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Luci soffuse. Tonalità di rosso e nero. Profumo. Tanto profumo. Quello che ti ammalia. Un ambiente ambiguo.

Col suo corpo snello si destreggiava tra i tavoli. Gli sguardi erano tutti diretti alle sue gambe, alla vita, al collo sottile. Lui non li degnava delle sue attenzioni. Sapeva quale fosse il suo obbiettivo per quella sera. Un uomo seduto al bancone del bar. L'elegante completo che indossava, probabilmente fatto su misura, ostentava la sua ricchezza. Dalle sue movenze era palese a che classe appartenesse. Un Alfa di alto lignaggio.

Yuuri si sedette su uno sgabello. Un posto li separava. Non lo guardò mai direttamente, ma con la sua solita maestria attirò la sua attenzione. Ridendo col barman fece scivolare appena il colletto dell'ampia camicia quasi trasparente. Un ulteriore pezzo di collo venne scoperto. Poteva sentire lo sguardo dell'uomo su di sé. Poteva sentire i suoi occhi spogliarlo.

Il barista gli passò un bicchiere.

-Glielo offre il signore.

Disse facendo un cenno col capo in direzione del suo obbiettivo. Yuuri gli sorrise cortesemente. Era suo.

Come una mosca nella tela del ragno, l'uomo continuava ad agitarsi, rimanendo sempre più impigliato nella trappola.

Yuuri gli lanciava sguardi mesti. Ad un certo punto l'uomo si alzò sedendosi accanto a Yuuri. Era fatta.

Il piano andò a buon fine. Yuuri era in possesso delle informazioni che il suo cliente aveva richiesto. Era stato facile. Qualche bicchiere di troppo. Soffice contatto fisico al momento giusto. Quell'ingenuo Alfa gli aveva servito tutto su un piatto d'argento. Aveva riportato le informazioni su un fazzoletto da taschino, con una calligrafia precisa. Aspettava il suo cliente, e i suoi soldi, all'inizio del ponte che collegava la parte ricca della città ai bassifondi. La luce di un lampione lo illuminava appena.

Un uomo col capo chino, in modo che il cappello gli nascondesse il volto, si stava dirigendo nella sua direzione. Proveniva dalla parte ricca. Si fermò davanti a Yuuri. Yuuri gli mise il fazzoletto nel taschino della giacca e ne tirò fuori una mazzetta. 

-La ringrazio per aver scelto i nostri servizi.

Con un movimento fluido si girò, pronto a tornare con passo spedito nei bassifondi. Ad un tratto l'uomo con una presa ferrea lo trattenne per il polso, spingendolo con forza verso la ringhiera del ponte.

Yuuri poteva sentire l'acqua sotto lui che scorreva.

-Signore tale servizio non era incluso nell'accordo.

Talvolta i clienti che richiedevano tali commissioni pensavano di potersi prendere certe libertà, ma Yuuri quella sera non intendeva certo vendere il proprio corpo. Per casi come questi il ragazzo portava sempre un coltello nascosto tra le sue ampie camicie.

-Sta certo che non vorrei neanche sfiorare una meretrice come te.

Ribatté l'uomo con voce cupa. La mano di Yuuri si stava avvicinando molto lentamente alla tasca interna. Poteva quasi sentire la durezza della lama attraverso la stoffa.

-Ti sembra familiare il nome Andrey Smirnov?

Il cuore di Yuuri smise di battere. Trattenne il fiato. Anche se fosse riuscito ad afferrare l'arma in tempo sarebbe stato inutile e avrebbe solo peggiorato le cose. Andrey Smirnov. L'uomo al quale aveva sottratto dei documenti contenuti in una cassaforte due mesi prima. I nomi dei suoi contratti se li dimenticava in fretta, ma il suo no. Era stata un'impresa quasi impossibile. Un piano studiato per mesi. Pareva che fosse filato tutto liscio. Le acque erano rimaste calme fino a quel momento, ma si sbagliava.

-Lui rivuole i suoi soldi.

-Quali soldi?

Chiese Yuuri con un filo di voce.

-Quelli che ha perso in seguito al sequestro di due aziende. Come non lo sai? Sei stato proprio tu a sottrarre i documenti incriminanti. 

-Quanto gli devo?

Yuuri cercò di mantenere la voce ferma.

L'uomo si avvicinò al suo orecchio. Sussurrò una cifra.

-Come posso trovare così tanti soldi?

L'uomo gli mise un biglietto da visita in una tasca della camicia. 

-Questo è un suggerimento, e ringrazia Andrey per non essere sul fondo del fiume in questo momento.

La sua presa scomparve. Rumore di passi. Yuuri era solo su quel ponte. Si fece scivolare lentamente con la schiena contro la ringhiera. Il freddo del metallo non lo sentiva. Il polso che bruciava non lo sentiva. L'acqua sotto di lui non la sentiva.

Si trascinò fino al suo piccolo appartamento. Appena chiusa la porta alle sue spalle strinse un pugno al petto. Il tessuto della camicia che si stropicciava.

Il biglietto da visita scivolò dalla tasca. Il nome di un'azienda del settore moda nascente. Sapeva quello che avrebbe dovuto fare o sarebbe finito in guai ben peggiori. Fino a quel momento aveva dovuto contare solo sulle proprie forze, nascondendo le sue fragilità. Da quando la Signora Magda l'aveva preso sotto la sua ala tutto era cambiato. Aveva dovuto crescere in fretta, ma fino all'ultimo aveva sperato. Tuttavia la sua speranza si consumò, soffocata dal dolore e dalla disperazione a cui i bassifondi obbligavano gli Omega. Lavorando per Magda era riuscito a rialzarsi. Erano passati sei anni. Aveva cercato di dimenticare, di dimenticarlo, ma l'oppressione che sentiva al petto gli aveva fatto crescere una forte angoscia. L'unica cosa che voleva in quel momento era essere al sicuro tra le braccia di una persona cara. Quella persona non poteva essere altri che lui.

Gli occhi gli diventarono lucidi. 

-Victor, perché non sei venuto a cercarmi?


***

Non linciatemi per sto capitolo pls. So che non ho aggiornato per troooppo tempo ma tra la maturità, il lavoro e il test d'ingresso per l'università a Settembre ho dovuto mettere da parte parecchie cose. La storia è ben delineata, date le circostanze non so quando potrà uscire il prossimo capitolo. Spero che questo nuovo capitolo vi piaccia, è un bel colpo di scena hehehhe



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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 23, 2018 ⏰

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