10

673 50 8
                                    

Il vassoio placcato in argento pareva instabile. Le mani di Victor stavano leggermente tremando. Pregò di non rovesciare tutto.

La porta della stanza era socchiusa. La aprì con la punta del piede. Con un dolce sorriso salutò Yuuri che sedeva sul bordo del letto. Gli appoggiò il vassoio affianco.

Yuuri mandò giù a forza i bocconi. Non poteva lasciar trapelare nulla. Il suo cuore stava per esplodere.

-C'è qualcosa che non va?

Chiese Victor guardandolo con aria interrogativa. Aveva capito che qualcosa non andava, da come gli occhi di Yuuri non incrociassero i suoi.

-Sto bene, sono solo un po' agitato, non vedo l'ora di vivere con te.

Disse Yuuri appoggiandogli delicatamente il palmo sulla guancia. Victor gli sorrise, avvicinandosi lentamente e stampandogli un bacio a fior di labbra. Victor si tranquillizzò.

La sera del ricevimento arrivò presto. Victor era bellissimo. Elegante, ma non pacchiano. Yuuri si vergognava al solo pensiero di stargli a fianco. Stringeva convulsamente il sacchettino che aveva in tasca, con la martellante paura di perderlo.

Victor finì di sistemarsi il colletto. Si girò verso Yuuri.

-Posso sistemarti i capelli?

Yuuri si riscosse dai suoi pensieri annuendo e sedendosi davanti allo specchio.

Victor gli portò i capelli indietro, lasciando il suo volto scoperto.

Lo guardò dallo specchio, sistemandogli l'ultima ciocca di capelli dietro l'orecchio. Si abbassò alla sua altezza, avvicinando le labbra al suo orecchio.

-Stai benissimo.

Gli sussurrò. Yuuri arrossì. Non sarebbe mai stato nenche minimamente paragonabile a Victor. Lui era magnifico.

Giunto il momento si incamminarono verso il salone. Victor lo teneva stretto a sé, camminando a braccetto. La musica si iniziava ad udire. Yuuri si fermò.

-Qualcosa non va?

Chiese Victor aumentando la presa sul suo braccio. Era teso anche lui. Era preoccupato per Yuuri, perché era fragile e indifeso. Perché era bellissimo. Perché un Alfa qualsiasi avrebbe potuto portarglielo via.

-Non penso che dovremmo stare troppo vicini.

Disse Yuuri con un filo di voce, distogliendo subito lo sguardo dagli occhi chiari di Victor.

-Perché?

-Tu sei Victor Nikiforov, professore di grande spessore, non vorrei creare problemi, infondo questa è la tua serata.

Victor scosse la testa.

-Se ti vedessero con un Omega inizierebbero a parlare. Non voglio che scoppi uno scandalo a causa mia.

Victor lo afferró tenendolo per le braccia. La sua presa era disperata. Tremava leggermente.

-Non dire più una cosa simile. Tu sei mio e non potrei mai chiederti di starmi lontano. Non mi importa dell'opinione degli altri.

A Yuuri salirono le lacrime agli occhi, non voleva dirle davvero quelle cose, sapeva come la pensava Victor a riguardo, ma doveva tentare, doveva convincerlo a staccarsi da lui anche solo per una mezz'ora.

Appoggiò il volto sul petto di Victor.

-Scusa.

Mormorò sulla sua camicia.

Victor gli posò una mano sulla nuca stringendolo a sè.

-Ora andiamo.

A Yuuri il braccio di Victor a cui era ancorato infondeva sicurezza. Victor fu annunciato al suo ingresso. Non nominarono neanche un accompagnatore, non ritenendo Yuuri come tale.

Il salone era la stanza più grande che Yuuri avesse mai visto. Molto più grande della biblioteca. Il soffitto era molto alto. Un enorme lampadario luccicante pendeva al centro della stanza. Vi erano tavoli ai lati della sala. Un complesso di musica da camera in fondo. Gli invitati danzavano, conversavano, bevevano alcolici in quantità.

Dei camerieri passavano tra la folla porgendo calici pieni di un liquido chiaro.

Yuuri poteva vederli gli Omega. Mostrati come accessori. Gli Alfa se ne vantavano, quasi in competizione. In competizione per chi avesse l'Omega più bello, chi il più esotico. A Yuuri si strinse il cuore. Quegli omega non venivano trattati come lui. Victor lo toccava con dolcezza. Stavano l'uno al fianco dell'altro. Alla pari. Invece quegli Omega rimanevano sempre un passo dietro ai loro Alfa. Avevano tutti lo stesso sorriso stampato. Risate false alle battute degli Alfa.

Victor dimostrò di essere l'uomo brillante di cui tutti avevano sentito parlare.

Gli invitati guardavano Yuuri e questo dava fastidio a Victor. Li sentiva parlare alle loro spalle, ma non gli importava. Avere Yuuri era tutto ciò di cui avesse bisogno.

Yuuri non parlava. Sorrideva appena. Una coppia di signore stava amorevolmente conversando con Victor, cercando del contatto non appena ce ne fosse l'occasione. Victor raccontava di un suo viaggio in un paese lontano, dove c'erano molte più piante. Dove gli animali erano estremamente grandi. Fece vagare lo sguardo per la sala. Incrociò gli occhi chiari di Yuri Plisetski. Lo fissavano insistentemente. Gli venne un improvviso brivido lungo la schiena, come se quei freddi occhi l'avessero trapassato.

Abbassò lo sguardo, nella consapevolezza che il tempo iniziava a stringere.

-Vado a prendere da bere, va bene Victor?

-Vengo con te.

-Non preoccuparti, non vorrai lasciare queste signore a metà della storia.

Victor si morse il labbro, lasciando trapelare la preoccupazione.

-Non ci lasci così, per favore signor Nikiforov!

Yuuri gli sorrise, sciogliendo la presa sicura dalle braccia di Victor.

Si allontanò a passi lenti, scomparendo tra la folla di invitati.
Dopo aver messo una considerevole distanza tra sé e Victor, iniziò a correre, non aveva molto tempo. Sapeva chi doveva incontrare. Sapeva cosa doveva fare. La sua anima si sarebbe macchiata quella sera.

Una stanza laterale celata al salone da delle tende rosse.

Respirò lentamente, toccando il sacchettino che teneva in tasca.

Sbottonò la camicia lasciando intravedere il collare metallico. Si sistemò i capelli velocemente.

Scostò la tenda, entrando nella stanza.

Un uomo era seduto su un divano. I cuscini rossi. La luce soffusa. Un'atmosfera ambigua.

-Sei tu l'Omega?

La voce dell'uomo era autoritaria. Era un Alfa. Poteva sentirlo.

A Yuuri venne un groppo in gola.
Mi dispiace Victor.

You don't own me [YOI]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora