Prologo - Benvenuti al Giardino delle Rose

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Le labbra scesero lungo il collo della donna dai capelli corvini, i seni morbidi danzarono solleticati dalle ruvide dita di lui.
Le gote candide della giovane si tinsero di rosso quando l'uomo appoggió le labbra sui rosei capezzoli. Un gemito le sfuggì dalle labbra immediatamente divorato dalla bocca virile e famelica che, controvoglia, si era dovuta staccare dal petto di lei.
«Fa silenzio, se ci scoprono sono morto.»
La ragazza sorrise imbarazzata accarezzando la schiena muscolosa del giovine dai biondi capelli screziati da sfumature ramate.
I maliziosi occhi blu sembravano già assaporare quelle curve provocanti e mature.
«Sei così meravigliosa.» La mano si spostò lentamente sui glutei della donna, accarezzando, pizzicando e torturando al suo passaggio.
«Così mi fai arrossire Eric.» La ragazza si morse le labbra tinte di color vinaccia guardandolo con finto pudore.
L'uomo avvicinò le mani all'orlo dei pantaloni liberando la grossa erezione che da qualche minuto pulsava quasi dolorante.
Il membro grosso e duro sembrava bramare le carni di lei.
«Rinfodera il sassicciotto Eric, lei é vergine e tale deve rimanere finché non la acquisteranno.» Una voce morbida e calda ruppe il momento di intimità dei due.
Una giovane dai capelli lunghi e neri osservava l'amplesso appoggiata allo stipite della porta. Le dolci curve erano avvolte da pantaloni in pelle nera, il seno ero esposto da una profonda scollatura della camicia bianca a sbuffo e tra i seni brillava un piccolo stemma dai dettagli in oro raffigurante un intricato intreccio di rovi dalle spine aguzze a centro del quale spiccava una lucida rosa nera appena sbocciata.
«Merda... Buonasera Mia Signora.» Eric si alzó dal letto della piccola stanza della giovane dai capelli corvini rinfoderando i genitali.
La vergine si coprí le nudità in imbarazzo con le lenzuola di raso rosso scuro.
«Mi perdoni Mistress, é colpa mia. Io ho chiesto ad Eric di tenermi compagnia.»
La nuova arrivata si avvicinò alla giovane imbarazzata scostando le lenzuola e spalancandole le gambe.
«Padrona!cosa sta facendo? » la giovane sussultó sorpresa tentando di chiudere le cosce e coprirsi il sesso rosa e umido.
«Taci e fammi controllare che tu sia ancora pura! » la donna esaminò con attenzione la giovane e poi il suo sguardo di posò con aria truce sul viso di lei.
«Fortunatamente sei ancora vergine... Se solo mi farai perdere anche un singolo centesimo puoi star certa che renderò la tua vita un vero inferno.» La donna guardó con i crudeli occhi castani la ragazza e se ne andò facendo cenno ad Eric di seguirla.
«Roza... Ascolta mi aveva detto che aveva già avuto rapporti sessuali.» Eric fissó la fanciulla che si era seduta sul cornicione della grande finestra a guardare lo spettacolo di luci e vapori della città di Steigerwald.
La piazza era perfettamente rotonda e dalle sue estremità si diramavano vicoli e viuzze. Perfettamente centrata alla piazza sorgeva un motore a vapore che riforniva di corrente l'intera città.
Ogni ora centinaia di tonnellate di carbone venivano utilizzate per alimentare la macchina per produrre il vapore necessario per trasformare l'energia termica in energia meccanica.
L'intero paese sorgeva su un' immensa distesa di terra e roccia tenuta in aria dalla forza del vapore di migliaia di altri motori sparsi per le altre città.
«Al diavolo Eric! Sai quanto ho pagato per quella ragazzina? Presta solo più attenzione!» Roza si passò una mano tra i capelli sospirando, mentre l'uomo inizió ad accarezzarle le cosce dolcemente baciandole il collo.
«Dai non essere arrabbiata»
La donna gli prese il volto saldamente e lo bació con rabbia assaporando la lingua di lui con la propria; prese poi le labbra del ragazzo tra i denti e morse fino a farlo sanguinare.
Si staccó dal bacio passionale leccando e assaporando il sapore metallico del sangue e osservando la pupilla di lui eclissare il blu oltremare dell'iride per l'eccitazione, mentre l'erezione spingeva calda e dura contro la propria coscia.
«Ringrazia solo di essere la mia puttana numero uno.»

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