7

1.3K 86 4
                                    

Quell'odore. Quel dannatissimo odore. Lo aveva colpito senza ritegno. Non aveva mai pensato che i feromoni emessi durante Heat di un Omega avessero tali effetti.

Si contorceva tra le coperte. Il lenzuolo attorcigliato alla gamba destra. La testa sotto il cuscino. I capelli biondi sparsi disordinatamente.

Si morse il labbro inferiore.

Lui è qui.

Lui è qui ma io non posso raggiungerlo.

Bussarono alla porta. Yuri sbuffò lanciando un cuscino contro la porta. Il maggiordomo entrò, sfoggiando la sua consueta espressione atona.

-Otabek cosa vuoi?

Appoggiò un vassoio con la colazione sulla scrivania, notando un po' di polvere.

-Da quanto non studia, Signorino?

Yuri sbuffó.

-Se il mio insegnante non fa il suo lavoro, come posso studiare?

-Se è per via del Signor Nikiforov non deve preoccuparsi. Lascerà la casa a breve. Abbiamo già trovato un nuovo insegnante più che qualificato.

Yuri strabuzzò gli occhi.

-Cosa significa che lascerà la casa?!? Io non intendo prendere lezioni da altri. Lui è il migliore.

Otabek sospirò mantenendo un'espressione neutra.

-È una sua scelta. Partirà domani. Non appena avranno fatto i bagagli.

-Avranno?

Otabek si prese qualche secondo per rispondere. Non gli era stato vietato di parlarne col Signorino, ma conoscendolo sapeva che non l'avrebbe presa bene.

-Il Signor Nikiforov e l'Omega che ha provocato quell'incidente.

Il volto di Yuri sbiancò, per poi ritrovare subito colore. E rosso, gonfiò il petto, pronto a urlare tutta la sua rabbia, ma Otabek lo precedette.

-Signorino, non pensa che forse è meglio così? Non è successo niente di grave. Perderà il suo insegnante, ma in questo modo quello che è accaduto non avrà altre ripercussioni.

Yuri chiuse gli occhi. Si impose di respirare più regolarmente. Era vero. Non avrebbero lasciato andare Yuuri, la sua famiglia l'avrebbe ucciso. Perché se quello che accadde quel giorno fosse trapelato, l'onore dei Plisetsky sarebbe stato macchiato. Allo stesso tempo avrebbe voluto spiegare le sue intenzioni. Tuttavia seppure conoscesse Otabek dall'infanzia, la dura scorza di entrambi rendeva difficile prendere confidenza ed aprirsi.

-Adesso farai come ti dico.

Disse Yuri alzandosi dal letto, trascinandosi dietro delle coperte. Aprì un cassetto della scrivania e afferrò la prima penna a portata di mano, intingendola nel calamaio. Scrisse velocemente un paio di righe e una firma nell'angolo in basso a sinistra.

-Cosegnala a mio nonno. Adesso.

Otabek non replicò, afferrando con la mano guantata il pezzo di carta, stando attento a non sporcarsi con l'inchiostro fresco.

Una volta che la porta si fu chiusa, Yuri si lasciò andare. Scivolò a terra premendo la fronte contro il freddo pavimento.

Calmati, calmati, calmati...

Ripeteva quella singola parola nella sua mente in continuazione. Arrivò al punto di chiedersi se non stesse parlando a voce alta.

Lentamente si alzò. Casualmente scontrò lo sguardo con quello di un gracile ragazzino dai tratti leggermente femminili. Avanzò a passi lenti verso quello spietato specchio, che gli rivelava i suoi difetti.

Si concentrò sulla pelle bianca. I polsi sottili che sbucavano dalla bianca camicia da notte. Mascherava le sue forme.

Quel corpo, quei capelli, quel viso. Disprezzava tutto ciò.

Ma non vedeva quanto erano belli quegli occhi smeraldo? No, era distratto.

-Sono un Alfa.

Disse quasi in un sussurro, non distogliendo lo sguardo dallo specchio.

-Io sono un Alfa.

Questa volta quasi gridò. Caricò un pugno, per scagliarlo verso lo specchio, ma a pochi millimetri dalla fragile superficie si bloccò. Non poteva permettersi tali azioni. Non in quel momento.

Yuri era cresciuto tra spietati giudizi e alte pretese. Erede di una delle casate più influenti del paese.

Quel giorno di pochi anni prima aveva origliato una coversazione tra i suoi genitori che lo segnò.

Parlavano di lui. A bassa voce. Bisbigli che però arrivarono alle orecchie del bambino.

Erano preoccupati. E pronunciavano una parola con disgusto. Omega. Avevano paura che Yuri fosse un Omega. Le possibilità erano poche, ma l'istinto animale che contraddistingue gli Alfa spesso ci azzeccava. Avevano tali dubbi per il suo fisico. Anche se fosse stato un Alfa avevano paura che non avrebbe potuto dare loro un erede. Era di salute cagionevole.

Tuttavia le loro ipotesi si rivelarono errate. Yuri divenne un Alfa a tutti gli effetti, ma questo loro non lo seppero mai. Morirono in un "incidente", per così dire. Era comune che famiglie in competizione per le più alte cariche compissero tali azioni. Lui rimase col nonno. Tutti gli occhi della nobiltà puntavano su di lui. Una volta che suo nonno fosse passato a miglior vita, Yuri sarebbe stato l'unico erede dell'immensa fortuna dei Plisetsky. Non che questo lo intimorisse. Era stato cresciuto per diventare il perfetto erede, ma ciò che lo preoccupava maggiormente erano i rapporti con la nobiltà. L'etichetta gli era stata inculcata a forza, ma i cosiddetti contatti umani erano il vero problema. Spesso si lasciava andare, facendosi sfuggire parole non troppo educate, e di questo i pettegolezzi ne erano ghiotti.

Hai sentito come ha risposto Plisetsky alla domanda della figlia del tesoriere di corte?

Yuri queste preoccupazioni le schiacciava in fondo nella sua testa. In modo da non pensarci troppo. Ogni tanto saltavano fuori ma in quel momento erano l'ultimo dei suoi pensieri.

Da quando era successo quello, Yuri non riusciva a capire quello che gli stesse succedendo. Forse perché era la prima volta che aveva avuto contatti con un Omega in Heat, per questo sentimenti fasulli stavano crescendo nel suo cuore. Non lo lasciavano mai solo.

È lui il mio compagno.

***

Ok... ok... ok...
Mi dispiace tanto ):
Sono scostante un casino )):

Per farmi perdonare raccomando un ottimo manhwa yaoi, "All about lust".

Bye ♡




You don't own me [YOI]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora