Epilogo// Una famiglia allargata

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Guido// Epilogo- Una famiglia allargata


18 anni dopo


Oggi è il giorno in cui mi lascerò alle spalle la mia infanzia una volta per tutte. O, almeno, questo è il modo in cui la vede mio padre perché io penso di essere andato già oltre l'infanzia.

Ciò che mi lascio davvero alle spalle è un gruppo di persone che significano molto per me.

Persone di cui non posso ricordare o non posso immaginare la mia vita senza.

Sono tutte qui in aeroporto prima che mi imbarchi per Londra, dove andrò al college.

Come sempre, noi siamo il gruppo più grande.

C'è lo zio Matteo, suo marito Leo e i loro figli. Poi c'è lo zio Federico con lo zio Luca con i miei due cugini Michele e Francesco.

Poi c'è mio padre Giorgio e suo marito Pietro con mio fratello Edoardo.

E, ovviamente, mio padre Giovanni e Andrea, il mio terzo papà.

Con loro ci sono mio fratello Guglielmo e il mio fratellino Andrea jr.

Quest'ultimo non sembra essere troppo interessato al fatto che suo fratello maggiore se ne stia andando.

Ci sta provando con un ragazzo, una cosa che credo faccia fin da quando ha imparato come sorridere.

A proposito di questo, papà Giovanni dice sempre che è incredibile quanto abbia preso da suo padre Andrea. Il che è strano visto che non riesco neanche ad immaginare Andrea che guarda qualcun altro che non sia papà, anche se sono sposati da più di 16 anni ormai.

Devo ammettere però che, giudicando dalle vecchie fotografie di Andrea quando aveva dodici anni, Andre jr. assomiglia molto a suo padre.

Lo zio Luca a volte chiede scherzosamente se mio padre abbia realmente trovato necessario infliggere un altro Andrea Grassi all'umanità.

A questo mio padre replica sempre di pensare che non ce ne potranno mai essere abbastanza di loro.

Immagino che questa sia la ragione del fatto che Andre sia il bambino molto speciale del papà che può cavarsela per quasi tutto solo sorridendogli tutto dolce.

Andre ha papà Giovanni totalmente dalla sua parte.

E' una buona cosa che io abbia Andrea dalla mia.

Pensare di doverli lasciare, di dover vivere da solo da oggi in poi mi spaventa un po'. Voglio dire, lo volevo. Questa è la ragione per la quale ho scelto Londra, perché così non potrò correre da una delle mie famiglie se qualcosa andrà storto. Dovrò affrontare tutto da solo.

Ovviamente so che se qualcosa andrà molto male, loro verrebbero da me correndo in un attimo.

Ma, principalmente, sarò sempre da solo.

E mi mancheranno. Ogni singola persona.

Mi ricordo quanto fosse sempre frustrante far capire alle persone cosa provo per la mia famiglia.

Anche il nonno Muratore aveva dei problemi a capire perché trattavo Andrea come se fosse mio padre. Scuoteva la testa e diceva:

-Mio nipote ha tre papà. Immagino di essere troppo vecchio per abituarmi a questo, tesoro-.

Anche se a quei tempi tenevo la bocca chiusa sul fatto che a volte chiamassi papà anche Pietro.

Immagino che sia stato in quel periodo quando ho iniziato ad imparare a non dire alle persone ciò che non vogliono sentire. A volte mi limito a dire alle persone che i miei genitori sono divorziati e si sono sposati con nuove persone.

Doveva essere solo una notte// CamperkillerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora