Matthew
Nel momento in cui uscimmo di casa sapevo che si stava per scagliate contro di me un tornado.
E non dovetti aspettare molto.
"Dovevi chiedermelo prima!", mi urló contro la furia di nome Juliet che era seduta affianco a me in macchina.
"Sto guidando, cerchiamo di non fare un incidente", dissi col tono più calmo possibile, per cercare di trasmettere un po' di calma anche a lei.
"Ma tu lo sai che odio questo tipo di feste! È da anni che non vengo", disse con aria sconfitta, lasciandosi cadere sul sedile. Un po' mi dispiaceva per lei, ma non potevo permetterle di perdersi un'esperienza come questa.
"Hai quasi vent'anni Juliet, cosa volevi fare? Andare a letto aspettando l'arrivo di Babbo Natale?", la presi in giro io, guardandola con la coda dell'occhio.
"Sarebbe stato sicuramente meglio che venire a quella maledetta festa piena di persone ubriache che fanno cosa da ubriachi", potevo percepire il disgusto nel tono della sua voce.
"Ma ci sono io a proteggerti", cercai di rassicurarla, anche se dovevo mettercela tutta per non scoppiarle a ridere in faccia. Era adorabile quando faceva così.
"E chi mi proteggerà da te quando sarai parte della marmaglia di gente ubriaca?", disse incrociando le braccia sotto il seno, creando un meraviglio effetto push up.
"Ho promesso ai tuoi genitori che ti avrei riportata a casa intatta, non toccheró una goccia di alcol. Promesso", lei si arrese con un profondo sospiro.
"Giuro che se mi abbandoni te la faccio pagare", mormoró con un tono quasi infantile.
"Ai suoi ordini, madame", e non poteva farmi richiesta migliore. Avevo l'occasione di starle vicino e magari di farle capire che per me non è solo un'amica/finta ragazza.Appena varcammo la porta di casa Ed ci venne in contro, aveva una bottiglia di vodka in mano e quando mi abbracció, per un pelo non butó entrambi per terra.
Ma appena vide Juliet gli si illuminarono gli occhi.
"Amica mia! Sei venuta finalmente", le si arpionó addosso per abbracciarla.
"Non hai idea di quanto sia bello vederti", cantilenó e poi si rivolse a me.
"Ottimo lavoro cugino", mi fece un occhiolino e poi prese per il polso Juliet e la trascinó via con sè. Lei mi guardo implorandomi aiuto, così li seguii fino alla cucina, dove poi Ed si mise a prepararle un cocktail.
Probabilmente aveva fatto male a chiedere il mio aiuto, perché io non feci altro che invitarla a bere.
Mi bastó un 'ti prometto che ti riporterò a casa sana e salva' e dopo tutte le pressioni che le fece l'amico si costrinse a bere.
Il problema fu che quello era solo il primo di una lunga serie di bicchieri che Ed la obbligó a bere.Già dopo il terzo bicchiere Juliet divenne molto più affettuosa del solito, mi abbracciava spesso o si appoggiava con la testa sulla mia spalla, ad un certo punto mi salì in spalla e si mise a fare il gesto di far roteare il cappio tipo cowboy, mentre mi obbligava a fare il giro della casa in questo modo, sostenendo che fossi il suo nobile destriero.
Dopo un paio di ore ci ritrovammo nella pista a ballare, mentre io facevo il possibile per reggerla in piedi. Lei aveva uno sguardo sereno, probabilmente dovuto alla sbronza, ma era bellissima. Mi guardò negli occhi, sorridendomi.
"Perché mi guardi così?".
"Così come?".
"Come se fossi davvero la tua ragazza", io mi corrucciai, probabilmente non ero più in grado di nascondere i miei sentimenti. Le avrei detto tutta la verità, anche se questo non era il momento più adatto.
"Ho bisogno di aria", mugugnó aggrappandosi alla mia camicia. Così le avvolsi il bacino con un braccio e la portai quasi di peso fuori, facendola sedere sul dondolo nella veranda posteriore.
Lei si accasció con la testa sulle mie gambe.
"È la prima volta che vengo qua dietro senza l'intento di scappare da te o da qualcun'altra", mormoró strascicando le parole.
"Perché scappi da me?", le chiesi incuriosito aggrottando le sopracciglia.
"Perché tu sei cattivo! Mi hai sempre trattata male", disse con tono lamentoso.
"Emh, mi dispiace Juliet...", non mi fece continuare e mi mise una mano in faccia per farmi stare zitto.
"Non ti preoccupare, è acqua passata", prese un respiro profondo.
"Comunque non so come tu faccia a sopportare tutte quelle ragazze che ti guardano come se volessero mangiarti", si giró con la schiena appoggiata sul dondolo, in modo da potermi guardare.
"Che poi, non vedono che sei con me? Non hanno proprio una dignità! Tu sei mio, dovrebbero farsene una ragione!", continuó portandosi poi una mano sulla fronte, mentre chiudeva gli occhi.
"Come scusa? Sono tuo?", chiesi confuso, quel discorso non aveva o senso.
"Sì, cioè, stiamo insieme no? Per finta, ma loro non lo sanno", facevo sempre più fatica a starle dietro.
"Che poi non ha senso quello che stiamo facendo, lo sai vero? Tuo padre starà già mettendo da parte i soldi per il nostro matrimonio. Come faremo a dire a tutti che non era vero? Ci avevi pensato?".
Ok, la situazione stava degenerando.
"No, non ci avevo pensato, ma Juliet, tu sei ubriaca, dovrei riportarti a casa", le dissi cercando di usare il tono più condiscendente possibile.
"Ma mi sto divertendo! Perché devi sempre fare il guastafeste?", si lamentó con un tono sa bambina incrociando le braccia al petto. Da quella posizione peró, le si vedeva tutto il decoltè e le braccia messe in quel modo non facevano altro che far fuoriuscire le sue meravigliose tette. Lei era ubriaca e io non dovevo approfittarmene, ma ero pur sempre umano.
"Perché non mi guardi negli occhi?", la sua voce mi distolse dai miei pensieri, per niente casti.
"Hai degli occhi così belli, Matt", disse con voce dolce.
"A volte mi piacerebbe che non fosse tutto finto", avvicinó una mano al mio viso per spostarmi un ciuffo di capelli che mi copriva appena gli occhi.
"Credo che in questo momento non mi dispiacerebbe baciarti", aggiunse poi poggiando la mano sulla mia guancia. Quelle parole mi fecero accelerare il battito, diceva veramente?
"Cosa vorresti che non fosse finto?", chiesi per avere una conferma.
"Tutto", sussurró e in quel momento si alzó, mettendosi a sedere, in modo da rendere più vicini i nostri visi. I nostri nasi si stavano per sfiorare e mi stavo già pregustando le sue labbra morbide che si fondevano con le mie, ma improvvisamente lei si giró dall'altra parte e senza troppe cerimonie vomitó tutto quello che poteva sulle mie scarpe.
Fece in tempo a sussurrare uno scusa prima di addormentarsi su di me, lasciandomi a gestire da solo quella situazione.
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A Stolen Kiss
Romance"Quindi è così che passi le tue serate? complimenti, il tuo status di asociale ha scalato le vette del successo". Mi girai di scatto al suono di quella voce e i miei occhi si persero in un immenso blu mare, ma nel realizzare chi fosse la persona che...