«Perfetto ragazzi, ci si vede domani.» Dico prima di uscire dall'edificio in cui lavoro.
In fondo rubare per poi copiare e rivendere al doppio del prezzo non è poi così facile; è vero, si guadagna in modo abbondante ma sporco.
Faccio questo 'lavoro' ormai da tre anni, so bene come funziona. Bisogna essere furbi, in questo gioco il cuore bisogna metterlo da parte.
Lo diceva sempre mio padre.
Dopo la morte di mia madre lui decise di migliorare per non lasciarmi solo, ma non potendo permettersi molto al tempo studiava e basta per un futuro brillante dando così inizio alla mia futura carriera.
Iniziò tutto con una calcolatrice; chi se lo sarebbe mai aspettato che con quella calcolatrice sarei diventato uno dei più ricchi di Shingashina?
Finalmente arrivo al piano terra e mi dirigo verso un bar poco lontano per bere qualcosa.
Ci sta, è sabato sera.
Anche se per me è sempre festa.
Entro nel locale notando più luci soffuse mescolarsi creando un'atmosfera quasi rilassante.
Mi siedo ad un tavolo qualunque ordinando da bere.
Non mi piace prestare molta attenzione al 'mondo esterno', cioè, intendo dire che mi piace stare per i fatti miei perciò decido di dare un'occhiata al mio cellulare.
«Ehi, scusa. Vedi quel tipo ubriaco laggiù? Beh...è troppo...seccante. TI va di essere il mio fidanzato stasera? Non sei un assassino, vero? » Sento una voce maschile accanto a me.
«Benvenuto al mio tavolo.» Rispondo quasi secco.
«Quanti omicidi ci vorrebbero per diventare un assassino?» Aggiungo.
«Credo cinque...Comunque piacere Signore, sono Levi.» Domanda.
«Non supero i trenta, non sono un signore. Comunque piacere... io sono Eren.» Dico stringendogli la mano.
Devo ammettere che è un tipo carino: occhi grigi e profondi in contrasto con la sua pelle diafana incorniciata dai suoi capelli corvini.
Si, è carino...
«Mi scusi, uno champagne per favore.» Ordina Levi al cameriere.
«Ci vuoi dare dentro stasera a quanto pare.»
«Beh, non riconosceresti il me da sobrio da quello ubriaco, fidati.»
«Invece io credo di si, credimi, lavoro con la psicologia.»
«Ma davvero?» Domanda provocatorio.
«Si.» Mento, anche se non del tutto.
«Interessante...» Continua mordendosi il labbro inferiore.
Ci lavoreremo su questo.