Arrivò l'estate, calda e afosa come solitamente è a Milano.
Non mi ero pienamente ripresa dall'intervento e Serenella mi invitò a fare una decina di giorni al mare con la sua famiglia, pensando che un cambiamento d'aria potesse aiutarmi.
Accettai lasciando Tomaso a casa, per lui non erano ancora arrivate le vacanze.
Non furono giorni meravigliosi al mare, non stavo bene a tal punto da anticipare il rientro.
Tomaso mi aspettava a braccia aperte felice di farmi sapere il suo regalo per il mio imminente compleanno: una vacanza nella splendida Ibiza.
Come dirgli che la mia voglia era inesistente davanti a tanta felicità? Partii.
Al rientro decisi di fare un nuovo controllo medico, non mi sentivo ancora bene, ma la guarigione post intervento procedeva per il meglio, ed il medico mi consigliò di fare un test di gravidanza.
Pensai a cosa potesse servire, in quanto il mancato arrivo del ciclo mestruale faceva parte delle conseguenze relative al mio intervento.
Seguii il consiglio e la sera mi misi in bagno destreggiandomi con quello strumento mai usato prima. Spuntarono le lineette, ma non capivo, leggevo e rileggevo le istruzioni.
Quando capii il risultato mi venne quasi un colpo, o mio Dio aspettavo un bambino!
Corsi in salotto da Tomaso, gli dissi che ero incinta, ero agitatissima, non per gioia ma per disperazione.
Iniziai ad accanirmi su di lui insultandolo e incolpandolo per quello che mi stava succedendo.
Tomaso cercava di calmarmi, ma ero fuori di me.
Non dormii tutta notte, pensando e ripensando alle raccomandazioni che mi fece il ginecologo alle dimissioni.
La mattina chiamai Serenella, e le raccontai tutto.
Feci un nuovo test, ma l'esito fu lo stesso.
Chiamai subito il ginecologo che mi operò per fissare un appuntamento.
Mi accompagnò Serenella e insieme entrammo in quella piccola stanza, dove ci aspettava il ginecologo.
Mi chiese di raccontare cosa stava succedendo, il motivo per cui presi appuntamento.Mi fece un'ecografia, mi guardò e mi disse: Signora è incinta aspetta un bambino! È già al terzo mese!
Guardai negli occhi Serenella e abbracciandola scoppiai in un pianto disperato.
Non dovevo restare incinta, il mio utero non era pronto, io non ero pronta.
Tornata a casa lo dissi a Tomaso, sprizzava di gioia, i miei suoceri sprizzavano di gioia, tutti sprizzavano di gioia tranne mia madre. Pianse.
In lacrime mi disse che con l'arrivo del bambino l'avrei abbandonata, che sarei stata troppo concentrata su di lui e che non l'avrei più assistita.
Furono mesi sofferti, mesi in cui la paura che potesse accadere qualcosa primeggiava sulla gioia di diventare mamma.
La gravidanza procedeva bene ma gli accertamenti da fare per tutelare me e la mia piccola creatura che portavo in grembo furono molteplici.
Mia madre superato lo shock e capendo che le sue paure non erano fondate, era felicissima, appena la salute permetteva mi accompagnava ovunque, mi dava consigli, mi accudiva come una bambina, la sua bambina che sarebbe diventata presto mamma.