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Lo sapevo che a vagabondare di notte mi sarei cacciato nei guai. Ho un rinomato passato da criminale e molti mi rispettano, persino Travers a volte. Ma non lo farebbero se sapessero del mio terrore per Blanya: aveva trovato la mia boccetta di liquore nascosta come fosse una gomma da masticare sulla superficie interna del comodino,  parallela al piano di supporto del primo cassetto.

In fondo non era una cattiva idea... lei avrebbe aperto il cassetto in preda a un deficit di fiducia nei miei confronti, alla ricerca di un qualcosa che testimoniasse la mia dipendenza dall'alcool, e non avrebbe trovato nulla, perché la boccetta era attaccata col nastro adesivo sul "soffitto"del comodino. Peccato che avessi sopravvalutato la genialità del mio piano, visto che le fu sufficiente frugare qualche minuto in più per trovare l'oggetto incriminato.

-Tu mi vuoi fottere, Hector-
A volte la delicatezza non era il suo forte. Forse c'ho messo del mio visto che dopo l'uscita di prigione ero diventato un alcolista in piena regola, e i saltuari lavoretti che svolgevo nell'arco della giornata prevedevano compensi scarni.

-Come? Non capisco.
Agitava la boccetta con una smorfia di supponenza.
-Oh andiamo, ho dimenticato di gettarla via quando abbiamo ripulito la casa dagli alcolici, può capitare. Dai, Blanya, non rompere le palle.-

Le mie false giustificazioni le risultavano irritanti più del dovuto.
-Tu non hai dimenticato un cazzo, Hector. Preferirei fossi sincero con me: mi incazzerei lo stesso, ma almeno avrei modo di apprezzare la tua onestà.-
Le avevo risposto che la mia era la verità più assoluta, e che le mie faticose giornate potevano portarmi a dimenticare di aver lasciato in giro la strafottuta boccetta.
Difficile che ci credesse.
Aveva iniziato a sbraitarmi contro con inaudito vigore e non ero riuscito controbattere efficacemente ai suoi coloriti epiteti, che mi investivano come un mare in tempesta con densità sempre maggiore. 
-Va bene, Bla- continuava a vomitare odio nei miei confronti, la sua voce scavalcava la mia -Piccola, hai ragione, non intendo con- frasi poco lusinghiere si concatenavano circa la mia pessima condotta in casa
-Finiscila, cazzo! Uno non può godersi nemmeno un piccolo vizietto in questa fottuta esistenza!-

Finalmente la sua lancinante voce si placò.
Avrei preferito che continuasse a rimproverarmi o insultarmi, piuttosto che vederla con le lacrime agli occhi.
La guardai, e mi resi conto il nostro sogno di costruire una famiglia in piena regola crollava giorno per giorno, a causa della mia persistente voluttà e per l'instostenibile timore che di lì a poco saremmo stati sfrattati.

La capisco, lei solitamente ha fiducia in me. Sa che potrei superare anche la mia persistente dipendenza alcolica se ciò la rendesse felice. Per questo pianse a dirotto. Quel giorno credeva di non trovare nulla nel cassetto del comodino, era certa che stessi rigando dritto.

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