9_ Sono io, Amara

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POV DEAN

Dopo avermi procurato quel taglio - non molto profondo - sulla coscia, quell'essere si gira verso il suo complice chiedendogli "Hai protetto l'edificio come ti avevo chiesto?".

L'altro, con un piccolo sorriso divertito gli risponde "Sì. Ora l'intero stabile è protetto.. neanche quel maledetto angelo che li accompagna potrà trovarlo facilmente".

Angelo? Quale angelo? E' solo una metafora, giusto? Allora perchè sento che in realtà non è così? e un forte dolore alla testa mi fa chiudere gli occhi; quando li riapro e mi concentro su quello che c'è intorno a me, sento uno dei miei aguzzini dire "Se vuoi fare un giro, fai pure. Ci sarà da divertirsi qui", i suoi occhi ancora nero pece.

Appena il suo complice lascia la stanza, sbattendo rumorosamente la porta alle sue spalle, il mio aggressore si fa più vicino, mentre lentamente si passa un coltello da una mano all'altra, gioendo del mio sguardo terrorizzato.

"Sai - mi dice mentre piano si piega in modo da essere all'altezza della mia faccia - non sarò bravo come Alastair, ma qualcosa ho imparato anche io. Spero davvero che non ricorderai nulla, così ho la scusa perfetta per torturarti.. se no che divertimento ci sarebbe? ".

Cerco di mandare giù la saliva, ma sono così spaventato da tutto quello che sta succedendo che la mia bocca è completamente asciutta.

"Fai bene a preoccuparti - mi dice, notando il mio gesto - non hai idea di quello che ti aspetta. Bene, basta chiacchere. Iniziamo".

_ _ _ _

Troppo lentamente, troppo doloroso: quella 'cosa' - sì perché nessun essere umano poteva definirsi tale con quei spaventosi occhi pieni di oscurità - si stava godendo ogni attimo, ogni grido, ogni gemito di dolore.

Il taglio alla gamba era solo l'inizio... dopo quello era iniziata la vera tortura.

Successivamente aveva inciso entrambe le braccia con solchi profondi, che partivano dal gomito fino al polso, accuratamente fatti per evitare le vene principali, in modo da non farmi morire subito dissanguato; poi, senza neanche un secondo di tempo per riprendere fiato, aveva inserito lentamente il coltello nel mio fianco, sempre facendo attenzione a evitare punti vitali.

Neanche le mie grida o le suppliche di fermarsi riuscivano ad interrompere quella lenta agonia... solo la perdita dei sensi poteva essere l'unica salvezza ma, neanche quello mi fu concesso: ogni volta che vedeva che stavo per perdermi nel buio dell'incoscienza, faceva pressione sui tagli pieni di sangue oppure mi sferrava qualche pugno in viso, così forte da far cadere la sedia a terra.

La tortura con il coltello continuò per un'altra mezz'ora, fin quando finalmente, nonostante tutte le sue 'premure', persi i sensi...

Al mio risveglio percepisco chiaramente tutte le ferite sul mio corpo: il viso é gonfio e livido a causa dei colpi subiti per farmi rimanere sveglio; le mie braccia hanno ciascuna quattro profondi tagli, due da spalla a gomito, due da gomito al polso; il busto è ricoperto anch'esso da lunghe lacerazioni, distribuite senza una logica apparente, e alcuni incisioni verticali dove il coltello era penetrato nella carne; le gambe, per ora sembravano gli unici arti a essersi salvati da quel doloroso attacco.

Provo a muovermi ma subito noto che mi trovo sul fianco, a terra , ancora legato alla sedia e solo in quel momento percepisco tutti i vestiti appiccicati al mio corpo e, un attacco di panico mi assale.. quanto sangue! Troppo sangue! Ti prego Sam o Castiel.. aiutatemi!

La mia preghiera purtroppo sembra aver l'effetto opposto visto che, in quel preciso istante, la porta si apre rivelando la presenza del mio torturatore "Oh vedo che ti sei svegliato finalmente" mi dice mentre si pulisce con uno straccio le mani dal sangue - il mio sangue.

"Pensavo di dover aspettare ma fortunatamente non è stato così!" esprime la sua gioia, mostrandomi ancora quel suo sorriso inquietante. "Occupiamoci un attimo di affari.. ricordi qualcosa? Qualunque cosa?"

"N-n-no " rispondo in un sussurro "no-non ricordo niente.. per favore...la-lasciami andare" per pronunciare quelle parole faccio uno sforzo enorme, che mi fa riappoggiare la testa al pavimento.

"Eh no, mi spiace mio caro Dean, ma non posso farlo. Tu ci sei utile.. ma prima di ucciderti voglio divertirmi per bene.. sai mi aspettavo di più dal famoso Dean Winchester, colui che è riuscito a resistere alle torture dell'Inferno per 30 anni e poi è diventato l'allievo prediletto di Alastair..".

Sono troppo stanco anche per cercare di capire cosa sta dicendo così ,ormai rassegnato a quello che mi farà, gli chiedo, anzi lo supplico "Ti prego... facciamola finita... lasciami andare o uccidimi.. " e non so neanche io dove trovo la forza per pronunciare quelle parole.

"Ah, così vuoi arrenderti? Bhe, mi spiace ma non sarà così semplice" e, dopo aver pronunciato la frase, inizia a tirarmi senza sosta calci ovunque, facendomi provare stilettate di dolore in ogni punto che colpisce... quando per sbaglio - o forse no - centra la spalla, non riesco a trattenere un urlo più forte degli altri, che provoca nel mio aggressore un sorriso compiaciuto.

Chiudo gli occhi, sperando che il mio corpo ceda e mi faccia ricadere di nuovo nella pace dell'incoscienza quando, all'improvviso sento un urlo agghiacciante provenire da dietro alla porta...dalla pausa da quell'infinito dolore, capisco che non sono l'unico ad averlo udito.

Un attimo dopo, odoo il tonfo della porta della stanza scardinata via e, una volta aperti gli occhi, nonostante la vista appannata, scorgo la figura di una bambina dai capelli castani, in un abito bordeaux, in piedi poco dopo a soglia.

"Tu chi diavolo sei? Come hai fatto a entrare?"

"Non osare rivolgermi la parola.. dopo quello che hai fatto, meriti solo di morire" e, pronunciato ciò, vedo il mio torturatore cadere a terra, afferrandosi la gola, finché del fumo nero non esce dalla sua bocca per finire in quella della mia salvatrice, lasciandolo riverso esanime.

In un sussurro, nonostante il dolore che percepisco ovunque, le chiedo "T-tu c-chi sei? C-che cosa è-è s-successo?".

"Ciao Dean. So che non puoi riconoscermi in questa forma ma sono io, Amara".

Whatever happens, I'll always be by your sideDove le storie prendono vita. Scoprilo ora