Matthew
Ero andato ad aiutare la madre di Juliet in cucina per tenermi occupato, per evitare di caricare di peso quella stupida ragazzina e dimostrarle che lei voleva che quello che era successo ieri si ripetesse molto più di me.
Pensavo che le cose finalmente avessero preso la giusta piega, che finalmente si fosse decisa a lasciarsi andare ai sentimenti che prova per me, perché io lo so che c'è molto di più tra noi. Cose non dette, gesti non compiuti. Io lo sapevo, ne ero certo che quello che provavo per lei era ricambiato. Me lo aveva dimostrato con i piccoli gesti quotidiani e quelle piccole attenzioni che non erano propriamente da amici. E ormai era troppo tempo che andavamo avanti con questa storia. Le cose dovevano cambiare, ma non avevo idea di come fare. Io non sono il ragazzo romantico che fa grandi gesti per dimostrare il proprio amore a qualcuno. Io mi baso su piccoli gesti, gesti carnali, in cui prevale la passione.
Ma Juliet non era come me, lei aveva bisogno di un ragazzo romantico, dolce, che sa come prendersi cura di lei.
Avevo bisogno di consigli e sapevo anche chi poteva aiutarmi.Finita la cena, in cui Juliet non mi aveva rivolto nemmeno uno sguardo, con la scusa di voler fare due passi per prendere una boccata d'aria, uscii.
Nel giro di qualche minuto mi ritrovai davanti alla porta di mio cugino. Suonai il campanello e attesi che mi aprissero.
"Ciao Matthew, cosa ci fai qui?", mi rispose mia zia, sorpresa di vedermi lì.
"Ed è in casa?", chiesi immediatamente.
"Sì, è in camera sua. Ma è successo qualcosa?", aggiunse con sguardo preoccupato. Forse il mio tono era stato troppo serio e sicuramente la mi faccia non mostrava sentimenti di gioia.
"No, non è niente. È solo un po' che non ci vediamo e volevo salutarlo", risposi velocemente, per poi correre su per le scale verso camera di Ed."Per favore dimmi che non ti stai masturbando", esclamai entrando in camera di mio cugino. Era seduto alla scrivania davanti al PC. Si voltò per guardarmi.
"Che cazzo ci fai qui? Sono in videochiamata con Viky",
"Ciao Viky", mi sporsi verso il computer.
"Ti dispiace se te lo rubo per qualche minuto? Ho delle questioni urgenti di cui discutere con mio cugino", sorrisi mostrando i denti.
"Ma sì, fa pure! Tanto io dovevo andare in ogni caso", rispose ridendo lei.
"Ottimo", e cliccai il testo per chiudere la chiamata.
"Ma che cazzò fai? Non me l'hai nemmeno fatta salutare!", disse arrabbiato mio cugino.
"Dai su, direi che puoi sopravvivere lo stesso".
"Spero che sia veramente urgente quello di cui mi vuoi parlare", disse mettendosi le mani sui fianchi. Mi sedetti sul letto di fronte a lui.
"Sì, ecco... non so bene come dirtelo ma...",
"Hai ammazzato qualcuno e vuoi il mio aiuto per far sparire il corpo?", mi interruppe lui.
"No scemo, ho bisogno di alcuni consigli",
"Riguardo cosa?", chiese assottigliando lo sguardo.
"Beh, tu sei un ragazzo serio, con Viky hai intenzioni serie, no?", dissi,
"Si?", rispose lui continuando a fissarmi.
"Eddai, dammi una mano, lo sai che non sono bravo ad esprimermi!", mi lamentai.
"Ma non ho capito dove vuoi arrivare", mi rispose confuso lui.
Presi un profondo sospiro.
"Juliet, non voglio stare con lei solo per finta, ma non so cosa fare per cambiare le cose", riuscii a dire.
"FINALMENTE", esclamò lui saltando in piedi e venendo ad abbracciarmi.
"Mi chiedevo quanto ci avresti messo prima di deciderti ad ammettere che provi qualcosa per lei", ridacchió contento, mentre mi dava delle pacche sulla schiena.
"Lo sapevi?", chiesi confuso.
"Beh, era abbasta evidente", fece spallucce lui.
"Ah", mi uscì solamente.
"Beh allora, che genere di consigli vuoi?", disse battendosi le mani sulle ginocchia.
"Intanto, lei ti ha mai parlato di me?", chiesi con tono teso.
"Mhm...", ci pensò lui.
"Non in quel modo, ma nemmeno tu me ne hai mai parlato, eppure era abbastanza chiaro che provassi qualcosa per lei".
"Quindi anche lei prova qualcosa per me?", chiesi speranzano.
"Non ho detto questo, ma in alcuni momenti l'ho pensato, però più in passato. Ora non saprei proprio se prova qualcosa di più o se è solo amicizia", rispose.
"Beh grazie, sei davvero d'aiuto eh", dissi irritato abbassando lo sguardo.
"Ma scusa, non puoi semplicemente parlarle? Come tutte le persone normali?", mi disse come se fosse ovvio.
"Ma io non sono normale!", esclamai ancora più irritato.
"Okay, vuoi che ci parli io?", provó a chiedere.
"Cos'abbiamo dodic'anni?", sbuffai incrociando le braccia al petto.
"Allora non so veramente come aiutarti! Dato che ti definisci troppo bizzarro per comportarti come le persone normali!", rispose scocciato.
"Dovevo saperlo che era solo una perdita di tempo venire a parlare con te", dissi alzando e avviandomi verso la porta.
"Aspetta Matt, cerchiamo una soluzione", provó a dire, ma io ero già deciso ad andarmene.
"No, sono via da troppo tempo. Ci si vede", dissi senza nemmeno girarmi. Per poi scendere le scale e andarmene stizzito.
Era stato inutile venire fin qui. Mi incamminai verso casa di Juliet e una volta arrivati entrai facendo meno rumore possibile. Menomale non mi avevano chiuso fuori casa.
Quando entrai in camera Juliet stava già dormendo o comunque faceva finta. Presi le mie cose e andai in bagno.
Prima di andare a letto mi soffermai a fissarla. Era bellissima, con quell'aria serena sul volto e le sue labbra leggermente schiuse mi facevano troppa gola, era troppo tempo che non le assaggiavo.
Mi chinai lentamente e le sfiorai con le mie, cercando di non svegliarla. Era la sensazione più bella e profonda che avessi mai provato. Il punto era che non mi bastava, ma non potevo di certo iniziare a baciarla come si deve. Lei non me l'avrebbe permesso e non potevo rischiare di incrinare maggiormente il nostro rapporto, era già abbastanza in bilico.
Andai a sdraiarmi al suo fianco e in pochi secondi mi addormentai, sommerso dal suo profumo.
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A Stolen Kiss
Romance"Quindi è così che passi le tue serate? complimenti, il tuo status di asociale ha scalato le vette del successo". Mi girai di scatto al suono di quella voce e i miei occhi si persero in un immenso blu mare, ma nel realizzare chi fosse la persona che...