I.

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Quando si è giovani si ha sempre la sensazione di poter imporre la propria volontà sul mondo, ci si sente come se le sensazioni che si provano potessero essere eterne.
Le mani che tremano, il respiro veloce, la gioia, il terrore, la tristezza: ogni sensazione viene amplificata come se da essa dipendesse la tua intera vita.

^^

Nella stanza gli unici rumori presenti erano due respiri pesanti, i capelli della giovane erano sparpagliati disordinatamente metà sul cuscino, metà sul petto nudo di Jungkook.
L'orecchio era posato all'altezza del cuore del castano, il suo battito era più veloce del normale mentre le sottili dita della giovane scorrevano sul suo petto, disegnandoci forme astratte.

Sciocche, insulse lacrime scorrevano dagli occhi di lei: quel rapporto le era sembrato un carnale e silenzioso addio, in più, la mancanza di parole da parte del ragazzo dai capelli castani non fece altro che confermare i suoi sospetti.

"Yen, piccola..." era la sola cosa che fu capace di dire Jungkook. La stringeva forte, come se da un momento all'altro chiunque avrebbe potuto prendere quel gracile corpo per portarlo lontano da lui.

Più o meno era quello che stava per succedere, le stava dicendo addio, stava sentendo per l'ultima volta il calore emanato da quel piccolo corpo, stava ascoltando per l'ultima volta la sua voce e per l'ultima volta quegli occhi scuri lo scrutavano, lo ammiravano in silenzio.

L'avrebbero portato via da Busan, forse per sempre, e sebbene sapesse che Yen sarebbe stata meglio senza di lui e senza i suoi drammi familiari, lasciarla, abbandonarla come se il loro amore non fosse mai esistito, gli faceva sentire un'inaudito dolore nel petto, esattamente dove le lacrime della sua ragazza stavano scivolando, all'altezza del cuore.

La rassicurò quella sera, le disse che qualunque cosa sarebbe successa non l'avrebbe lasciata andare, che non se ne sarebbe andato da lei senza lottare, che qualunque cosa sarebbe successa l'affetto che li legava era più forte del tempo e dello spazio.
Fu così, coccolata da quelle false promesse che Yen si abbandonò alle braccia di Morfeo, lasciando a Jungkook il tempo di rivestirsi, fumare l'ultima sigaretta del suo pacchetto di Marlboro Rosse affacciato alla finestra, ammirando l'alba, per poi riprendere la sua auto e allontanarsi da casa della sua amata, lasciandosi alle spalle il suo cuore spezzato e quello della mora.

Poche ore più tardi, un aereo per gli Stati Uniti partiva con un giovane Jungkook a bordo, mentre, il sole già altro su Busan risvegliava Yen dal suo sonno carico di false promesse.

Il letto era freddo e vuoto e un cattivo presagio aveva invaso la camera insieme i raggi di sole del primo mattino.

Nulla era cambiato nell'appartamento, eccetto per l'assenza di Jungkook e la presenza di un biglietto rosa, ripiegato sulla scrivania .





"Un noto filosofo diceva che l'amore è un demone perché pretende ciò che vuole ma che non ha. L'amore è mancanza.

E a proposito di mancanze, vorrei sapessi quanto mi mancherà il tuo sorriso, la tua ironia, il tuo modo di parlare.

Vorrei sapessi, quanto mi viene difficile infrangere ogni promessa che ti ho fatto, insieme al tuo cuore di cristallo.
Vorrei sapessi che ti ho amata, ti amo e ti amerò fino all'inverosimile.

Vorrei che sapessi che, anche se in questa vita non ci sarà più posto per un noi, ti porterò sempre nel cuore come il mio primo vero amore.
Non voglio scrivere 'addio' quindi, a presto, Yen."





*****





Il lungo mare di Busan era nuovamente popolato di gente, l'aria era finalmente tornata tiepida, i pesanti giacconi invernali erano stati finalmente rimessi negli armadi a favore di giacchini leggeri e felpe primaverili.
Seduta su una panchina a pochi metri dalla costa, Yen stava aspettando che Soomin la raggiungesse per fare finalmente quel tanto agognato giro di shopping che programmavano da circa un mese.

Era lì, semplicemente seduta a scarabocchiare i dettagli di un volto sul suo blocco, erano sempre gli stessi: capelli scompigliati, occhi grandi, sorriso ampio.
Erano passati tre anni e mezzo da quando Jeon Jungkook aveva abbandonato la Corea del Sud e, nonostante l'avesse odiato con tutto il cuore, ogni volta che la mora cercava di svuotare la mente da pensieri superflui e di disegnare la prima cosa che gli capitasse davanti agli occhi, quel qualcosa aveva dei tratti comuni con il suo ricordo di Jungkook.

Ci aveva fatto l'abitudine ormai, nulla di tutto quello la frustrava più. Era andata avanti rispetto a quella storia, rispetto a quell'uomo.
Rispetto a quella passione adolescenziale che aveva mosso troppo velocemente le decisioni dei due giovani amanti.

Chiuse di colpo il blocco, lasciandolo di fianco a se sulla panchina e beandosi, per qualche istante del calore del sole primaverile di Busan.

Ad un tratto, come se il destino avesse deciso che quella beatitudine era durata un po' troppo, un pallone finì di colpo sul quaderno per gli appunti di Yen, facendolo schiantare in terra con un tonfo secco.

La giovane spalancò gli occhi mentre il pallone rimbalzava nella direzione inversa rispetto a quella da dove era arrivato.
Si guardò un attimo in torno, esasperata e, non riuscendo a scorgere il colpevole non le rimase altro da fare se non chinarsi a terra per prendere quel benedetto block notes.

Le due mani sottili afferrarono l'oggetto dalla copertina turchese mentre, un'ombra le si posò davanti e una mano le fu porta per aiutarla a rialzarsi.

Il viso di quella figura misteriosa era nascosto dai raggi della luce che riflettevano contro gli occhi della ragazza che quasi scocciata, afferrò la mano e si rimise in piedi a tu per tu con l'uomo.

I capelli erano castani, gli occhi erano celati da un paio di spessi e costosi occhiali da sole mentre, al fianco dell'uomo, una figura timida ed impacciata era lì, nascosta per metà dietro la gamba di quello che doveva essere suo padre.

Yen sorrise semplicemente guardando il bambino che di rimando, le stava rivolgendo sguardi talmente teneri che avrebbero sciolto anche il cuore più gelido.

"Scusalo davvero, sai come sono i bambini a quest'età."

Il sorriso sul viso della ragazza si congelò per un istante, si girò verso l'uomo guardandolo come se avesse appena visto il più orribile dei mostri.


"Jungkook..."





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BOOM

Avevo promesso a me stessa che non avrei postato più nulla fino a quando non fossi arrivata almeno a metà di "Veronica" e stavo riuscendo nel mio intento fino a questa mattina quando ho pensato a questa sorta di pseudo drama e fra me e me ho detto "Uoh sarebbe una bella trama per una fanfiction."

Ho iniziato a scrivere ed è uscito fuori QUESTO.


QUINDI NULLA, vorrei ringraziare saydread_ che mi ha ispirata e alla quale dedico tutta la storia (sperando che non esca una cagata).
E CON QUESTO HO DETTO TUTTO.
Ve se ama~

wild flower ;; j.jk.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora