12_ Come mi ha chiamato?

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POV SAM

Sono seduto su questa sedia, più scomoda che mai, da ormai non so quanto tempo...continuo a fissare il petto di Dean abbassarsi e alzarsi lentamente, come se fosse il mio stesso sguardo, la mia stessa presenza, a tenerlo in vita.

Non ho lasciato la stanza neanche un secondo, troppo preoccupato per la sorte immaginaria che il mio cervello ha formulato in caso che i miei occhi si fossero staccati anche solo per un secondo da lui.

Cas é arrivato dopo qualche minuto che avevo messo a Dean dei vestiti comodi... é rimasto lì con me, un compagno silenzioso: ha provato solo qualche volta a convincermi a prendere una pausa per mangiare o per dormire, ma un solo mio sguardo lo faceva tornare al suo posto, in piedi accanto alla porta, ad osservare tutta la scena, ancora in silenzio.

Non so quanto è passato, forse é un'allucinazione, ma vedo Dean muoversi nel letto, sbattendo leggermente le palpebre per abituarsi al chiarore della luce provocata dalla lampada sul comodino; mi siedo accanto al suo corpo disteso, appoggiando una mano sul braccio per dargli conforto ma a quel contatto lo vedo spalancare gli occhi di scatto e tirarsi su a sedere con una velocità tale che per poco non mi tira una testata.

"Hei Dean! Ehi! ehi! Tranquillo sei al sicuro!" gli dico quando vedo sul suo volto un'espressione terrorizzata e il respiro sempre più affannoso.

"Cosa è successo? Dove sono?" mi domanda con voce quasi impercettibile.

"Castiel è riuscito a trovarti.. quando siamo arrivati eri incosciente sul pavimento .. .così ti abbiamo trasportato qua" gli dico , rassicurandolo sia con il tono della voce sia con lo sguardo.

"Ah.. ok" risponde solamente, guardandosi intorno.

"Torna a riposare Dean.. quando ti sarai ripreso, ti spiegheremo tutto , tranquillo" gli dico, poggiando entrambe le mani sulle spalle e spingendolo lentamente di nuovo verso il materasso.

Lo vedo scuotere la testa in senso affermativo e, prima di chiudere gli occhi noto che sta guardando la porta, dove c'è Castiel appoggiato allo stipite e sussurrargli un "grazie Cas" prima di riaddormentarsi ancora.

Mi giro verso di lui con l'espressione più incredula della storia..

"Cas hai sentito come ti ha chiamato? Non dirmi che me lo sono immaginato .. " chiedo, spostando lo sguardo su quello che ormai era il nostro amico più fidato.

Lo vedo avvicinarsi a mio fratello, con il viso nelle mie stesse condizioni e, quando finalmente si posiziona accanto al letto, si rivolge a me "Mi ha chiamato Cas.. da quando si é svegliato non mi ha mai rivolto la parola... e soprattutto non mi ha mai chiamato come fa di solito lui .. cosa sarà successo ?" e più che una domanda, sembra quasi una preghiera per conoscere la realtà dei fatti.

"Non lo so .. dobbiamo aspettare che si svegli e capire cosa gli ha fatto Amara.. Magari insieme alle ferite è riuscita a guarire anche l'amnesia" gli dico pieno di speranze ma, guardando lo stato dei suoi vestiti buttati a terra - ancora ridotti a brandelli e pieni di sangue - il mio morale va a finire sottoterra, quindi aggiungo "Ma non fasciamoci la testa prima del previsto ...magari é stato solo un riflesso incondizionato o si é ricordato come ti chiamavo io quando eravamo in macchina".

"Si, hai ragione.. meglio lasciarlo riposare" mi dice, non muovendosi di un passo.

"Lo sai già che non lo lascerò qua da solo Cas.. soprattutto dopo quello che è successo... so che il bunker è a prova di qualunque essere soprannaturale ma io-"

"Si, capisco Sam. Ma hai bisogno di riposare almeno qualche ora.. starò qua io con lui...e quando ti sarai svegliato, se vorrai restare, non ti dirò niente, promesso" .

