×CAPITOLO 8×

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Stella's POV

Entrai in casa cercando di non fare troppo rumore, nel caso mia sorella o mia madre fossero già andate a dormire. Salii i gradini due alla volta e mi infilai nello spiraglio della porta del bagno.
Una doccia calda era esattamente ciò che serviva per i muscoli indolenziti, e per rimediare al freddo preso restando con un semplice vestito sotto la pioggia torrenziale di metà settembre.
Gettai la tuta di Riccardo nella lavatrice insieme ad altri vestiti raccolti dalla cesta dei panni sporchi e avviai il lavaggio breve.
Mentre infilavo un paio di shorts e una vecchia t-shirt degli AC/DC, mia sorella si gettò a peso morto sul letto.
«Ciao!» mi portai una mano al petto, prendendomi un mezzo infarto.
«Ciao Angie, mi hai spaventata. Non ti ho neppure sentita entrare, sei un ninja per caso?» ridacchiò lanciandomi uno de cuscini.
«Ma quant’è simpatica la mia sorellona preferita?»
«Preferita?» domandai retorica con un sopracciglio alzato. «Sono l’unica che hai!» mi beccai una linguaccia infantile che mi fece scoppiare a ridere. «Mamma è tornata?»
«Non ancora. Avrà avuto qualche emergenza in ospedale. Sai come vanno le cose li. Sembra che senza di lei quell’ospedale non riesca ad andare avanti.» sbuffa un sospiro di rassegnazione. Poso la mano sulla sua in segno di conforto. «Ti va di vedere un film? È passato un sacco di tempo dalla nostra ultima serata horror.» Angie mise su un broncio in piena regola, facendomi tenerezza.
«Certo! Che ne dici di Scream 4? È l’unico che ci manca per completare la saga.»
«Ci sto! Tu prendi il film, io preparo i pop corn.» volò via in fretta e furia, quasi inciampando sul tappeto.
Mi scappò da ridere per quanto a volte potesse essere sbadata.
Infilai le infradito e corsi alla libreria a prendere il dvd.
Una ventina di minuti più tardi, entrambe sedute sul tappeto del salotto, sgranocchiavamo popcorn da due enormi ciotole di plastica.
Lo sguardo era completamente catturato dalla scena clou del film, la scoperta di colui o colei che si celava dietro la maschera del famigerato ghostface.
Sidney Prescott, la protagonista, correva senza sosta, continuando a guardarsi alle spalle. Non sembrava essere inseguita. Non immaginava nemmeno quando quel silenzio fosse un semplice preludio di morte.
Corse in cucina, afferrando un coltello dalla lama piuttosto affilata, e si nascose dietro la porta. Un rumore di passi in avvicinamento. Un mix di terrore e adrenalina doveva scorrerle nelle vene.
La protagonista si spose appena, immaginando di trovarsi faccia a faccia con il killer. Il corridoio però era vuoto. Si allontanò dal piccolo pertugio in cui si era nascosta, pronta per affrontare il suo nemico un ultima volta, quando egli le comparve alle spalle, premendole la lama del coltello contro la pelle delicata alla base del collo.
In quel momento esatto, proprio mentre ghostface saltava fuori per la sua ultima mossa, un colpo forte rimbombò contro la finestra del nostro soggiorno. Io e mia sorella saltammo per lo spavento, guardandoci con  terrore.
Mi sfilai di dosso la coperta di pile, lasciandola ricadere sul tappeto e mi alzai.
«Okay, calmiamoci. Probabilmente sarà mamma che ha dimenticato le chiavi. Vado ad aprirle.»
Mia sorella mi strattonò per il polso. «Ma sei pazza!? Le nostre serate horror non ti hanno insegnato niente?»
«Angie, non siamo in un film horror. Datti una calmata.» le rifilai un occhiata divertita. Non era mai stata una fifona per cui trovavo divertente quel suo atteggiamento. Ci stava l’essersi presi uno spavento per il colpo improvviso, ma pensare ci fosse davvero un serial killer fuori dalla nostra finestra era da pazzi.
La vidi nascondersi dietro lo schienale della poltrona mentre mi avvicinavo alla porta d’ingresso.
«Ricordi cos’è successo a Casey quando è uscita sul portico di casa sua nel primo film, vero?» mi ricordò cercando di non farsi sentire nel caso ci fosse davvero qualcuno lì fuori.
«Angie sta zitta, non c’è nessun serial killer nella nostra veranda!»
Aprii la porta e qualcuno mi tappò la bocca con la mano, trascinandomi fuori.
«Shh, ti prego non urlare.» Annuii appena, conscia che il suo palmo fosse ancora premuto sul mio viso.
«Dio, ma sei impazzito? Mi hai fatto prendere un infarto!» posai una mano sul mio cuore palpitante, prima di rifilargli un sonoro schiaffo sul viso per la seconda volta quella sera.
Strinse gli occhi a due fessure, come avvertimento, prima di scuotere la testa.
«Che diavolo ci fai a casa mia? Non ti è bastato distruggermi l’auto e rovinarmi il vestito? Adesso vuoi portarmi via anche la mia tranquillità?»
Riccardo alzò gli occhi al cielo scocciato, infilando le mani nelle tasche dei jeans.
«Senti mi dispiace per l’auto e tutto il resto…  però ho bisogno di un favore. Puoi farlo?»
Indietreggiai tornando verso la porta aperta.
Finsi di rifletterci su, poi senza aspettare un secondo di più gli sbattei la porta in faccia.
«No. Buonanotte Riccardo.» gridai da dietro la porta chiusa, sogghignando.
Sbirciai dalla finestra, assicurandomi che se ne andasse e lo sentii mugugnare qualche insulto, sicuramente rivolto alla sottoscritta.
Feci spallucce e sistemai la tenda al suo posto.
«Chi era?» la testolina di mia sorella spuntò dal bracciolo della poltrona.
«Un idiota.» replicai subito. «Sistemiamo questo casino è andiamo a letto dai. Domani devo andare a lavoro.» Angie annuì stiracchiandosi e iniziando a raccogliere i popcorn sparsi sul pavimento.
«Io domani ho lezione in università, e finalmente rivedo quel figo del professore di diritto penale!» risi scuotendo la testa, per la vocina eccitata di mia sorella nel riferirmi questo lieto evento.
Quando finalmente arrivò il momento di andare a dormire, salutami mia sorella in corridoio con un cenno della mano. «Buonanotte piccola peste!»
Lei rise e si infilò nella sua camera. Io feci lo stesso, spaventandomi, per la seconda volta quella sera. La penombra non permetteva ai miei occhi di scorgere alcunché, se non un uomo seduto sul mio letto di cui non distinguevo alcuna caratteristica particolare. E se fosse un ladro?
A tentoni, nella semioscuritá, andai alla ricerca di qualcosa di abbastanza pesante con cui colpirlo. Sulla cassettiera non vi erano oggetti granché utili, in compenso sapevo di aver lasciato il ferro per i capelli sul comodino.
Il manico era d’acciaio, per cui immaginai potesse essere un arma eccellente. Ed era anche l’unica cosa a portata di mano, il che era grandioso a sua volta.
Lo strinse forte e mi avvicinai a passo felpato.
Sembrava darmi le spalle, occasione buona per sfruttare l’effetto sorpresa.
Nell’attimo esatto in cui feci per colpirlo alla nuca, il suo capo scattò nella mia direzione e il manico del ferro arricciacapelli lo colpí dritto dritto in fronte.
«Oddio, ma tu sei pazza!» imprecò, maledicendomi in tutte le lingue possibili immaginabili, tastandosi la fronte. A me venne da ridere.
«Ah io sono quella pazza? Chi è che si è appena intrufolato dentro casa mia, sedendosi sul mio letto, al buio per giunta, facendomi prendere un infarto?» lo colpii più volte al petto, finendo per farlo cadere all’indietro.
