Cap.4 - Sorpresa Inaspettata

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«Stai tranquillo, le migliori prostitute della città si trovano in questo posto, ce ne sono per tutti i gusti e soprattutto non puoi trasferirti a Steigerwald senza visitarne il Giardino...» sentii distrattamente una voce profonda provenire dal salone di ingresso dell'edificio.
Io ero intenta ad innaffiare i miei adorati fiori nel giardino posto al centro del bordello, le mura lo circondavano rendendolo una piccola perla di verde immersa nei fumi dell'inquinamento.
«Capisco, ma io non sono solito frequentare i bordelli.»
L'innaffiatoio mi cadde dalle mani e spalancai la bocca costernata.

Cazzo, io conoscevo quella voce!

Era la stessa che continuavo a sentire nei miei sogni più intimi, avevo ascoltato quel timbro profondo e virile solamente una volta, ma era bastata per incidersi dentro di me.
Girai la testa di scatto e dei lunghi capelli neri, che si poggiavano con dolcezza su delle spalle forti e muscolose, entrarono nella mia visuale.
L'uomo si volse verso il giardino e presa dal panico mi nascosi dietro un corposo cespuglio di rododendri, i fiori di un rosa intenso tremarono mossi dal balzo impulsivo.
Le labbra carnose e rosee si socchiusero in un sospiro di sorpresa al vedere il frutto di anni del mio duro lavoro nel crescere piante e fiori recuperati da ogni parte del globo.
Un moto di orgoglio mi pervase il petto e mi trovai a sorridere nascosta dietro l'arbusto.
«È meraviglioso, per questo si chiama il Giardino delle Rose? » Jack alzó la testa verso le vetrate trasparenti a cupola che lasciavano penetrare i raggi del sole e allo stesso tempo proteggevano quell'oasi dai fumi tossici prodotti dai motori dell'isola fluttuante.
Alcune lampade erano disposte in modo tale da fornire un'illuminazione adeguata a tutte le piante anche nei giorni di pioggia e neve.
Il giardino si estendeva per circa 1500 metri quadrati di terra strutturata in modo da formare un cerchio perfetto, separata al centro da un piccolo fiume artificiale.
«Credo sia, perché ogni puttana ha come nome d'arte quello di un fiore.» L'uomo che avevo sentito per primo raggiunse Jack con le mani infilate nelle tasche della propria giacca. I capelli biondo cenere gli ricadevano con un ciuffo ribelle sulla fronte, gli occhi dalle iridi nere lasciavano trapelare solo una profonda noia nel perdere tempo in quel luogo invece che tra le cosce di una delle mie ragazze.
«In ogni caso questo luogo é meraviglioso.» Vidi Jack piegarsi appena ad annusare i petali bianchi e profumati dei gelsomini, che crescevano delicati lungo le colonne del gazebo posto al centro del giardino.
«Lo cura la padrona del bordello, si chiama Roza.» L'uomo scoppiò a ridere.
«Cazzo, mai vista donna più sfuggevole. Chissà chi sarà il bastardo che riuscirà a domarla.»
Finalmente riuscii a identificare l'accompagnatore di Jack, era il figlio maggiore del sindaco, fratello di Charlotte e come il padre, un perverso figlio di puttana. Si chiamava Joseph Clay.
Dio solo sa in cosa quell'uomo fosse invischiato.

Disgustoso bastardo.

Non mi sfuggì lo stupore nello sguardo di Jack.
«Sai dirmi anche il cognome di questa donna? » chiese l'uomo dai capelli neri.
«No, ma non é difficile identificarla é l'unica nell'intera città ad avere un nome così strano».
Fissai Jack mordendomi il labbro preoccupata dalla sua reazione.
Un ombra attraversò fugacemente il volto del poliziotto che si guardò velocemente intorno un ultima volta.
«Ti ringrazio per il tuo pensiero Joseph, ma penso che me ne andrò, tu resta e divertiti per entrambi.»
Detto ciò il ragazzo volse i tacchi e si dileguó verso l'uscita.
Una sensazione di vuoto e fastidio mi invase la bocca dello stomaco, feci una smorfia e rimasi a spiare l'uomo rimasto.
«Certo vecchio mio puoi contarci!» rise parlando a mezza voce per poi sussurrare.
«Frocio.»
Una sensazione di calore mi offuscò la vista e sentii montare dentro di me una rabbia mai sentita prima, a stento riuscii a controllarmi dall'uscire allo scoperto e schiffeggiarlo.
Vidi Joseph allontanarsi verso l'ingresso per cercare qualche prostituta libera di servirlo e finalmente uscii da dietro il cespuglio e mi stiracchiai dolorante dallo stare accovacciata dietro i rododendri.
Mi avviai nelle mie stanze e varcata la grande porta in mogano mi diressi immediatamente verso il letto matrimoniale dalle lenzuola di raso bianco e mi ci fiondai poco elegantemente.
Chiusi gli occhi e le immagini di poco prima presero il sopravvento si tutto.
Mi sentivo strana, Jack riusciva a farmi provare emozioni sconosciute anche senza parlarmi direttamente.
Sospirai.
Non volevo venisse a conoscenza così della mia attività.
Non mi sono mai preoccupata del mio ruolo, sono stata cresciuta da mia madre con lo scopo di rendere questa casa del piacere, suo orgoglio, la più desiderata della città.
Non me ne sono mai nemmeno vergognata, ero una donna forte e indipendente, nessun uomo poteva comandarmi ed ero rispettata grazie al piccolo impero che avevo creato, il denaro che circolava in quella casa e raggiungeva le mie tasche superava di gran lunga il patrimonio di molte famiglie nobili di Steigerwald
Mi toccai le tempie che iniziavano a dolermi, erano pensieri troppo profondi da fare in quel momento.
Chiusi gli occhi esausta e mi lasciai scivolare lentamente nell'oblio.

Il Giardino delle RoseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora