×CAPITOLO 1×

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Stella's POV

Jen teneva tra le mani l'ultimo numero di star magazine come se fosse la sacra bibbia. A me sembrava solo la brutta copia di uno stupido giornaletto di gossip per teenager, che per altro raramente raccontava la veritá dei fatti.

Sdraiate sul letto, ancora in pigiama dopo la lunga serata film della notte scorsa, io e le mie amiche dovevamo davvero sembrare tre pazze adolescenti uscite direttamente da un teen dramma americano.

Peccato le nostre vite fossero l'opposto di un teen drama pieno di clichè.

«Ragazze ma avete visto questo tipo? Ma chi si crede di essere?» Girò il giornale così che riuscissimo a vedere il ragazzo in copertina. Personalmente non sembrava un granchè, ma chi ero per giudicare?

«Sembra sia stato definito il nuovo idolo delle ragazzine, uno sorta di Justin Bieber italiano. Ma per favore! È la piú grossa cazzata che abbia sentito oggi.» sospirò continuando a sfogliare le pagine.

Ed ecco Jennifer "la finezza" Baldoni in persona! Risi per la sua solita sfacciataggine, concentrandomi poi sullo schermo del PC posato sulle mie gambe.

«Vale, mi passi quell'agenda?» le indicai il comodino su cui era posata.

«Certo!» Si allungò, e prima che potessi dire qualsiasi cosa, l'agenda mi arrivò in testa.

«Ma sei pazza?!» Valentina scoppiò a ridere, piegandosi in due con le mani sulla pancia. Mi tastai la fronte alla ricerca del bozzo che si sarebbe formato di li a poco.

«Scusa scusa!» disse sinceramente. «Non volevo tirarla a te, ma a quella stronzetta alle tue spalle che mi fa le pernacchie!» aggiunse tirando su con il naso e asciugandosi le lacrime per le troppe risate.

Jen le fece una linguaccia, scoppiando a ridere subito dopo per la sua stupiditá.

Scossi la testa, ridendo per quanto quelle due fossero sempre state cane e gatto. Io invece ero sempre stata quella più equilibrata fra le tre, quindi quella a cui solitamente toccavano le vesti da paciere.

«Stella, ancora nessuna risposta da quella casa discografica?» domandò Jen, ora intenta a mandare messaggini sul cellulare.

Anche Valentina drizzò la testa, interessata.

Settimane fa, la Sony music Italia, una delle più influenti case discografiche degli ultimi anni in Italia, aveva pubblicato un annuncio in cui si cercava personale.

Senza troppe aspettative, avevo inviato la domanda. Non sapevo esattamente che figura lavorativa cercassero, ma in ogni caso sarebbe stata un ottima opportunità per iniziare a lavorare nell'ambiente.

La musica era la mia unica via d'uscita, il mio tutto.

Fin da piccola mi era stato insegnato che la musica è la più grande forma di linguaggio universale.

Mio padre era un grandissimo produttore e prima di questo, un artista.

Mi diceva sempre che la musica non si ascolta con le orecchie, ma si vede con il cuore. Essa deve farti provare qualcosa, altrimenti non è nient'altro che rumore.

Solo un animo buono, sensibile può capire fino in fondo.

«Mhm no direi di no... In questi giorni non ho guardato la posta, ma comunque figurati se...» Scorsi i messaggi fino ad inizio pagine e lì mi bloccai. Sembrava quasi mi avessero lanciato un incantesimo immobilizzante. Ero congelata sul posto.

«Stella, tutto ok? Sembri uno di quei pupazzetti a cui schiacci la testa e gli escono gli occhi fuori dalle orbite.» Le mie amiche risero, ignare di ciò che stavano leggendo i miei occhi.

•BEHIND THIS HAZEL EYES• [Riccardo Marcuzzo]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora