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Ci spostavamo con i furgoni neri quando si trattava di purgare.

Nel quartiere si era diffuso un certo codice simbolico largamente compreso e condiviso dagli strati sociali più bassi, per cui la presenza di un furgone nero era l'inequivocabile segno che qualcosa, o meglio qualcuno, non avrebbe avuto vita facile quel giorno.

Quando Raul ci affidava missioni del genere non potevo che essere euforico. Cazzo, non che mi piaccia uccidere, ma sfondare di calci la cassa toracica di qualche stronzo è un toccasana per il mio stress, e poi la paga è decisamente alta.

C'erano questi tre tossici che infastidivano i nostri spacciatori da un paio di settimane. Raul ha una fissa per il giochetto del poliziotto buono/poliziotto cattivo, ma quando si era reso conto che i signori in questione avevano poca voglia di integrarsi nella nostra allegra combriccola, aveva preso la saggia decisione che una rispolverata del loro appartamento fosse conveniente, e appagante. Peraltro era da un po' che una serie di disdicevoli situazioni con il fratello gli impedivano di partecipare attivamente alle spedizioni punitive.

Per operazioni del genere erano sufficienti semplici pistole, non si parla di affrontare gente come i Blood o i Crips, per cui il nostro gruppo era piuttosto contenuto, cinque membri a capo dei quali si collocava il sottoscritto. Il restante quartetto era materia grezza, da lavorare e raffinare fino a trasformarli in fedeli piccoli kamikaze al soldo di Raul.

Tendo a chiamarli così perché generalmente i nuovi arrivati non sono metodici e ci lasciano le penne ancor prima di smussare le loro flaccide chiappe. Non che io sia uno stratega, ma premere un dannato grilletto quando ti si para davanti un qualsiasi coglione non credo sia un'impresa.
In ogni caso, Raul ama affidare missioni del genere ai nuovi arrivati. Serve a capire se sono pronti a compiere omicidi di qualsiasi tipo o se non ne sono in grado.

Il più delle volte Raul li uccide personalmente, non per sadismo, ma perché sarebbero inutili all'interno dell'economia del circolo e potrebbero spifferare il tutto se cacciati.
Naturalmente loro non sono messi al corrente di questa eventualità.

Avevo con me un caricatore, sufficiente a sbaragliare quei tre bravi ragazzi. Come di consueto, spiegavo all'autista quali fossero le strade più discrete del quartiere, lui era l'unico che ci avrebbe aspettato nel furgone dopo l'operazione. Era molto taciturno e poco propenso a parlare di sé, ma in fin dei conti doveva guidare, non dirigere uno show radiofonico.

-Bene, aspettaci qua. Presto dovrai aiutarci a portare i barili là sopra, cerca di non fare casino quando ti daremo il segnale. Apri gli occhi, stronzo- la sua risposta fu un cenno affermativo con la testa, molto eloquente.
Rody, l'autista, aveva parcheggiato nel vicolo accanto al condominio dei tre guastafeste, in modo che il furgone non potesse essere visto. Io e altri tre ragazzi eravamo preparati a trascinare i tre barili lungo lo stretto vicolo tra i due palazzi, per poi portarli sopra una volta completato l'operato. Un'operazione relativamente tranquilla, passa poca gente da quelle parti quando l'oscurità ricopre il quartiere. Mi stavo barcamenando a trascinare giù dallo sportello del furgone il barile d'acido quando la soave voce strillata di una larva mi fece per poco rovesciare il delicato contenuto dell'involucro sul ruvido asfalto.
-Tu non hai visto niente, figlio di puttana!- c'era uno dei piccoli apprendisti di Raul che puntava la sua pistola contro una figura che mi risultava più che familiare.

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