«Non ti è bastata la porta in faccia? Vuoi anche che chiami la polizia per violazione di domicilio?» domandai portandomi le mani sui fianchi, sperando di mostrarmi più autoritaria di quanto non fossi in realtà.
«Mi verrà un bernoccolo enorme per colpa tua.» brontolò lagnoso.
«Quante storie per una piccola botta.» feci spallucce constatando quanto si stesse lamentando per un non nulla.
«Comunque non mi umilierei mai in questo modo, se non fosse questione di vita o di morte.»
«Esagerato… per un paio di fotografi sembra che tu abbia alle calcagna un esercito di tirannosauri affamati.»
«Tu non hai idea di cosa si prova… smettila di giudicare dalle apparenze, è fastidioso.»
«Anche tu lo sei quindi siamo pari.» incrociai le braccia sotto al seno, battendo un piede sul pavimento, ormai spazientita.
«Senti… se mi permetti di restare qui per stanotte ti pagherò!» mi afferrò il polso così da potermi voltare ed essere faccia a faccia. Lo scansai prontamente, facendo un passo indietro.
Ci pensai su. «Va bene, ma ad una condizione…»
Roteò gli occhi. «Non basta che ti paghi?»
«No.» un sorrisetto beffardo mi spuntò sulle labbra mentre mi preparavo ad esporre le mie condizioni. «La tua auto…  quella bellissima mini Cooper grigia metallizzata, hai presente?»
«Aspetta aspetta!» mi si parò di fronte, guardandomi con attenzione in cerca di qualche segno che stessi bluffando. «Vuoi la mia auto?»
«Esatto. Me la merito dopotutto. Hai distrutto la mia, e l’hai abbandonata a lato di una strada sperduta chissà dove, quindi siccome sono momentaneamente a piedi e non guadagno abbastanza per permettermene una nuova, sarai così gentile da regalarmi la tua, non è vero?»
Strinse lo sguardo, quasi come volesse farmi scomparire in una nuvola di fumo. Neanche fosse Houdini.
«Non se ne parla… Ti darò tutti i soldi che vuoi, ma le mie auto non si toccano.» disse irremovibile.
«D’accordo.» mi guardò stranito per essermi mostrata così arrendevole, ma non sapeva affatto cosa stava girando nella mia testa in quel momento.
Presi il cellulare dalla tasca posteriore dei pantaloncini e sbloccati lo schermo touch dopo aver inserito il codice. Aprii la tastiera e digitai 113.
Mi portai il cellulare all’orecchio e attesi una risposta.
«Buonasera, chiamavo per informarvi che un uomo  si è appena intruf…» lo smartphone mi venne strappato dalle mani e cadde sul tappeto ai miei piedi.
«Va bene, avrai l’auto. C’è altro?»
«Dormirai sul divano in veranda. Non ho altri letti.» sorrisi trionfante e lo spinsi fuori dalla stanza. Feci per chiudere la porta, quando mi ricordai di un piccolo particolare. Mia madre sarebbe rientrata domani mattina presto e non avrebbe assolutamente dovuto trovarlo qui. «Uh, un'altra cosa…  domani mattina non farti trovare ancora qui, chiaro?»
Fece spallucce e mi lasciò senza un'altra parola.

#SpazioMe

Holaaaa!
Come state? Vi sono mancata un pochino? 💥
Finalmente ho ripreso la storia!
Sto cercando di ricomporre un po' tutti i pezzi e gli appunti che mi ero fatta mesi fa per cui abbiate pazienza se questi primi capitoli saranno di passaggio e non succederá granché 😁
Spero continuerete a seguirmi perché vivibi 💜

Fatemi sapere cosa pensate del capitolo e adios 😘😘

PS: come sempre scusate per i vari errorini che trovate in giro 😅


Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 11, 2018 ⏰

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•BEHIND THIS HAZEL EYES• [Riccardo Marcuzzo]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora