Chiedo scusa in anticipo se è corto ma non ho davvero il tempo di concentrarmi a pieno sulla storia ma non ho alcuna intenzione di non concluderla.Per questo vi chiedo scusa, sappiate che sto facendo il possibile. Buona lettura.Non riuscivo a sentire niente se non un grande dolore al petto, l'unica cosa che riuscivo a percepire erano le luci. Rosse, poi blu ed infine bianche, poi di nuovo rosse.Non so perchè, ma ho sempre collegato una luce rossa a qualcosa di non positivo, come quando ti dicono di non premere mai il pulsante rosso.Ero in uno stato di trans, non sapevo nemmeno cosa stesse succedendo intorno a me anche se c'erano almeno quattro persone che non facevano altro che confabulare fra di loro e camminare, avanti a indietro.L'ambulanza sobbalza sulla strada spaccata, ad ogni buca sbattevo con la schiena contro il retro in lamiera ma non faceva male, nemmeno un po'. Non sentivo niente. Quando l'ambulanza arrivò all'ospedale ricordo solo di essere stata trascinata giù e subito dopo venne portato via un lettino di ferro con le ruote, lenzuola bianche, sangue e il mio ragazzo.Sbattei le palpebre ed un uomo mi prese il braccio facendomi segno di seguirlo, mi portò fino a dentro senza mai smettere di parlare ma non riuscivo a capire una sola parola. Forse se ne accorse perchè ad un certo punto smise e restò zitto.Mi lasciò in una stanza, credo d'attesa, dove almeno altre dieci persone erano sedute in silenzio ad aspettare e mi guardavano come se fossi pazza.
Mi portai una mano sul viso, avevo le guance bagnate e solo allora realizzai quanto stessi piangendo senza far rumore.Dall'ascensore piombò fuori mio fratello, corse nella mia direzione e mi strinse così forte da togliermi il respiro."Non ti trovavo più, pensavo ti avesse portato via la polizia. Grazie a Dio stai bene" gemette fra i miei capelli stringendomi ancora di più contor di lui.Inspirai il suo profumo e chiusi gli occhi. Non riuscivo ad essere felice per il fatto che io stessi bene."Cos'è successo la?" domadai con la voce rotta. "E' arrivata la polizia?"Chris annuì prendendomi il viso fra le mani e guardandomi negli occhi."Il posto è stato evacuato in tempo, non hanno preso nessuno di noi" mi rassicurò accarezzandomi la guancia con i pollici. "Hanna sta arrivando, okay?"Annuii leggermente sollevata dall'idea che la polizia non li avesse arrestati.Hanna e Chaz arrivarono quasi mezz'ora dopo durante la quale io e Chris restammo in silenzio seduto accanti ai distributori automatici.Hanna piangeva ma non appena mi vide si asciugò le lacrime e tirò su con il naso per venire ad abbracciarmi."Mia madre" mi schiarii la voce. "Devo avvisarla e dirle che deve stare con Danger" aggiunsi scuotendo la testa in preda al panico.Dovevo occuparmi anche di mio figlio, il mio bambino ignaro di tutto quello che stava succedendo.Chaz mi passò una mano sulla spalla e mi sorrise."Ci penso io, d'accordo?" annuii. "Ti porto un caffè, mh?"