So che ha ragione, so che devo riposare un po per poter reggere qualunque cosa succederà o ci dirà dopo, ma non riesco a lasciarlo..non ora. Alzo lo sguardo su Cas per ribattere ma quando lo faccio, mi accorgo che nei suoi occhi azzurro c'è una luce particolare.. determinazione? protezione? E in quel momento capisco che non c'è nulla che possa fare.. quindi, con un leggero cenno della testa, lo ringrazio, uscendo dalla stanza il più silenziosamente possibile, in modo da non disturbare il sonno di Dean, conscio del fatto che mio fratello fosse protetto da qualcuno che lo avrebbe tenuto al sicuro, anche a costo della sua stessa vita.

Con passo lento raggiungo la mia stanza, senza neanche ragionare sul percorso da fare, perso nei miei pensieri: sono così abituato a percorrere quei corridoi che non ho bisogno di sforzarmi.. anche se all'inizio ammetto che tutto mi sembrava un gigantesco labirinto!

Appena mi ridesto da quei pensieri, faccio ancora qualche passo e mi trovo esattamente davanti alla porta di camera mia: appoggio la mano sulla maniglia e lentamente la apro. La vista del letto fa scattare qualcosa nella mia mente e subito mi ritrovo a sbadigliare di continuo, la stanchezza che finalmente si fa sentire.

Mi butto letteralmente sul materasso, senza neanche cambiarmi o levarmi le scarpe e proprio in quel momento mi viene in mente un ricordo di quando ero piccolo, insieme a Dean..

Novembre, 1993. La caccia è stata faticosa, ma alla fine il mostro è morto per mano di mio papà... nonostante questo, trovarlo è stato più difficile del previsto, facendoci vagare per molte ore nel buio della foresta, alle fredde temperature dell'anno ormai in procinto di finire.

Il ritorno sull'Impala è molto silenzioso, tutti troppo nervosi e stanchi per poter iniziare una conversazione, ma va bene così... basta che siamo qui, tutti.

Appena parcheggiata, ci catapultiamo dentro, per scaldarci e poter dormire qualche ora prima di ripartire per la prossima destinazione... Papà si dirige subito verso il frigo, stappando una birra per poi sedersi sul vecchio divano a guardare la tele; Dean inizia a liberarsi di tutti quegli strati di vestiti che indossava per stare al caldo; io invece, troppo stanco per fare qualsiasi cosa, tolgo solo la giacca, per poi lasciarmi andare sul mio letto, a pancia in giù, più spossato che mai.

"Coraggio Sammy, togliti almeno le scarpe" mi dice Dean che ora è accanto a me... ma non lo ascolto... le mie palpebre sempre più pesanti, i suoi ovattati, il sonno che si impossessa veloce di tutto il mio corpo e la mia mente.

"Non importa.. Buonanotte Sammy" mi sussurra, appoggiando su di me la coperta del suo letto, in modo da non prendere freddo.

La mattina dopo, quando mi sveglio alle prime luci dell'alba, noto che qualcuno mi ha tirato via le scarpe e istintivamente mi volto verso Dean, ancora nel mondo di sogni, girato verso il mio lato con solo una coperta a coprirlo perché l'altra è ancora su di me.

E in quel momento capisco quando sono fortunato ad avere LUI come fratello maggiore.

E con questo ricordo, mi lascio andare alla stanchezza, con un piccolo sorriso sulle labbra e la speranza che tutto possa tornare come prima

Note dell'autrice

Hello everybody! Eccoci con un nuovo capitolo!! 🎉🎉🎉

Non so dirvi quanto potrebbe mancare alla fine di questa storia 😅😂... So solo che vi aspetteranno molti altri capitoli! 🤓🤓🎉

Purtroppo però da settimana prossima inizio a lavorare quindi non sono certa di riuscire a mantenere il ritmo di ora, ovvero un capitolo a settimana 😢😢😢😭😭😭.. farò tutto il possibile! ✌😉

Grazie mille a chiunque stia leggendo questa storia!! 😉💛💚 Grazie!!! 💛💚

-Eli-

Whatever happens, I'll always be by your sideDove le storie prendono vita. Scoprilo ora