IL GRANDE RITORNO, DOPO QUASI SEI MESI. CHI È SENZA PECCATO LANCI LA PRIMA PIETRA, NELLA ZONA AUTRICE MI LAPIDATE.
Enjoy🐦Naruto giunse davanti alla porta di casa redivivo. Dire che aveva il fiatone era un eufemismo, sembrava prossimo a un attacco d'asma, senza contare che puzzava parecchio: aveva corso da un mezzo all'altro disperatamente, imprecando a gran voce per strada e guadagnandosi molte occhiatacce dai passanti.
Non aveva avvertito Sasuke che sarebbe andato da Hinata, e non avendo il cellulare non poteva nemmeno dirgli... qualsiasi cosa! Per qualche motivo, ciò lo riempiva di una paura che sospettava facesse bene ad avere.
Ci aveva messo secoli ad arrivare a casa, per quell'ora Tokyo si stava accendendo: le persone che tornavano a casa dal lavoro erano parecchie, e intasavano anche i marciapiedi. Naruto aveva usato molti dei passaggi secondari che conosceva, ma un'ora buona era sicuro di averci impiegato, per giungere davanti alla porta nera del costoso condominio, situato proprio in centro città.
Ansimando per lo sforzo, il ragazzo tentò di calmarsi, e suonò il campanello. Attese per qualche secondo, poi suonò nuovamente. Niente. Che non fosse in casa?
Naruto corrugò la fronte, avvicinandosi alla porta, e fiutò l'aria: nonostante quella spessa parete di legno che lo ostacolava, percepì chiaramente l'odore intenso di Sasuke, fra quelle mura intonacate di bianco. Non era possibile che si fosse addormentato, il campanello avrebbe dovuto comunque ridestarlo da un ipotetico sonno, e allora... Che lo stesse ignorando?
- Sasuke, ci sei? - Chiamò a gran voce il biondo, questa volta bussando con forza. Nessuna risposta. - Avanti, so che sei in casa! Aprimi! -
Soltanto il silenzio accompagnò le sue parole, Naruto sbuffò sonoramente, insistendo. - D'accordo, mi dispiace di non averti avvisato. Mi sono dimenticato, e non ho nemmeno un telefono! Sono stato a casa di... Di un mio compagno di classe. - Non seppe perché, ma omise ogni cosa del suo incontro con Hinata. Giusto, per l'impulso del momento l'aveva anche baciata... Bel casino, sì, ma ci avrebbe pensato un'altra volta. - Abbiamo studiato! Ti faccio vedere i compiti, se vuoi. Dai Sas'ke, apri la porta! -
Nulla, il vuoto totale. Sconsolato, Naruto si lasciò cadere con la schiena lungo il legno immobile. Tempo due secondi però, e sorprendentemente quella stessa porta si aprì, facendolo capitombolare dentro con una capriola da Olimpiadi e qualche imprecazione qua e là.
- Ahi! - Si lagnò, massaggiandosi il capo, su cui di sicuro sarebbe spuntato un bernoccolo. Alzò lo sguardo, e di colpo ogni suo qualunque pensiero si sgretolò: in piedi davanti a lui c'era Sasuke, con una faccia agghiacciante. Sembrava si stesse contenendo dal fargli male fisico, e la cosa non doveva essere molto distante dalla verità: Naruto deglutì, tornando ad avere paura, e rabbrividì da capo a piedi.
- Ehi... - Iniziò.
- Quattro ore. - Lo interruppe sul nascere il corvino. - Sono quattro ore, che aspetto. Una chiamata, un messaggio, qualsiasi cosa, e invece nulla. Si può sapere cos'hai nel cervello, dobe? Segatura? -
- Mi sono dimenticato! - Gridò terrorizzato il ragazzo, in risposta a quel tono così distante da quello pacato e monocorde che di solito Sasuke usava. - Insomma, andiamo! Non puoi incazzarti per questo... -
Lo sguardo dell'Uchiha però, ribadiva silenziosamente che sì, poteva farlo.