Feci nuovamente segno di sì con la testa ringraziandolo sottovoce e mi lasciai di nuovo scivolare sulla seggiola di plastica scomoda.Ormai erano le otto di sera quando un dottore uscì dalla sala operatoria e ci venne incontro. Il suo camice bianco era sporco di sangue e puzzava, non riuscii a pensare che potesse essere l'odore di un cadavere.Chris mi passò un braccio attorno alle spalle lasciandomi un bacio sulla tempia mentre l'uomo prendeva una cartella clinica e si toglieva gli occhiali."Ha ricevuto una bella pugnalata il vostro amico" iniziò a dire alzando gli occhi azzurri su di noi. Hanna mi prese la mano e mi sorrise, "Tutto bene"."Aveva un'emorragia interna piuttosto seria che per ora sembra suturata ma che dovrà essere controllata, deve stare in osservazione per tutta la notte e domani mattina potremo dirvi se è fuori pericolo" ci spiegò cercando di essere il più chiaro possibile. Sembrava volesse farci coraggio ma allo stesso tempo non darci false speranza.L'unica cosa che sapevo con certezza era che avevo bisogno del padre di mio figlio quindi l'ipotesi che non andasse tutto bene non volevo nemmeno prenderla in considerazione."E' fuori pericolo però, vero?" gli domandò Chris facendo un passo in avanti.Il dottore restò zitto per qualche secondo senza nemmeno guardare mio fratello, sospirò e scosse la testa."In questi casi saremmo irresponsabili a dire che andrà tutto bene. Non sappiamo come potrà reagire il soggetto che al momento non si è ancora svegliato" gli risponde indicando la porta della sala operatoria.Mi chiedevo se Justin fosse ancora sotto i ferri, o se dopo quanto lo avrebbero portato in una stanza dove riposare, dove avrei potuto stargli accanto.Tornammo a sederci e Hanna mi baciò la guancia stringendomi la mano il più forte possibile."Quel ragazzo è d'acciaio, andrà tutto bene" cercò di rassicurarmi con un sorriso ed io pregavo sul serio che fosse la verità."Sai, non posso fare a meno di pensare a quelo che è successo e a Jace ovviamente" chiusi gli occhi abbassando la testa ed immergendo le mani fra i capelli.Era impossibile che non mi sentissi in colpa per quanto non fossi responsabili delle azioni di Jace ma io mi ero fidata di lui e avevo chiesto a Justin di fare altrettando. Ma sul letto d'ospedale e lottare per la vita non c'era Jace, ma il mio ragazzo che per amarmi si era fidato troppo.Chaz tornò con due caffè e me ne lasciò uno che utilizzai per scaldarmi le mani congelate. Quando lo assaggiai era amaro ma non feci commenti e lo buttai giù in pochi sorsi."Ho chiamato anche Cassie, doveva saperlo" mi disse sottovoce sperando che capissi.La verità era che forse Justin non avrebbe capito accecato dalla rabbia ma io sì, perchè che lo volesse o no Cassie era sua sorella e Ruth sua madre. Se tuo figlio sta lottando per sopravvivere tu lo devi sapere, anche se non sei stata una buona madre."Arriveranno il prima possibile, Ruth vuole parlare di persona con il dottore" continuò Chaz senza che gli chiedessi nulla.
Chris sospirò, "So cos'ha passato Justin con quella donna ma nemmeno per lei ora deve essere una situazione facile".Annuii, c'erano così tante persone che avrebbero sofferto ma decidemmo che almeno Jane e il padre di Justin sarebbero stati avvisati dai medici il giorno dopo. Affollare l'ospedale durante la notte non ci sembrava una grande cosa senza contare che avrebbero lasciato a casa da soli Jaxon e Jazmine.Controllai il cellulare, mia madre mi aveva mandato una foto di Danger che rideva in braccio a mio padre ancora due ore prima ma non avevo più controllato di avere messaggi. Sorrisi anche io alla vista di quella creatura così perfetta e così simile a suo padre, se solo avesse saputo ciò che stava succedendo.***La mattina mi svegliai con un terribile mal di schiena a causa delle sedie scomode e la testa che rombava. La luce al neon delle corsie mi stava facendo esplodere un'emicrania micidiale. Sentivo la voce di Chris parlare accanto a me con Hanna credo, con un occhio dischiuso lo vidi andare al bagno e fermarsi a parlare con un medico.Mi stropicciai gli occhi alla ricerca di Hanna, quando si accorse che mi ero svegliata mi sorrise e si avvicinò ulteriormente a me. Avrei voluto chiederle cosa stesse succedendo con mio fratello, se avevano chiarito, ma non ne avevo la forza. Volevo solo vedere Justin."Ci sono novità?" domandai sbadigliando."L'hanno portato al piano inferiore, lo stanno medicando ma non si è ancora svegliato" mi rispose lei stringendosi nelle spalle. "Ruth se n'è andata poco fa e Cassie sta aspettando il dottore laggiù".Seguii la linea immaginaria tracciata dal suo dito arrivando fino all'immagine di Cassie sul fondo del corridoio. Sembrava furiosa che non le dessero notizie di suo fratello o che non la lasciassero entrare in camera.
