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Quel libro se lo divorò. Pensò di aver raggiunto la pazzìa, a forza di memorizzare termini e definizioni. Alla luce di una candela, con il naso appiccicato alle pagine per via della scarsa vista. Alla fine Yuuri fu ripagato della notte insonne che il giorno seguente gli lasciò due occhiaie scure sotto gli occhi. L'uomo lo interrogò. Passò da domande più generali a quelle più specifiche. Yuuri rispose come il giorno prima, di getto, affidandosi alla sua mente. Anche quando gli si presentarono ragionamenti più complessi si fece guidare dal suo istinto. L'uomo al termine dell'interrogazione lo guardò con una scintilla negli occhi.

-Complimenti, complimenti caro... Oh giusto come ti chiami?

Chiese l'uomo incurvando le labbra in un leggero sorriso.

-Yuuri.

-Bene, bene, Yuuri. Non ti dispiacerà prendere parte a delle lezioni vero?

-Come scusi?

Chiese Yuuri confuso.

-Il mio nome é Victor Nikiforov. Mi occupo dell'educazione del figlio del padrone di casa. Sarei lieto che tu possa partecipare alle prossime lezioni. Il Signorino sembra un po' demotivato ultimamente, spero che la tua presenza possa ridargli maggiore interesse nello studio.

Yuuri lo fissava con gli occhi sgranati. Incredulo.

-Ma... Ma... Io sono solo u-un Omega...

Disse stringendosi una mano al petto.

-Non devi preoccuparti di questo. Otabek sarà felice del tuo "spostamento". Se vuoi ti posso svelare un segreto...

Disse avvicinandosi maggiormente. La bocca di Victor era a un soffio dall'orecchio di Yuuri. Poteva quasi sentire il suo respiro. Il suo odore era più forte dell'altra volta.

-...Otabek ripulisce da cima a fondo tutta la biblioteca. Tutti i giorni.

Yuuri non ne fu particolarmente sorpreso. Se lo poteva aspettare, in fondo era un Omega. Tuttavia il pensiero di tutte quelle ore di lavoro sprecate gli lasciarono un senso di vuoto dentro. Come se quella mansione lo facesse sentire quasi utile. Forse é per questo che accettò l'offerta di Victor, cercando di colmare quel vuoto. Oppure fu per via dell'istinto, che gli urlava di saziarsi di quell'aroma intenso, fino ad esserne soffocato.

Victor gli diede appuntamento per le nove e trenta del mattino. Un'orario in cui a Yuuri non sarebbe neanche permesso di guardare la biblioteca. La notte precedente Yuuri non aveva chiuso occhio. Troppo ansioso per la lezione del giorno successivo. Aprì la grande porta in legno lucido della biblioteca. Victor era già arrivato. Sedeva ad un lungo tavolo. Lo salutò con la mano, oppure si stava mettendo a posto i capelli. Yuuri non ne era sicuro. Si avvicinò velocemente, prendendo posto di fronte a Victor, verso destra, lasciando una sedia libera esattamente davanti a lui.

Ora che finalmente gli era così vicino, poté finalmente bearsi della sua figura. La pelle chiara, le mani affusolate intente ad annotare qualcosa su un quaderno, lo sguardo assorto, ciuffi chiari che gli ricadevano sul viso. Yuuri si incantò, lasciandosi cullare dall'odore che man mano gli riempiva le narici.

Una forte botta fece risvegliare Yuuri dai suoi pensieri. Una scarpa perfettamente lucidata era a pochi centimetri dalla sua mano, sul bordo del tavolo.

-E chi diavolo é lui?

Una voce giovane e tagliente. Yuuri girò il capo. Un ragazzo dai biondi capelli che gli coprivano un occhio lo guardava in cagnesco, non dando segni di voler spostare il suo piede dal tavolo che a Yuuri era stato severamente ordinato di trattare con la massima cautela.

-M-mi chiamo Yuuri...

Disse con un filo di voce.

-Non mi sembra di averti chiesto niente.

Gli urlò il ragazzo.

Finalmente Victor si degnò di alzare lo sguardo dal suo quaderno. Sorridente, invitò il ragazzo a sedersi.

-Buongiorno Yuri. Sei in ritardo anche oggi, avresti dovuto essere qui venti minuti fa.

Yuri sbuffò, facendo alzare qualche ciocca bionda. Si sedette sulla sedia davanti a Victor, continuando a lanciare occhiate di fuoco a Yuuri.

-Lui si chiama Yuuri, si unirà a noi.

Sbuffando si avvicinò a Yuuri, che immobile, aveva iniziato a sudare freddo. Era come essere osservati da un predatore, aspetta che la preda faccia la sua ultima disperata corsa verso l'agognata salvezza, per poi azzanarla alla gola. Quando il naso di Yuri sfiorò il suo collare, Yuuri piantò le unghie nel palmo della mano per non urlare. Come si era avvicinato si allontanò, così Yuuri poté espirare tutta l'aria che aveva trattenuto.

-Cosa hai in mente, Victor? Un Omega qui, adesso? Non hai pensato a come potrebbe reagire mio nonno?

Victor non mutò espressione. Sempre sorridente gli rispose pacato.

-Yuri ma io l'ho fatto per te. Vedrai di cosa é capace questo ragazzo, oppure... hai paura che un Omega riesca a superarti?

Le parole di Victor colpirono i punti giusti, e la corazza di Yuri si incrinò.

-Anche se sei un Alfa, sei proprio stupido.

Disse Yuri sbuffando.

Solo in quel momento Yuuri si rese conto della differenza abissale tra loro. Strinse il bordo dei vestiti sgualciti e consumati che stava indossando. Una casacca di un materiale grezzo, che però lo proteggeva dal freddo. Un paio di pantaloni troppo grandi per la sua taglia.

Il suoi occhi distratti si posarono su Yuri. Un abbigliamento imeccabile. Un completo verde scuro, con una camicia bianca senza una piega. Pure il fazzoletto nel taschino era perfettamente piegato. Yuuri si strinse nelle spalle, sentendo la differenza tra Alfa e Omega rendersi sempre più nitida ai suoi occhi.

Quella mattina si dedicarono alla geografia. Quasi del tutto sconosciuta a Yuuri, che però non trovò difficoltà nel memorizzare nuove nozioni.

La lezione terminò alle undici e trenta. Yuri se ne andò facendo un gesto con la mano, probabilmente un gesto di saluto. Victor continuò a prendere appunti su quel suo quaderno. Yuuri rimase immobile sulla sedia torturandosi le mani.

-P-professore...

Lo disse con un filo di voce. Aveva rimuginato molto riguardo all'appellativo da utilizzare con lui, optando per quello a suo avviso più educato.

Victor alzò lo sguardo, puntando l'unico occhio chiaro non coperto dai capelli, su Yuuri.

-Dimmi Yuuri.

-Lei è sicuro che tutto questo sia possibile? Io so che la famiglia è costretta ad assumere un certo numero di impiegati Omega, ma io... io... mi sento così...

Gli occhi di Yuuri si riempirono di lacrime. Era successo tutto così in fretta. La voce non usciva. Per la frustrazione si stava stringendo forte i pugni sopra il tavolo.

Victor inaspettatamente si sporse verso di lui. Allungando una mano verso quelle serrate di Yuuri. Appena si sfiorarono, Yuuri si rilassò, schiudendo le dita e lasciandosi appena toccare dai polpastrelli di Victor, che continuarono a salire lungo il braccio di Yuuri. Il ragazzo si accorse di essersi a sua volta avvicinato, per facilitare quel contatto. L'odore di Victor lo stordiva. Si chiese per quale motivo sebbene anche Yuri fosse un Alfa, il suo odore non avesse lo stesso effetto di quello dell'uomo che in quel momento lo stava catturando. La sua figura, il suo sguardo, il suo modo di parlare.

Quando il pollice di Victor sfiorò le sue labbra, si ritrasse velocemente, come se si fosse scottato, lasciando Yuuri con uno sguardo smarrito, le braccia allungate su quel tavolo.

-Io mi sento così... fortunato.

Disse Yuuri senza pensarci. Perché sì, quella parola avrebbe potuto cambiarla con molte altre. Fuori luogo, umiliato, inferiore, inadeguato. Non seppe perché scelse proprio quella. Forse perché davvero si sentiva fortunato di essere lì, in quel momento, con quell'uomo che non aveva smesso per un secondo di fissarlo.

Improvvisamente l'aria iniziò a mancargli. Il collare si fece improvvisamente troppo stretto.

-S-scusami Victor dovrei andare adesso...

Disse velocemente prima di correre fuori dalla stanza, lasciando l'uomo con un gomito appoggiato al tavolo, una mano appoggiata sul volto e un sorriso soddisfatto sulle labbra.

You don't own me [YOI]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora