Cap. 15 - Amiche

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Respirai a pieni polmoni l'aria fresca del mio giardino, mi guardai attorno ammirando le varie sfumature e inebriandomi con i profumi dolci dei petali color pastello.
Ero rimasta scioccata per la salute del Re e ora capivo perfettamente il gesto fatto dal Principe, doveva succedere al trono e voleva sentirsi un adulto o forse desiderava vivere un ultimo momento di libertà.
Avvicinandomi alla serra notai una testa bionda che avevo visto solo una volta, mi diressi indispettita.
«Potrei gentilmente sapere perché stai torturando le mie povere piante?» sbottai.
I grandi occhi azzurri della Dulcamara si posarono sul mio volto, le sue mani stavano ancora strappando foglie ed estirpando radici direttamente dal terreno. Depositava il bottino in piccoli barattoli, che aveva vicino ai piedi.
«Non sai di avere erbe mediche nella tua serra?» mi guardò tranquillamente, era ingrassata dall'unica volta in cui l'avevo vista e i capelli mostravano finalmente sfumature dorate.
Dovevo purtroppo ammettere che pulita e con qualche chilo in più era davvero splendida.
«Perché tu ne capisci qualcosa?» la osservai scettica, mentre un sorriso spuntò dalle sue labbra rosee.
«Prima di essere venduta come schiava ero nobile, perciò ho studiato con molti precettori differenti e soprattutto ero una bambina molto curiosa,» sorrise dolcemente al rievocare quei momenti, mi inumidii le labbra in imbarazzo e in realtà potevo capire benissimo cosa avesse passato «in più gli impacchi che ti hanno fatto in questi giorni, te li ho preparati io con queste stesse erbe.» La fissai sorpresa, se non ero impazzita per il dolore era stato grazie a quegli intrugli verdognoli.
«Oh, effettivamente il medico ha detto che sono stati essenziali per la cicatrizzazione, sei interessata alla medicina?»la guardai incuriosita e mi sedetti accanto a lei e mi sdraiai godendo del sole che aveva deciso di fare capolino dalle nuvole nere.
«Sì, ma sai, il dottore è un lavoro da uomo...» scrollò le spalle sospirando e mi tirai sù colpendole la testa decisa. Ignorando il suo lamento sbottai:
«Ah davvero? Mi sembra che anche gestire un bordello sia un lavoro da uomo, ma io, una donna, ho risollevato questa attività dalle sue ceneri e ora è la migliore casa chiusa dell'intero regno, quindi non mascherare la tua paura con il sesso. Se vuoi diventare un dottore, fatti Il culo e diventalo.» Infastidita mi rimisi sdraiata a braccia incrociate.
La sentii titubare sorpresa, con un movimento leggero si posò col volto sul mio stomaco, la mia mano andò ai suoi capelli dorati che iniziai ad accarezzare ritmicamente.
«Non é semplice come dici. »
«Nulla é semplice in questa vita, prima lo memorizzi e prima impari a sopravvivere. » Sussurrai passando le dita tra quelle setose spighe di grano.
«Dici che devo provare? E se fallissi? »
«Non puoi essere certa di un tuo fallimento se prima non ci provi, é come il gioco dei dadi.  Non puoi sapere il risultato finché non tiri. »

«Parlami della tua famiglia.» Ordinai guardando il cielo plumbeo, il sole era nuovamente fuggito e da un momento all'altro si sarebbe messo a piovere.
«Mia madre è una donna estremamente dolce, educata, raffinata e bellissima. Sembra uscita direttamente da un romanzo cavalleresco. Purtroppo invece che uno splendido cavaliere, ha conosciuto un uomo affascinante, ma vizioso. Mio padre ha speso ogni singolo centesimo del patrimonio di mia madre, mandandoci sul lastrico e arrivando a vendermi per risanare parte del debito.» Nonostante la sentissi tremare visibilmente per la rabbia,  nessuna lacrima solcò il suo viso, non piangeva, era una donna forte, aveva del potenziale.
«Mia madre a differenza della tua, mia cara Alyson, era cattiva, crudele, avara e vigliacca. Non ci ha pensato due volte a scaricarmi addosso ogni singolo problema del bordello ed è fuggita lontano per ricominciare la propria vita, è stato faticoso iniziare da zero, farsi dare dei prestiti da varie banche e riuscire a ridarli tutti entro i termini. Però è la cosa di cui vado più fiera, sono riuscita a conquistarmi una posizione. Ed é quello che devi fare anche tu per inseguire il tuo desiderio di diventare dottore. Persistere, sputare sangue e diventare abbastanza potente da poter guardare gli uomini come persone alla pari» Sussurrai chiudendo gli occhi.
«Non siamo poi così diversi verginella. Hai carattere a differenza di quanto pensassi.» Borbottò con falsa arroganza e scoppiai a ridere di cuore.
«A proposito di verginità, hai fatto davvero colpo sul mercenario Riou.» Affermai maliziosamente, notai chiaramente le sue gote arrossarsi.
«È un uomo davvero focoso e...insaziabile.» Si morse il labbro arrossendo, sicuramente stava rievocando la notte passata con lui.
«Ascolta, l'altro giorno Riou mi ha salvata da uno stronzo e l'ho assoldato per proteggermi e proteggere gli altri fiori. Il punto è che lui non vuole un compenso economico, ma desidera passare altro tempo con te. Ho rifiutato in realtà dicendo che te ne avrei prima parlato , ma dalla tua reazione immagino che non ti dispiaccia affatto.» Mi morsi il labbro nel tentativo di trattenere un sorriso.
«Sì, non credo ci siano problemi, a me va bene.» La vidi mettersi seduta, ero certa che stesse tentando di nascondermi il suo viso in quel momento.
In lontananza, scorsi Holly avviarsi con una cliente verso le camere a loro disposizione e immediatamente i miei pensieri tornarono all'oscura notizia che avevo ricevuto poche ore prima.
«Alyson, mi hai detto che eri nobile, per caso hai mai incontrato il Principe Edoardo?» osservai la sua schiena irrigidirsi e si volse nuovamente nella mia direzione.
«Sì, da piccoli giocavamo insieme. Era un bambino particolarmente debole di costituzione. Magrolino, sempre malaticcio e passava gran parte del suo tempo chiuso nelle proprie stanze. Non l'ho più visto da quando i debiti di mio padre hanno raggiunto livelli esponenziali e per la vergogna ci siamo allontanati dalla corte del Re.» Mi osservò incuriosita.
«Sicuramente si è ripreso molto bene, è venuto qualche giorno fa al bordello e ha giaciuto con Armin. Voleva perdere la propria verginità per sentirsi uomo, dato che ha raggiunto la maggiore età.» Mi bloccai al vedere la confusione farsi strada sul bel volto della ragazza dai capelli biondi.
«Maggiore età? È impossibile, Edoardo ora dovrebbe avere circa sedici anni.»
«Sedici? Quindi non può subentrare al trono. Sta succedendo qualcosa di strano.»
«Subentrare al trono? Perché mai dovrebbe?» La preoccupazione stava contagiando anche lei come un virus.
«Ho saputo da fonti certe che il Re sta morendo.» La fissai tormentando coi denti l'unghia del pollice.
«Ma come può essere? Lui è forte come una roccia e soprattutto ha solo quarantadue anni, di cosa può morire una persona così giovane?» mi fissò sconvolta.
«Oh tesoro, esistono centinaia di modi, dalla morte naturale a quella indotta con vigliaccheria.  Conosci le erbe mediche, conoscerai anche i veleni.»