Provai rabbia in quel momento, rabbia per una ragazza che non si era mai importata di suo fratello ma che adesso sembrava la miglior sorella del mondo. Avrei voluto gridare ma non avevo la forza."Voglio che si svegli" sussurrai sbuffando. "Ho paura che mi dicano che la situazione è peggiorata e che non c'è più nulla da fare. Se succedesse non so nemmeno io come reagirei".Hanna restò in silenzio ad ascoltarmi, quando finii strinse le labbra in una linea retta e scosse la testa come a supplicarmi di non pensare a niente del genere ma in questi casi è normale preprarsi al peggio."Non devi dirlo, Danger ha bisogno dei suoi genitori insieme" mi disse.Sorrisi, mio figlio aveva bisogno di una famiglia e un esempio che solo Justin - anche se non lo capiva ancora del tutto - avrebbe potuto dargli.Accesi il cellulare, era ormai scarico quindi sarei dovuta andare a cercare un carica batteria a breve. Mia madre mi aveva scritto che stava portando Danger da sua sorella, mia zia Joana, per poter venire un paio d'ore all'ospedale.Sospirai digitando in fretta una risposta al messaggio e tornai a guardare in direzione del corridoio da dove stavano tornando Chris e Cassie insieme."Ci hanno detto la stanza, è di sotto" disse mio fratello facendo segno a Cassie di leggere i fogli.Lei si spostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio ed annuì, "Stanza 179".L'ascensore era vuoto e silenzioso mentre ci portava di sotto, sembrava di essere in viaggio verso il dolore e forse sarebbe stato proprio così.Sospirai passandomi le mani fra i capelli ed aspettai che la luce sopra la porta diventasse rossa. Quando il mio sguardo cadde sul cartello appeso sul soffitto ebbi un sussulto, era il reparto di rianimazione.Chris mi passò un braccio attorno alle spalle e mi trascinò avanti vedendo che mi ero bloccata in mezzo al corridoio come pietrificata. Mi baciò una tempia e cercò di accennare ad un sorriso.
La porta della stanza era chiusa, fu Chaz ad aprirla dopo aver preso fiato e subito un forte odore di medicinali e disinfettante mi pervase la testa facendomi provare un forse senso di emicrania. Le pareti della stanza erano per lo meno tappezzate da un paio di quadri e un disegno fatto da quella che sembrava una bambina, eppure fu orribile vedere il crocifisso sopra la testiera in acciaio del letto. Sembrava che fosse l'unica cosa a cui potessimo appellarci.Justin era sdraiato con la testa piegata verso l'alto, avvea la flebo collegata all'incavo del gomito sinistro e un tubicino per l'ossigeno. Sembrava respirasse normalmente, forse era l'unica cosa ad essere tranquillizzante in lui.Il lenzuolo bianco era quasi dello stesso colore della sua pelle, troppo pallida e grigia per essere di una persona che stava bene.Cassie al mio fianco tirò su con il naso facendo un passo in avanti e appoggiando le mani al bordo del letto."Non credevo lo avrei mai visto così" disse serrando gli occhi per paura di scoppiare a piangere.Justin mi aveva visto nella stessa situazione, forse anche peggio visto che ero in coma, mi ero sempre chiesta quanto dolore avesse provato. Ma in quel momento trovai una risposta soddisfacente.Quando una persona che ami soffre tutto il tuo mondo crolla inesorabilmente, vorresti solo dirle che la ami e invece l'unica cosa che riesci a fare è piangere e pregare che ce la faccia. Vorresti dirle che andrà tutto bene ma non puoi perchè lei non ti sente anche se tu speri il contrario.
