«Sarà la droga che hai messo nello champagne, ma stasera mi sono divertito un sacco con te.» Dice il ragazzo poggiando il flûte dello champagne sul tavolo.
«Mi fa piacere. Il tipo aveva bisogno di una lezione.» Dico indicando il corpo addormentato dell'uomo che importunava Levi.
«Ecco a lei, chef Jaeger.» Dice un cameriere portandomi il resto.
«Chef come?» Chiede Levi poggiandosi il viso sul palmo della mano-
«Jaeger.» Rispondo alzandomi.
«Dove vai?» Domanda.
«La serata è finita.»
«Non per me, però. Stasera ho bisogno di compagnia.» Mi implora afferrandomi un braccio.
«Se vuoi ti do uno strappo a casa.» Offro.
«Abito proprio in questo albergo.» Dice continuandomi a tirare fino ad arrivare nella sua stanza.
Mi afferra bruscamente per il colletto della camicia per poi chiudere la porta dietro di se e buttarmi sul letto.
Stampa le sue labbra sulle mie iniziando a spogliarsi.
Sentiamo un tonfo provenire dalla porta e subito dopo un uomo con una pistola minacciando di spararmi.
«Oddio, mio marito! Lascialo andare Jean!» Grida Levi portandosi le mani al petto.
«Amico, calmo. Menomale che mi hai fermato, non sai cosa gli avrei fatto.» Dico facendo l'occhiolino.
«Non minacciarlo, è stato dentro parecchi anni.» Mi consiglia il corvino.
«Troppi anni.» Sbraita puntandomi la pistola alla tempia.
Metto le mani accanto alle orecchie in segno di resa.
«E non vorrai mica sparare a un povero malato di cancro.» Dico con sguardo da cagnolino.
«Cancro?» Toglie la pistola e si calma rimettendosi in piedi.
«Si. Comunque dovresti allenarti, fai schifo a giocare.» Dico alzandomi dal letto e rivolgendomi a Levi.
«Quando lo hai capito?» Chiede offeso.
«Quando hai rubato il portafoglio di quel tipo che ho fatto addormentare.» Gli lancio il portafoglio dell'uomo.
«Ma quindi soffri di cancro?» Chiede l'altro ragazzo.
«No imbecille.» Risponde il ragazzo seduto sul letto a gambe incrociate.
«Ci si vede, Ackerman.» Dico per poi uscire dalla stanza.
«Ehi, ma come sai il mio cogn---» Chiudo la porta.