui e Karin, ma i due gli avevano spiegato che a nulla era servito provare a rintracciarlo, captarlo o sentire la sua forza vitale.
Era letteralmente scomparso come era apparso, e anche se era frustrante, non ci si poteva aspettare niente di meno da un demone.
Naruto, Gaara e la studentessa, Misaki, erano stati interrogati qualche giorno dopo in una delle sedi della Akatsuki: il biondo aveva trattenuto il respiro per ore, tornando a vivere solo quando aveva lasciato l'edificio senza nessun sospetto. Non che qualcuno avesse reputata strana la sua agitazione, dopotutto nessuna preda era tranquilla nella tana del lupo, e loro non facevano eccezione: persino Gaara era rimasto teso tutto il tempo. Da ciò che era emerso dalla testimonianza della ragazza, si era recata nel corridoio per incontrare un ragazzo sconosciuto, che le aveva scritto una lettera d'amore o simili; credendo che volesse dichiararsi, Misaki era entrata nell'aula indicata, trovando ad aspettarla una bestia assetata di sangue che l'aveva subito messa al muro, terrorizzandola. Da lì, non aveva alcun ricordo di ciò che era successo, probabilmente per lo shock.
Era palese che la lettera e l'aggressione fossero collegate, restava da capire chi l'avesse messa nella cartella di Misaki: purtroppo, il messaggio era stato scritto con ritagli di giornale, e non vi era stata lasciata nessuna impronta che non fosse della ragazza stessa. Anche chiedendo ai suoi compagni, non sembrava che qualcuno si fosse avvicinato al banco di Misaki per mettercela dentro.
Un lavoro da professionisti, senza dubbio, ed era ciò che destava più sospetti: c'era qualcuno, a orchestrare il tutto dietro le quinte, e la Akatsuki avrebbe dovuto scoprire chi era, per evitare che mietesse altre vittime.

Circa una settimana dopo, le acque parvero essersi calmate, ma in casa di Sasuke i guai stavano per cominciare.
Quel venerdì sera, sarebbe iniziata una catena di eventi imbarazzanti senza fine, che avrebbero falciato la dignità di Naruto e la pazienza di Sasuke... Ma andiamo con ordine.
«Teme! Prestami lo shampoo, devo farmi una doccia!» Gridò Naruto, per il corridoio. Non ricevette risposta, in compenso sentì chiaramente della musica provenire dal bagno. «Ehi, sei vivo? Speriamo di no, chi lo dice alla Akatsuki?»
Il biondo sbuffò e, una volta giunto alla conclusione che Sasuke non poteva sentirlo, percorse il corridoio dirigendosi verso la sua stanza.
Entrò quasi con cautela, era curioso, dopotutto non l'aveva mai vista: non era poi così diversa dalla sua, l'eccezione era fatta per i muri tinti di nero e il letto matrimoniale che sostava al centro della camera. Era tutto in perfetto ordine, non c'era una penna fuori posto... Persino la sedia della sua scrivania, costatò Naruto orripilato, era immacolata. Era mai possibile che quel teme non la usasse come secondo armadio come tutto il resto del mondo? Inquietante, decisamente inquietante.
Naruto non riflettè, quando si avvicinò alla porta del bagno, né quando la aprì con naturalezza: era un tipo impulsivo, ciò significava che non pensava molto a quello che stava per fare. Quella volta, la sua impulsività gli costò cara.
Davanti allo specchio, intento a farsi la barba con il sottofondo dei Linkin Park, trovò Sasuke: e non sarebbe stato così scioccante, se non per il fatto che avesse solo un asciugamano legato in vita a coprirlo dall'essere completamente nudo.
Naruto credette di morire: gli dei greci gli avevano mandato un loro emissario, o cosa? Perché quegli addominali parevano luccicare di una qualche luce divina. Il ragazzo, a bocca aperta, si chiese come diavolo avesse fatto a non notare prima tutto quel ben di dio, nel quasi mese passato in quella casa: le spalle larghe, il petto scolpito, la famosa v, lasciata intravedere di poco dal tessuto bianco... Decisamente troppo, per i suoi poveri occhi.
- Che cosa vuoi, dobe? - Chiese il moro, senza staccare lo sguardo dallo specchio e continuando tranquillamente a radersi.
Annaspando in cerca d'aria, Naruto attivò l'ultimo neurone che gli era rimasto in vita, e balbettò. - N-niente, me ne vado... In camera mia, sì. Me ne vado in camera mia, ciao. - E chiuse la porta con una certa irruenza, schizzando via come un fulmine.
Sasuke alzò gli occhi al cielo, ignaro del tornado in corso nel corpo del più piccolo. - Quante volte dovrò ripetergli che non deve sbattere le porte... -
Intanto, Naruto si era chiuso in camera sua, lasciandosi andare con la schiena al legno della porta. Sentiva il cuore battergli a mille, le guance ardere e la gola secca come il gran canyon. Cosa gli stava succedendo?
E soprattutto, perché cazzo non riusciva a togliersi dalla testa gli addominali di quel maledetto Uchiha?
Tutto il sangue che aveva nel cervello era appena affluito in basso, molto in basso, ma Naruto non era particolarmente sconvolto di ciò: la sua sessualità era sempre stata oscillante, e nonostante vantasse un certo numero di esperienze con delle ragazze, il mondo del sesso dell'altra sponda gli era quasi del tutto sconosciuto. Solo qualche pomiciata, un paio di seghe da ubriaco ma niente di concreto, a conti fatti.
E il fatto che stesse sbavando per un corpo maschile faceva penzolare la bilancia verso... Bè, l'altra faccia della medaglia, quella gay.
"Sono perfetto così. Sono perfetto e basta, la gente dovrebbe ringraziare Iddio per essere nata nella mia stessa epoca." D'accordo, quel pensiero più narcisista che sensato non serviva a molto, ma il succo era che Naruto non aveva paura di quel genere di cose; certo, era un bel cambiamento, visto e considerato che era la prima volta che lo provava, ma nulla di insormontabile.
Il problema, in sostanza, era un altro: aveva appena appurato di essere (sessualmente) attratto da un Cacciatore. Per di più da un Uchiha. Bene, ma non benissimo.
Il biondo scosse la testa, tentando di scacciare quei pensieri minacciosi, e fece per andare a farsi una doccia, quando... Realizzò che, tra un casino e l'altro, non aveva preso quel dannato shampoo. Rifiutandosi di tornare sui suoi passi, Naruto si accinse a lavarsi con balsamo e bagnoschiuma, occupandosi nel contempo di uno spiacevole problema che si era creato nei suoi jeans in quei turbolenti cinque minuti.

[Sasunaru] Un ragazzo fuori dall'ordinarioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora