Non riconoscersi più

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Andrea- Non riconoscersi più


-Sapere che non accadrà mai più mi fa...sentire triste-

Lo rende triste?

Lo sai, Giovanni, cosa fa a me? Mi fa venir voglia di urlare. Mi fa venir voglia di strapparmi il cuore solo per liberarmi del dolore scottante che provo. Mi fa venir voglia di cancellare dalla mia mente il ricordo dell'esperienza indescrivibile che abbiamo condiviso ieri perché so che niente e nessuno potranno mai essere all'altezza con tutto questo.

Mi fa venir voglia di maledire il giorno in cui mi sono innamorato di te.

Ma chiaramente lui non prova ciò che provo io. Per lui è solo qualcosa che gli è piaciuto...tanto... e che gli è stato tolto e così è...triste.

Forse però sto supponendo troppo, forse dovrei chiedergli cosa prova nei miei confronti.

-Ma almeno ti importa di me, Giovanni? Ti importa di me almeno un po'?-

Per un brevissimo momento delirante mi guarda come se stesse per dirmi che ricambia i miei sentimenti.

Ma poi distoglie velocemente lo sguardo e dice:

-Certo che mi importa di te, Andrea. A me importa di te-

Questo è tutto ciò che sarà per sempre. Avrei dovuto saperlo.

A cosa pensavo quando ho alzato così tanto le mie speranze? Quando ho lasciato che le mie difese crollassero?

Però c'è ancora qualcosa che non quadra in questa faccenda. Se non prova più che amicizia per me, se a lui importa onestamente di me, dovrebbe sapere cosa mi sta obbligando a fare.

-E allora perché mi fai questo? Perché, Giovanni...non posso vivere così. Mi uccide-

-Mi dispiace Andrea-

Già, scommetto che è vero. Solo che non sono sicuro che il suo essere dispiaciuto centri qualcosa con me.

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Qualche giorno dopo


-Andre, Andre devi sentirlo... il bambino sta calciando!-

Giovanni è alla mia porta, tutto eccitato.

-Davvero? Grandioso- dico cercando di sembrare eccitato quanto lui.

-Dai Andre, devi sentirlo-

Fa qualche passo verso di me e si siede sul mio letto, proprio accanto a me.

-Ecco, riesci a sentirlo?- chiede, prendendomi la mano e mettendola sulla sua pancia.

All'inizio non sento proprio niente, ma poi qualcosa inizia a colpire la mia mano.

Una volta. Poi di nuovo.

C'è realmente qualcosa che si muove dentro di lui.

Qualcuno.

-Sì, sì, riesco a sentirlo. Dio, è meraviglioso-

Non avevo idea che un bambino potesse farmi battere il cuore così velocemente. Ho sempre creduto di odiarli, i marmocchi!

Dopo un po' mi ricordo di una cosa che mio fratello mi aveva mostrato quando era incinto.

-Giova, mi lasceresti provare una cosa che una volta mi ha fatto vedere mio fratello?-

Doveva essere solo una notte// CamperkillerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora