Matthew
I giorni passarono in modo sereno e man mano riuscii a ristabilire un rapporto cordiale con Juliet. L'unico problema era il mio uccello. Non ne voleva sapere di stare calmo e al suo posto, ma invece si attivava a ogni minima posizione leggermente equivoca di quella ragazza. Quel pomeriggio, dopo aver finito di studiare, avevo raggiunto Juliet al piano di sotto sul divano. Ed era con Viky e sarebbe stato fuori fino a notte fonda. Ormai mi ero abituato a sentirlo tornare a casa a ore improbabili e, dal mio nuovo alloggio sul divano, si sentiva tutto, con mio immenso piacere.
Juliet stava guardando il classico film romantico da ragazzina, 'Principe Azzurro Cercasi'. Provai a seguire la trama, ma alla fine finii per perdermi a fissarla. Era così bella, concentrata a guardare quella sceneggiata. Riuscivo a capire cosa stesse succedendo dalle emozioni che mostrava il suo viso, in alcune scene sorrideva appena, in altre sorrideva mostrando i denti e in altre ancora si rabbuiava o si accigliava. Era stupenda. Tanto che mi appoggiai con la testa allo schienale della sedia, sentendo le palpebre farsi pesanti.
Ero in cucina e stavo preparando la colazione come al solito, quando sentii delle piccole braccia avvolgermi i fianchi in un abbraccio. Abbassai lo sguardo e non mi ci volle neanche un secondo per capire di chi fossero.
"Ehi, che succede? Cos'è tutto questo amore mattutino?", scherzai.
"Ti voglio", mormorò con voce sensuale lei. Mi irrigidii e mi girai per guardarla.
"Come?", sussurrai, sentendo la gola farsi secca.
"Hai capito benissimo", proseguì con un filo di voce, poggiando le mani sui miei pettorali, per poi farle scendere verso il basso.
Deglutii incapace di fare qualsiasi movimento. Quando arrivò al mio inguine, mi diede una strizzata al pacco, facendomi contorcere tutti i muscoli dell'intestino. Stavo decisamente impazzendo. Non mi sarei mai aspettato un simile coraggio da parte sua.
Si portò le mani sull'orlo della maglietta, per poi sfilarla lentamente, rimanendo in reggiseno e con un paio di shorts striminziti davanti a me.
Poi portò le mai al gancetto del reggiseno, ma nel momento in cui quel pezzo di stoffa stava per cadere per terra, mostrandomi le sue grazie, uno scossone mi riportò alla realtà.Mi guardai intorno spaesato. Ero sul divano, con Juliet, che stava finendo di guardare il film. abbassai lo sguardo e mi accorsi di un dettaglio che avrei preferito non vedere. Avevo un erezione di una grandezza esorbitante che stava minacciando di squarciare boxer e pantaloni. Mi alzai con uno scatto felino e corsi su per le scale, finchè non raggiunsi il bagno. Appoggiai le mani sul lavandino e mi fissai allo specchio. Avevo le pupille dilatate per il desiderio e per la disperazione feci l'unica cosa che in quel momento mi sembrava sensata. Mi calai boxer e pantaloni fino al ginocchio e, mentre con una mano continuavo a reggermi al lavandino, con l'altra presi in mano il mio membro, iniziando a massaggiarlo lungo tutta la lunghezza, prestando un po' più attenzione alla punta. Socchiusi gli occhi per il piacere, immaginando che al posto della mia mano ci fosse quella di Juliet e quando raggiunsi l'orgasmo, sussurrai il suo nome, mentre fiotti bianchi ricoprivano la mia mano e il basso ventre.
Mi girai per prendere un asciugamano per pulire e, con la coda dell'occhio, vidi una figura appostata sulla porta. Mi girai di scatto, mettendo a fuoco l'immagine di Juliet con la bocca schiusa che mi fissava. Nel momento in cui però, si accorse che anche io la stavo fissando -con ancora i pantaloni calati- sbattè qualche volta le palpebre, come se si stesse risvegliando da un momento di trans e senza dire una parola corse via.Juliet
Improvvisamente Matt si alzò e corse al piano di sopra. Lo fissai andare via, non capendo cosa gli fosse preso. Un attimo prima era addormentato al mio fianco, quello dopo sembrava nel mezzo di una gara di atletica dei 100 metri. Forse si era sentito male. Mi alzai e lo seguii, per accertarmi che fosse tutto a posto. Quando arrivai in camera di Ed, la trovai completamente al buio. Solo un piccolo spiraglio di luce veniva in direzione della porta del bagno. Bussai, ma non ottenni risposta, così mi feci coraggio e aprii la porta. Quello che mi trovai davanti agli occhi fu una scena che non avrei mai pensato di vedere in tutta la mia vita. Matthew aveva gli occhi socchiusi, le labbra schiuse e la testa leggermente inclinata all'indietro, mentre con una mano si masturbava. La mia testa mi stava ordinando di andarmene immediatamente, prima che si accorgesse della mia presenza, ma i miei piedi sembravano pietrificati sul posto e i miei occhi non facevano altro che spostarsi su tutto il suo corpo.
"Juliet", lo sentii sospirare un attimo prima di venire. Aveva pronunciato il mio nome. Quindi si stava masturbando pensando a me. Ero io il soggetto delle sue fantasie erotiche.
Un secondo dopo lo trovai con un asciugamano in mano e lo sguardo fisso su di me. I suoi occhi cristallini mi risvegliarono dal mio trans e come una bambina beccata con le mani nel cesto delle caramelle scappai via.
Non potevo credere alla scena a cui avevo appena assistito. Mi chiusi in camera ancora in preda allo shock. Ero sconvolta e confusa. Il mio corpo era in fibrillazione, sentivo un calore alla bocca dello stomaco. Era quella sensazione strana che si impadroniva del mio corpo tutte le volte che lui mi era vicino, ma questa volta l'intensità si era triplicata. La cosa che mi dava più fastidio era che, in un certo senso, mi sentivo lusingata e ad un certo punto, mentre lo fissavo, una parte di me avrebbe voluto essere al suo posto, o meglio, al posto della sua mano. Il punto era che io non avrei saputo neanche da che parte iniziare. Non avevo mai avuto un ragazzo, di conseguenza, non avevo nessuna esperienza da quel punto di vista. Ma lui mi faceva venire voglia di imparare, di impratichirmi e di lasciarmi fare qualsiasi cosa da lui e dalle sue mani.La mia cascata di pensieri fu interrotta dal bussare della porta. Rimasi in pedi pietrificata, mentre la maniglia si abbassava con una lentezza nauseante e l'unica persona che in quel momento non avrei voluto vedere, si materializzò in camera mia.
"Dobbiamo parlare".
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A Stolen Kiss
Romance"Quindi è così che passi le tue serate? complimenti, il tuo status di asociale ha scalato le vette del successo". Mi girai di scatto al suono di quella voce e i miei occhi si persero in un immenso blu mare, ma nel realizzare chi fosse la persona che...