La nostra conversazione venne interrotta da dei passi alle nostre spalle, mi alzai seguita a ruota dalla fanciulla al mio fianco.
Riou camminava fiero, per niente appesantito dalle decine di armi che portava appese al corpo, al suo fianco una delle mie più fidate ragazze.
Li avevo mandati in ricognizione appena venuta a conoscenza della salute del Re.
«Miss Roza, arrivo ora dalla casa del banchiere. Dopo aver consumato e averlo fatto ubriacare mi ha detto alcune cose.» La ragazza era stupenda; bassa, minuta e dalla pelle chiarissima, veniva richiesta dai clienti con gusti particolari, spesso avevo mentito sulla sua presunta età spacciandola per minorenne. Con un gesto veloce della mano spostò un ciuffo ribelle di capelli neri dagli occhi, il caschetto corto e lucido, la faceva sembrare ancor di più una ragazzina ribelle, gli occhi grigi risplendevano circondati dalle lunghe ciglia nere.
«Avete fatto in fretta. Ditemi. Zara parla pure, ti ascolto.»
«Quando l'isola si è ribaltata, la banca è letteralmente crollata su se stessa, nonostante abbiano cercato ovunque sono sparite le carte relative agli scambi commerciali con le altre isole e una cospicua parte del denaro risulta dispersa, loro pensano che sia stato semplicemente rubato dalla popolazione.» Ascoltai rapita le sue parole, mentre mi sentivo lentamente stritolare dalla morsa del dubbio.
«Io invece sono appena stato nel municipio, tieni.» Riou parlò con voce calda e tranquilla. Mi ritrovai tra le braccia un sacchetto di stoffa; utilizzati di solito per il trasportato di denaro, al suo interno trovai invece alcuni pezzi di carta anneriti dal fuoco.
«Cosa sarebbero?» domandai sottovoce.
«Non saprei, erano nel camino del sindaco. Non mi sembrava nulla di importante finché non ho riconosciuto il simbolo di Hindenburg.» Col dito mi indicò un pezzetto riportante uno stemma con un dirigibile.
«Tra l'altro sono spariti tutti i documenti relativi alle estrazioni dei metalli di quest'anno, sembra come se tutto fosse fermo da mesi.» Il moro mi guardò dritto negli occhi, nella sua voce riconoscevo il seme del sospetto.
La voce di Alyson si unì al discorso:
«Perciò ricapitolando: L'isola stava per precipitare, è sparito del denaro, non si sa più nulla degli scambi commerciali con le altre isole o dei lavori in maniera e soprattutto il Re è moribondo?» percepivo chiaramente la sua incredulità.
«Aggiungi anche che il Principe sta mentendo sulla propria età e che tecnicamente non potrà governare alla morte del padre. Qualcosa non va. Zara ti ringrazio per le tue informazioni, ora puoi andare a riposare ma ti pregherei da domani di riprendere a cercarne di nuove .» La giovane fanciulla annuì inchinandosi e si diresse verso i propri alloggi.
Mi massaggiai la fronte dolorante.
«Inizio a credere che sia tutto legato. A partire dal terremoto e dall'inclinazione  dell'isola. Non vi sembra strano? In tutti questi secoli non è mai successo nulla del genere. Il nostro carburante è pressoché illimitato e la forza del vapore è sufficiente per tenerci sospesi in aria e illuminare tutto quanto, poi all'improvviso l'isola si inclina e inizia a cadere, non ci sono morti e pochi danni alle strutture, però casualmente vengono persi i documenti inerenti alle importazioni e alle esportazioni, la banca viene distrutta e anche lì spariscono i documenti e non sappiamo più l'ammontare di denaro che essa contiene.»
Il viso di Alyson era estremamente pallido e le parole che uscirono dalle sue labbra mi diedero i brividi:
«Sta succedendo qualcosa di grave. Siamo tutti in pericolo.»

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