Chaz si tolse la giacca lasciandola sopra il piccolo tavolino in fondo alla stanza e prese di nuovo il cellulare in mano."Sono qui Jane e Jeremy" disse alzando il cellulare in aria, "Vado ad aspettarli all'ingresso e li porto qui".Annuii stringendomi più forte a mio fratello mentre Cassie si sedeva sullo sgabello scomodo accanto al letto. Si portò le mani sulla fronte coprendosi gli occhi e fu Hanna ad avvicinarsi e posarle una mano sulla spalla.Cassie poteva aver sbagliato ma stava soffrendo come tutti noi in quel momento.Restammo in silenzio a fissare il letto per un tempo infinito, forse con la speranza che Justin muovesse anche solo il mignolo ma non accadde nulla."Cosa pensi che succederà adesso?" chiese Hanna a Chris guardandolo. "Per tutto il circolo intendo".Chris alzò le spalle senza staccare gli occhi da Justin e mi strinse ancora di più se possibile."Al momento l'unica cosa che mi interessa è che mi dicano che Justin è fuori pericolo" le rispose scuotendo la testa. "Per il resto, possano pure mettermi in carcere".A quelle parole rabbrividii e per un attimo non avvertii più la sensazione di avere le gambe a sostenermi."Ma non succderà" aggiunse in fretta Chris girandosi a guardare me. "Mio nipote ha bisogno del suo fantastico zio, no?" mi fece l'occhiolino ed io sorrisi."Danger ha bisogno anche di suo padre" sussurrai, "Quindi non me ne andrò da qui senza di lui".La porta si aprì di colpo interrompendo la nostra conversazione e dentro la stanza corse Jane in reda al panico. Si gettò ai piedi del letto con gli occhi sgranati e scoppiò a piangere.Avrei voluto gridarle che non doveva piangere ma al contrario rassicurarmi che Justin stava bene, ma lei non lo fece. Jeremy le passò una mano sul braccio tirandola indietro e le disse si stare calma.
Mi accorsi che i piccoli non c'erano, forse era un bene perchè quello spettacolo non era affatto adatto a loro. Justin sembrava inesistente."Scusate, c'è troppa gente in questa stanza" un'infermiera si affacciò all'interno mordendosi il labbro come se volesse far tutto fuorchè crearci ulteriori problemi. "Devo chiedere a qualcuno di uscire".Chris si schiarì la voce e lasciò la presa su di me facendo un piccolo cenno con il capo a Cassie."Andiamo da tua madre, okay?" le propose.Cassie annuì e prese il cellulare, "Dovrebbe essere ancora a parlare con il dottore adesso" disse.Hanna annuì e nel momento in cui fece per allontanarsi anche lei Chris le portò un braccio sulle spalle camminandole affianco. Fu una delle poche cose positive di quell'ultimo periodo, forse entrambi stavano capendo quanto fosse importante vivere finchè se ne ha l'occasione.Jeremy mi appoggiò una mano sulla spalla e mi sorrise, una smorfia tirata che tuttavia mi aiutò a sollervarmi. Era il momento in cui io dovevo essere forte non solo per noi due, ma anche per nostro figlio."Il dottore ci ha detto che verrà qui a momenti per le ultime novità" mi spiegò lanciando un'occhiata a Justin. "Vedrai che andr tutto bene, mio figlio è un osso duro".Jane tirò su con il naso ed annuì abbracciando suo marito. Sapevo quanto Justin fosse forte ma sapevo anche quanto stesse soffrendo e lottando in quel momento, anche i migliori a volte devo arrendersi ed io avevo il terrore che a lui succedesse.Una decina di minuti dopo bussarono alla porta e la stessa infermiera di prima entrò facendo strada al chirurgo che aveva operato Justin di urgenza questa notte.
Sembrava stanco ma in quel momento anche io mi sentivo mentalmente esausta."Salve" disse guarandoci per pochi secondi prima di prendere una penna dalla tasca del camice e di fare segno all'infermiera di prendere la cartella clinica."Preparariamo un'altra flebo, Emily" le disse indicando la sacca di plastica ormai vuota.Lei annuì e se ne andò prendend appunti su un'agenda lasciandoci soli con il dottore. Non assomigliava affatto al medico che mi aveva curata quando ero stata in coma, questo era decisamente più giovane ma la stanchezza sul suo viso tramutata in occhiaie e borse scure lo facevano sembrare più maturo.Si passò una mano fra i capelli ramati tendenti al castano e indossò gli occhiali appesi alla camicia che sbucava da sotto il camice."Il ragazzo sembra reagire bene alle cure e come ho detto a sua sorella con un po' di fortuna dovrebbe svegliarsi entro un paio di giorni" iniziò a dire avvicinandosi al bordo del letto.Mi portai una mano al petto sollevata che almeno si sarebbe svegliato, era un miracolo già quello per me."Mi piacerebbe che ci fosse anche sua madre qui per parlare del seguito" provò a dire guardando prima Jeremy e poi Jane.L'uomo alzò le spalle e passò un braccio attorno alle moglie sospirando."Adesso non credo sarebbe possibile, se per lei va bene le riferirò io" rispose socchiudendo gli occhi.Il medico annuì ed iniziò a sfilare la fasciatura sulla fronte di Justin per cambiarla, sembrava che nemmeno Jremy andasse pazzo dell'idea che Ruth fosse tornata nella vita di suo figlio."Non voglio mentirvi, il ragazzo si sveglierà ma nella rissa sono stati coinvolti molti organi vitali, alcuni sembrano rispondere bene" fece una piccola pausa disinfettando il taglio sulla spalla per poi coprirlo con del cotone."Starà bene, vero?" gli chiese Jane."Fortunatamente abbiamo evitato il coma, in questi casi è usuale che il paziente per lo shock resti lontano dalla vita per un pezzo ma abbiamo allontanato questa tremenda ipotesi" le rispose il dottore facendo un'altra pausa.Chiusi gli occhi inspirando, non sarebbe entrato in coma.Ringraziai Dio così tante volte da perdere il conto."Tuttavia il coltello ha danneggiato più dischi della spina vertebrale" disse nuovamente il dottore facendo un passo verso di noi e fu come se lui ci avesse accoltellati.Ero certa stesse per scagliarci addosso un masso e che sarebbe stato doloroso."E' operabile?" domandai ma il dottore non mi rispose, mi guardò solamente e stese le labbra in un'unica linea."Ora deve farcela lui con le sue forze, potremo dire con certezza se è tutto come prima quando si sveglierà e come" mi disse posandomi una mano sulla spalla. "Ma al momento" chiuse gli occhi come se non volesse dirlo ma dovesse, "Devo dirvi che il rischio di paralisi è molto alto".Jane sbiancò e dovette tenersi a Jeremy per non cadere a terra."Mio figlio-" l'uomo aveva la voce rotta, per la prima volta."Si, rischia la paralisi degli arti inferiori".Nota autrice: Vi chiedo ancora scusa per il ritardo e i lunghi tempi di aggiornamento, facciamo il possibile davvero! Grazie
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I'm Danger 2
FanfictionCredevano di aver trovato la felicità e che nessuno avrebbe mai potuto dividerli. Non avevano fatto i conti con la realtà Sequel di I'm Danger Tutti i diritti vanno a ''Bieber23''