Si scrutarono per qualche minuto, Naruto pregando mentalmente e Sasuke con espressione indecifrabile: fu il secondo, a spezzare quel silenzio, prima di sparire in corridoio. - La prossima volta ti lascio fuori di casa, Uzumaki. -
E il suddetto aveva la sensazione che non stesse scherzando, complice il tono tetro con cui il Cacciatore aveva aperto bocca.La cena fu una delle cose più stressanti che Naruto avesse mai provato in diciassette anni di vita. Nemmeno quando era stato messo alle strette da una ventina di vampiri incazzati, aveva provato una tale ansia mista a paura: il motivo? Ovviamente, Sasuke. Sentiva chiaramente il corvino perforarlo con lo sguardo, benché quando si voltasse non lo stesse guardando affatto. Non stava impazzendo, questo era sicuro. Era sempre stato fuori come un balcone.
Tornando alla cena... Il biondo mangiava con la solita fame da senzatetto (c'erano delle cose che non poteva essere cambiate dal senso di colpa, e l'appetito era tra queste), mentre il moro consumava il suo pasto con rara eleganza, come se lo stesse condividendo con il Presidente; nemmeno il cibo però, aveva tolto il tarlo che rodeva nella testa di Naruto.
Aveva chiesto scusa, e allora perché Sasuke continuava a ignorare la sua esistenza? Aveva la netta sensazione che non l'avesse ancora perdonato.
Si schiarì la voce, con l'intenzione di rimediare. - Ehm, Sas'ke... - Stranamente, l'uomo alzò subito lo sguardo, e il cervello di Naruto perse ogni capacità cognitiva, perdendo in un tragico incidente l'unico neurone funzionante. In altre parole, la voce gli morì in gola quando vide l'occhiata persistente dell'altro. - Ecco... Mi dispiace, s-so che l'ho già detto. Non pensavo che... Insomma, che... -
- Non pensavi che cosa? - Ringhiò Sasuke, in tono tutt'altro che incoraggiante a dispetto delle sue parole.
- Non pensavo che ti sarebbe importato se avessi fatto ritardo. - Sussurrò con voce flebile, sostenendo a malapena lo sguardo del Cacciatore.
Lui assottigliò quello stesso guardo difficile da combattere, e schioccò la lingua. - Infatti non dovrebbe importarmi, ma non è così. Ed è fastidioso, quindi smettila di fare cazzate; e se vuoi cazzeggiare in giro usa qualcosa che si chiama telefono di casa, non penso che il tuo compagno di classe viva sotto un ponte, quindi dovrebbe averlo. -
Naruto battè un pugno sulla mano, come illuminato. - Giusto! Non ci avevo pensato, avrei potuto chiederle di chiamare con quello! Sono proprio un'idiota. -
- Sì, lo sei. - La tensione si era smorzata un'altra volta, il biondo era sulla buona strada per rilassarsi nuovamente, quando Sasuke continuò: - Non era un ragazzo? -
- Eh? -
- Hai detto "chiederle". È una ragazza, quindi? -
"Merda! Ho davvero detto chiederle? Sono un coglione, altro che idiota!" Pensò. E come al solito, la sua lingua lunga era d'intralcio ai suoi piani di salvezza. Ma di che piani stiamo parlando, poi? Non erano quelle le giustificazioni che doveva a Sasuke. - Infatti lo è. - Borbottò, preso da un'improvvisa voglia di lavare i piatti per voltare le spalle al più grande. - Cos'hai capito? C'era anche sua madre! Sì, c'era anche lei. -
- Sei un pessimo bugiardo. - Lo canzonò Sasuke, con un tono tutt'altro che innocente. - Dimmi, in che genere di situazione eri quando ti sei reso conto di essere un idiota? -
Le guance di Naruto presero fuoco, non si voltò e poggiò il suo piatto nel lavabo con una certa veemenza. - Divertente, teme! Fatti gli affari tuoi! -
Sasuke, alle sue spalle, continuò a sparecchiare e a prenderlo in giro. Nonostante il leggero ghigno che era comparso sulle sue labbra però, anche un inspiegabile fastidio gli aveva attanagliato lo stomaco dall'inizio della conversazione. - Oh, poverino, ti ho messo in imbarazzo? - Sghignazzò, ignorando quella sensazione sconosciuta.
- E finiscila! - Strillò l'altro, con voce decisamente poco virile che fece ridere il Cacciatore fino a star male. - Mi hai sentito? Sasuke! -
- Sei proprio un ragazzino. - Fece l'altro, ancora con un sorriso sghembo in viso, e scosse la testa.
Naruto, a quelle parole, si paralizzò.
"Sei proprio un ragazzino..."
Una strana sensazione gli causò un formicolio all'altezza della nuca, il quale divenne un brivido che presto si propagò per tutto il suo corpo, e lo fece tremare. Dove aveva già sentito quelle parole?
- Oh merda. - Disse, bianco come un morto. Il piatto che stava sciacquando gli cadde di mano con un tonfo, fortunatamente non si ruppe ma finì nel lavandino. - Oh merda, oh merda, oh merda... OH MERDA. -
- La pianti di urlare? - Borbottò Sasuke, a quel punto infastidito. - Che c'è, hai dimenticato le mutande a casa di quel tuo amico? -
Naruto si voltò lentamente, terrorizzato. - Sas'ke, devi portarmi in un posto. -
- A quest'ora te lo puoi scordare, Usuratonkachi. - Rispose subito l'altro, lapidario. - Non ti porto da nessuna parte. Qualsiasi cosa tu abbia scordato di fare o prendere, rimedierai domani. -
Il biondo si mise le mani ancora bagnate tra i capelli, con fare disperato. - Tu non capisci! È una catastrofe, è terribile! Mi uccide, questa volta mi uccide! -
- Si può sapere di cosa stai parlando o devi fare l'uomo finito ancora per molto? -
Naruto simulò il verso di un animale ferito, e si lasciò cadere pesantemente su una sedia, battendosi una mano in fronte. Sospirò afflitto, dopodiché si spiegò. - C'è questa persona... Fin da quando ero piccolo, si è sempre preso cura di me. Un po' di tempo fa, sono andato via da casa sua perché non volevo più causargli problemi, visto che non sono esattamente un santo, e da allora non l'ho chiamato o contattato nemmeno una volta. Cosa terribile, visto che mi ha lasciato andare con la condizione di fargli sapere ogni giorno come stavo e tutto il resto. -
Sasuke aggrottò la fronte. - Se è così importante allora, perché non ti ha cercato lui? -
- Non ho un cellulare, di conseguenza non ho un numero che lui possa chiamare. Io conosco il suo però, e per questo so che mi ucciderà. - Si massaggiò il viso con entrambe le mani. - L'ho fatto aspettare molto più di te, teme, riesci a immaginare quanto sarà arrabbiato? -
Il corvino per un momento non rispose, perso nei suoi pensieri. - Qui non si tratta di essere arrabbiati, dobe. - Esordì infine. - Sarà incazzato, certo, ma soprattutto sarà preoccupato per te. Quanto tempo è passato? -
Naruto arrossì appena, guardando a terra. - Due mesi. - Mormorò.
Nella casa scese il silenzio, interrotto dallo scorrere dell'acqua del rubinetto. Sasuke sgranò gli occhi.
- Due mesi? - Disse, ancora incredulo, dopodiché imprecò a denti stretti e, chiudendo il rubinetto, corse a mettersi le scarpe. - Merda, idiota, vestiti in modo decente e muoviti. Altro che preoccupato, quel tizio avrà tirato le cuoia. -
Naruto sbiancò un'altra volta. - Eh?! Non scherzare, teme! - E scattò in piedi, seguendo a ruota l'Uchiha con il cuore che batteva come un matto.
STAI LEGGENDO
[Sasunaru] Un ragazzo fuori dall'ordinario
Fanfic[SOSPESA] All'ombra di Tokyo, alle spalle dei cittadini ignari, dietro gli schermi luminosi e il caos tipico di una metropoli, sorge un'organizzazione segreta, che pone le sue radici nel mondo sovrannaturale: il suo nome è Akatsuki, e il suo scopo...