Tornati dal viaggio di nozze, mi ritrovai nella "mia" casa.
Era spoglia, mancava gran parte dell'arredamento, ma profumava di nuovo.
L'inizio della nostra convivenza fu dura , anzi durissima, furono mesi d'inferno a tal punto da pensare ad una separazione.
Non si andava d'accordo in nulla, ma tenemmo duro e ci sopportammo a vicenda, mantenendo saldi i nostri valori e la promessa fatta davanti a Dio.
Gli anni trascorsero e trovammo un equilibrio, anche se i dissapori non mancavano.
Io e mia sorella tutti i giorni facevamo visita ai miei genitori.
Mia madre continuava a non stare bene e le chiamate di notte e di giorno per portarla al pronto soccorso si fecero sempre più assidue.
Ci si alternava per correre in ospedale, per assisterla.
Mio padre invece era lì in salotto impavido, alcune volte ci accompagnava, alcune volte restava a casa e al rientro lo si trovava in lacrime.Mi si spezzava il cuore per tutta quella pesante situazione, dormivo col telefono sul cuscino per la paura di non sentirlo, per paura che mia madre potesse stare male.
Io crocerossina per tutti tranne che con me stessa, un giorno decisi di fare un controllo ginecologico, non ero assidua ad andare dai medici, ma da tempo non andavo, e accusavo dei disturbi.
Mi visitò, tutto sembrava nella norma, se nonché il venerdì successivo mi chiamò la ginecologa dicendomi che dovevo presentarmi il lunedì perché qualcosa nel pap test non andava bene.
Mi tremarono le gambe.
Dopo pochi mesi fui operata.
Ricordo che mi accompagnò tutta la mia famiglia, tutti mi furono vicini.
Grande dimostrazione d'amore.Fui operata e tutto andò per il meglio.
Quando mi risvegliai dolorante in quella squallida stanza d'ospedale, guardai fuori dalla finestra. Pioveva, il cielo piangeva esattamente come me.
Dopo circa una settimana ero pronta per tornare a casa.
Il ginecologo che mi operò, alle dimissioni tra le varie raccomandazioni, mi disse che assolutamente non dovevo avere gravidanze. Dovevo aspettare un anno. La cosa non mi preoccupò, non avevo in progetto di avere figli.
Tornai a casa, avevo perso peso, ero debilitata. Mia sorella mi seguiva come un'ombra. Tomaso altrettanto.
Feci fatica, molta fatica a riprendermi, a tornare la Mary di sempre.